...purtroppo anche ai nostri governanti, sigh!
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questa è solo 1 delle tante cazzate dette
sapete cosa temo io invece,che siccome la lega vuole tenere a tutti i costi l'alitalia farà di tutto x non farla cedere,quindi via tutti i possibili acquirenti,concederà un prestito ad alitalia ignorando il divieto dell'UE o cmq a parametri di mercato come al max concesso,noi ci dovremo pagare il debito alitalia non andrà avanti lo stesso e prorogherà solo la chiusura,solo che allora non ci sarà più airfrance a volerla comprare,ma tutti i suoi dipendenti se la prenderanno nel cuxx e via tutti a casa,x poi dare le colpe alla sinistra perchè non è intervenuta quando poteva
profezia : se la prende airfrance perchè non la vuole nessuno un'azienda che perde 600milioni l'anno, ma chiederà oltre a una svendita, dei privilegi legali per poter riuscire a guadagnare posizione rispetto la concorrenza.
l'intesa con air france c'era e non era neppure cosi svantaggiosa,mi chiedo cosa pretendano tutti, si stanno comprando un 'azienda con 1,3 miliardi di euro di debito,che perde 1 milione e passa di euro al GIORNO con le casse vuote e i reparti stra colmi di operai INUTILI,ricordo i 154 piloti x 10 aerei nella seziona cargo,e qualcuno parla di vendita alla PARI ma stiamo scherzando spero o non si hanno le capacità mentali x capire di cosa si parla,sti caxxo di sindacati sempre in mezzo alle palle con le loro proposte e i loro veti molto spesso assurdi che non portano a niente di buono
tutta colpa della sinistra comunisti:biggrin3::biggrin3:
ma spiegatemi una cosa come mai silvio odia cosi tanto i comunisti e poi è culo e camicia con putin?????
FA BENE Berlusconi a volerla salvare con una ricetta tutta sua.
se ce la fara' sara' merito suo e se non funzionera' se le' cercata.
a me dispiace che non l'abbiano ancora presa i francesi perche' avrebbero fatto un ripulisti mai visto licenziando una tale quantita' di funzionari e amici degli amici che mai si e' vista prima.
poi avrebbero preso tutto il buono che rimane nella compagnia e ci avrebbero dato un calcio in culo con gli avanzi.
in fondo ce lo meritiamo.
non lo amiamo davvero questo paese ma ci piace cosi' come'.
in qualunque altro paese sarebbe fallita.
punto e basta.
Auguri Cavaliere...
Alitalia: Berlusconi gioca sulla pelle del paese
(di Massimo Giannini - Repubblica.it)
Il "patrimonio" più prezioso delle leadership politiche moderne è la credibilità. Sulla vicenda Alitalia Silvio Berlusconi ha risolto felicemente il problema. Non l'ha perduta: molto più semplicemente, ha dimostrato di non averla mai posseduta. Non ci sarebbe nulla di male, se questa fosse solo una carenza personale. Purtroppo è invece un'emergenza nazionale. Ancora una volta, il Cavaliere gioca la sua roulette russa sulla pelle del Paese. Era il 17 febbraio 2004, quando governava l'Italia e dichiarava all'Ansa: "Per fortuna di Alitalia c'è il signor Berlusconi che impiegherà tutto il suo talento per risanarla".
Sono passati quattro anni. E non solo allora non l'ha risanata. Ma ora sta impiegando tutto il suo "talento" per farla fallire. In un micidiale impasto di indegnità politica, di irresponsabilità economica e forse addirittura di illiceità giuridica.
Avevamo provato a prendere sul serio gli annunci del Cavaliere sulla sedicente "cordata italiana" pronta a scendere in campo per evitare la "svendita" della compagnia di bandiera ad Air France. Avevamo tentato di non irridere il presunto "tentativo patriottico" di difendere un interesse nazionale, di fronte alla prima pioggia di smentite che già dal primo giorno della sua offensiva su Alitalia, giovedì della scorsa settimana, avevano sommerso il Cavaliere.
Smentite sull'esistenza di "numerosi imprenditori italiani disposti a intervenire", sul "sicuro coinvolgimento di Banca Intesa", sulla richiesta di "un prestito-ponte al governo" per sostenere l'iniziativa. Avevamo provato a chiedere al leader del Pdl un estremo gesto di responsabilità. Nei confronti del Paese, di uno dei suoi asset industriali più blasonati, delle 18 mila persone che ci lavorano, dei mercati finanziari, degli elettori. Se esiste davvero un "cavaliere bianco" in marcia su Alitalia, il Cavaliere di Arcore ha il dovere di dire chi è, con quali soldi interviene, con quali progetti industriali risana, con quali alleanze internazionali rilancia.
A modo suo, Berlusconi ha raccolto l'invito. Mettendo in fila la più stupefacente sequela di profezie autosmentite della sua quindicennale avventura politica. Giovedì scorso aveva detto che nella cordata tricolore c'erano anche i suoi figli: "li conosco, non si tirerebbero mai indietro". L'altro ieri ci ha ripensato: "I miei figli in campo? Nemmeno per sogno". Ieri, finalmente, ha fatto i nomi: Ligresti, Benetton, Mediobanca, l'Eni.
"In questi giorni mi hanno confidato il loro interessamento", ha dichiarato alla Stampa. La pioggia di smentite si è ripetuta, persino più intensa di sette giorni fa. Nessuno dei soggetti chiamati in causa ha sul tavolo la pratica Alitalia. In serata il solito voltafaccia: "Sono solo contatti, non decisioni già assunte". Poi la rituale minaccia: "Colpa dei giornali, che intingono la penna nell'inchiostro rosso della sinistra".
La campagna del Cavaliere sull'affare Alitalia è un caso di scuola. Sta ripetendo un'operazione epistemologica nota. È la "strategia del tranello" raccontata a suo tempo da Alessandro Amadori. Lancia un segnale, affermando qualcosa o attaccando qualcuno. Ottiene una reazione, meglio se indignata e spropositata. Nega di aver affermato, o di aver voluto attaccare. Lascia l'avversario impantanato nel suo stesso eccesso di reazione. È il meccanismo della "schismogenesi", sul quale ha costruito tanta parte delle sue fortune politiche. Ha funzionato tutti questi anni, complice una sinistra non sempre consapevole di fare il suo gioco. È convinto che possa funzionare ancora.
Ma sta anche costruendo un'operazione politica nuova. L'uso strumentale della vendita ai francesi serve al Cavaliere a far scattare la trappola mortale sul centrosinistra. Da un lato, riporta in vita, per esporlo alla pubblica gogna di qui al 13 aprile, lo "scheletro che Veltroni voleva nascondere nell'armadio", cioè quello di Romano Prodi. Un boiardo dell'Iri, che oggi fa accordi sottobanco sull'Alitalia come ieri li ha fatti sulla Sme, e che col suo governo ha messo in ginocchio il Paese. Risucchiarlo nell'arena elettorale è utile a delegittimare il suo erede.
Dall'altro lato, riattiva la solita sinapsi anticomunista, per spaventare i moderati sull'esistenza del solido filo che collega Pci-Pds-Ds-Pd. Un'equazione ideologica, che ieri è servita a sfondare al centro e oggi può mobilitare gli indecisi. Rilanciarla nella campagna elettorale è utile a negare l'evoluzione identitaria che ha portato ex-comunisti ed ex-democristiani a confluire nel nuovo Partito democratico.
Ma questa volta c'è una doppia aggravante. La prima è di merito. Berlusconi continua a speculare politicamente su una vicenda che ha enormi implicazioni, economiche e finanziarie. Investe allegramente sulla rottura dell'accordo con Air France, puntando a far fallire l'unica trattativa in corso e preparandosi a scaricare sul Paese i costi del fallimento di Alitalia. Scommette al buio sui destini di un'azienda e sul futuro dei lavoratori.
Gioca a dadi con un titolo quotato in Borsa, che nell'ultima settimana ha avuto sbalzi di prezzo al rialzo e al ribasso fino del 40%. E solo oggi, con un ritardo tanto inspiegabile quanto colpevole, la Consob si premura di intervenire, e la Procura di Roma si decide ad accendere un faro. Coinvolge nella sua disinvolta partita individuale altri pezzi di capitalismo pubblico e privato, di cui da premier in pectore potrebbe diventare azionista (l'Eni) o concessore (i Benetton). E ancora una volta, con un'evidenza mai tanto lampante, si ripropone l'irrisolto vulnus democratico del conflitto di interessi.
La seconda aggravante è di metodo. Nessun'altra democrazia occidentale tollererebbe un leader politico capace di giocare così spudoratamente su una questione di interesse nazionale e su un'operazione market sensitive. Nessun altro Paese civile sarebbe disposto a riconoscere un briciolo di credibilità ad un potenziale premier capace di manipolare così irresponsabilmente i dati della realtà, i fatti dell'economia, gli interessi delle persone, i diritti degli elettori. Purtroppo, per la quinta volta dal 1994, è esattamente quello che sta succedendo. La tragedia d'Italia degenera nella farsa dell'Alitalia. O viceversa. Ci sarebbe da ridere. Ma stavolta, tra vere mozzarelle venefiche e false bufale mediatiche, c'è davvero da piangere.
http://banane-e-mazzette.blogspot.co...lla-pelle.html
Ma basta pure sul forum triumph sono tutti comunisti....
Tutti che attaccano il Silvio....
mentre Lui è puro come un bambino, incapace di mentire....
Se dice che c'è una cordata per salvare Alitalia è perchè ci crede veramente.
Se poi gli imprenditori si ritirano per paura dei comunisti che ci può fare?
E' ora di dire la verità: questo paese è da cinquant'anni nelle mani dei comunisti, e i risultati si vedono.
Economia allo sfascio, moralità pubblica sottto i tacchi, deliquenza ovunque, e udite udite ora hanno pure portato il Silvio al governo!!!!
Capite???
Ora che ormai non c'è più niente da fare....
Si salvi chi può !!!!!!!
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