in america hanno cosi paura a compilare la dichiarazione dei redditi che si cagano sotto,se dovessero usare anche qui lo stesso metodo e le stesse sanzioni sai che puzza di merda ci sarebbe
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meglio la puzza di merda......ed un sistema fiscale funzionante ed equamente ripartito, dove io cittadino privato sono sicuro di scaricare tutto ciò che acquisto, dei servizi di cui usufruisco.
dove io commerciante pago il giusto e posso detrarre ciò che mi serve.
L'America invece la vanno a prendere d'esempio per le solite puttanate!
i politici mi devono spiegare perchè non hanno mai preso in considerazione una riforma del sistema fiscale all'americana....
forse gli fa comodo il marcio che c'è.
VI quoto tutti perche' sono nella stessa barca e so' di cosa parlate....
vogliamo parlare di chi e' in proprio e va' a lavorare con 40 di febbre...e deve fare i salti mortali per arrivare a fine mese lavorando anche 15 ore al giorno...
e di chi e' sotto padrone e se ne sta a casa perche' ha 36,9....o il dolore al culetto e se ne va' dal medico il quale gli da' 10 giorni di malattia.....
vogliamo parlare degli studi di settore...che mi obbligano a dichiarare 70.000 euro ad ufficio per essere congruo quando in questi ultimi anni ne entrano neanche un terzo....tutti sono buoni a parlare con il culo degli altri...:dry:
se ci metti gli acconti irpef il carico fiscale reale è oltre il 67% del fatturato!
bello, sopratutto con tutti i rischi che un imprenditore corre...
se mettessero scaglioni adeguati e pressioni fiscali dal 15% al 30% reali, vedrete che a nessuno verrebbe in mente di evadere.
BEH se poi uno pensa che oltre alle tasse siamo in un paese dove ti fai il culo per far studiare i figli per vederli poi disoccupati .........mentre al tg ti fanno vedere uno che ha ammazzato i genitori che studia gratis in carcere e poi per reinserirlo nella societa' gli trovano pure un posto di lavoro ....o famiglie rovinate da assassini usciti con l'idulto (e che nessuno ne sia responsabile).......... che il cittadino "perbene" sia solo da"spolpare" con multe assurde tanto per fare cassa, non e' che ci sia da stare tanto allegri :cry:
coraggio forse abbiamo toccato il fondo! speriamo di risalire
come non darti ragione, in Italia le cose funzionano al contrario, più rubi soldi meno rischi.
senza stare ad aprire un topic a se....
ma che cacchio di serietà vogliamo se pensano a ste vaccate!!!!! come sempre uno schiaffo ed un calcio in culo a chi vive onestamente!
Citazione:
Nel ddl Alfano quasi un'amnistia
per condanne fino a quattro anni
ROMA - Il Guardasigilli Alfano critica da sempre l'indulto, ma mette mano a un ddl sulla certezza della pena con una mezza amnistia per i reati fino a quattro anni. Rispolvera l'istituto pensato dal predecessore Mastella, la "messa in prova", ma raddoppia la massima pena prevista. Chi rischia un processo, prima che cominci (fino al rinvio a giudizio), può chiedere al giudice "d'essere messo alla prova" in cambio di un lavoro socialmente utile. Che alla fine cancellerà tutto, il processo e pure il reato. Peggio dell'indulto dunque, che almeno lascia traccia del delitto sulla fedina penale.
Di Pietro, che litigò con Mastella in piena riunione dei ministri (e così gli anni retrocessero da tre a due), denuncia il nuovo "colpo di spugna", una norma che "salva tutti gli incensurati". Il ddl, previsto già oggi a palazzo Chigi, incappa però nelle ire del titolare del Viminale Maroni che pone un secco altolà. Lo ha detto chiaro, a Berlusconi e Ghedini, nella cena di lunedì sera ad Arcore. Al delfino di Bossi non basta il contentino che Alfano, in un empito di federalismo, dà agli enti locali, comuni in testa, nella gestione dei lavori sostitutivi al carcere. Maroni riflette sulla lunghissima lista di reati, dalla corruzione semplice (punita fino a tre anni), ai falsi in bilancio, che rischiano d'essere lavati via senza un giorno di cella, o solo con la potatura d'un albero. E pure quelli sull'immigrazione.
Per Maroni poi le drastiche misure del ddl sicurezza si sposano male con la manica larga della messa in prova. Una contraddizione che il popolo leghista non capirebbe. L'Anm, con il presidente Luca Palamara, è cauta: "Siamo favorevoli alle misure alternative al carcere, noi stessi ne avevamo parlato con Alfano, ma con un paletto ben fermo, al massimo reati fino a tre anni".
Provvedimento bifronte, quello del Guardasigilli. Venduto, pure nella relazione che accompagna gli otto articoli, come un testo che garantisce "una volta per tutti" la certezza della pena e lega la sospensione condizionale all'obbligo dei lavori utili, ma che al contempo apre alla messa in prova. Un cavallo di troia, fuori la mano dura contro i benefici, dentro il permissivismo per chi delinque fino a quattro anni. Quando Mastella portò in consiglio la soglia dei tre anni Di Pietro parlò di "colpo di spugna su reati edilizi, ambientali, fiscali, gli incidenti sul lavoro". Si calò tra tre a due anni, ora si raddoppia.
Processi evitati per reati odiosi come frodi in commercio, manovre speculative, ma pure per un attentato ad impianti di pubblica utilità, per furti non aggravati, danneggiamenti, usura impropria, appropriazione indebita, omissione di soccorso, per finire alle violenze private. E dire che, nella relazione, si citano "reati di criminalità medio-piccola" per cui "l'esito della messa in prova estingue il reato". Cos'è, se non un'amnistia? A leggere il dibattito post indulto, il centrodestra l'avrebbe chiamata così.
Con un mano Alfano allarga, con l'altra inasprisce. Ecco la riforma della sospensione condizionale della pena che, oggi, non fa andare in carcere chi è alla prima grana giudiziaria. Il ddl prevede che, per fruirne, "il condannato assicuri un parziale ristoro alla collettività". Riecco il lavoro socialmente utile. Che diventerà obbligatorio anche per ottenere affidamento in prova e libertà controllata.
Messa in soffitta la strada del "piano carceri" con braccialetti elettronici ed espulsioni, Alfano sfoga l'incubo delle carceri piene (a marzo 2009 oltre 62mila detenuti come prima dell'indulto) cercando di svuotarle. A sfruttare al meglio le misure sarà chi, grazie a un lavoro di prestigio o a mezzi economici, potrà pagarsi un famoso avvocato e ottenere da Comuni e Regioni i lavori migliori.