È quello che stanno tentando di fare...
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Veneto Banca, l'amara beffa ai soci che perdono l'81% dei risparmi e non hanno diritto al recesso - Il Fatto Quotidiano
qui i risparmiatori sono stati letteralmente fregati da azioni non quotate cioè con dei prodotti farlocchi emessi dalla banca che decideva arbitrariamente il valore alla emissione e alla vendita (Bankitalia dov'è ?)...c'è da dire che per me solo un pollo può comprare roba del genere ma intanto sono stati in tanti a credere a questa forma di investimento.
Qui un post Grillino...
"A due giorni dall'assemblea della vergogna di Montebelluna, le proteste di 88 mila azionisti di Veneto Banca non accennano a calmarsi. Il Consiglio d'amministrazione ha tagliato il valore delle azioni da 30 a 7,3 euro, mandando in fumo i risparmi di una vita di famiglie e piccoli imprenditori. “Un colpo pesante per l'economia veneta” dice uno degli azionisti, “tantissima gente, famiglie, imprenditori, non sapeva di giocare in Borsa, altrimenti avrebbero diversificato gli investimenti” non mettendo tutti i risparmi solo su questa banca. Ma come è stata possibile una cosa del genere? E' il sistema bancario veneto. La storia di come i grandi colossi bancari riescono a metter mano sui nostri risparmi, mandandoli in fumo per i loro interessi.
Le banche popolari spolpate dagli speculatori
Iniziamo dal principio. Nel Nordest italiano, dopo la guerra, imprese e artigiani sono riusciti ad uscire dalla crisi grazie ad un sistema bancario formato da piccoli istituti vicini al territorio e ai cittadini. Sono le banche popolari, cooperative, di credito artigiano e così via. In queste banche non finivano i soldi dei magnati internazionali, ma i risparmi di una vita, il Tfr e le pensioni dei lavoratori veneti ed italiani. Oggi, cosa resta di queste banche popolari? Gli speculatori internazionali affamati di denaro hanno deciso, in combutta coi vertici delle stesse banche, che è arrivata la loro ora. Nel loro mondo in cui il profitto viene prima del bene comune e in cui i soldi sono uno strumento di potere, non un mezzo per comprare il necessario, hanno messo in piedi il meccanismo che ieri ha portato gli azionisti di Veneto Banca, esattamente come quelli di Banca popolare di Vicenza, a veder bruciati i loro risparmi di una vita.
Come VenetoBanca ha bruciato i risparmi dei suoi azionisti
In che modo? La banca aveva mentito agli azionisti proponendo azioni ad un prezzo alto e fuori da ogni canone realistico. Gli azionisti non potevano sapere, si sono semplicemente fidati di quelli che si sono rivelati poi dei pirati in giacca e cravatta. Il prezzo iniziale delle azioni era stato gonfiato in base a valutazioni personali di un tecnico esterno di Veneto Banca. Calcoli dei quali non ci è concesso approfondire il metodo perché “riservati”, nonostante le nostre richieste. Ma ieri, dato che la banca sta per diventare Spa, il Consiglio d'amministrazione è stato costretto a rivelare il reale valore di mercato delle azioni. Una confessione obbligata (data la trasformazione imminente della banca) e sudata, che è arrivata dopo una riunione durata 11 ore!
81% di perdita per i piccoli soci
Ecco l'annuncio: ai fini del recesso le azioni sono state valutate 7,3 euro contro i 30,50 euro fissati dall’assemblea di aprile, vale a dire il 76% in meno. Tenendo conto del fatto che il prezzo di 30,50 euro rappresentava già un taglio di oltre il 22% rispetto ai 39,50 euro degli anni precedenti, la perdita per i soci si aggira intorno all’81,5%. Un’enormità, ma non è detto che sia finita perché bisognerà vedere come la Borsa valuterà l’istituto di Montebelluna, che peraltro deve varare una nuova ricapitalizzazione da un miliardo di euro. Avete capito bene, l'81% dei risparmi di una vita andati in fumo per quella che potrebbe essere una truffa colossale da parte di una banca ai suoi risparmiatori.
I banchieri complici vanno puniti
Ecco svelato dunque il disegno dei grandi speculatori internazionali: le mega banche, con la complicità dell'Europa e del premier Pd vogliono distruggere e azzerare le banche del territorio per fare posto ai grandi gruppi internazionali. Una volta affondate queste piccole banche infatti, come accaduto per Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca, i grandi istituti finanziari potranno comprare per pochi spicci i loro cadaveri. Come le affondano? Obbligando le banche popolari alla conversione in Spa, come ha fatto il Pd con il suo decreto. Che speranza hanno nel mercato questi piccoli istituti al cospetto dei colossi mondiali? I vertici di queste banche sono complici, non vittime, di questo disegno diabolico: le indagini e gli arresti, le menzogne, i favoritismi e la volontà di andare in borsa ne sono la prova. Le uniche vittime sono gli azionisti ingannati. Lo conferma oggi Confedercontribuenti: "E' una rapina. Rimangono impuniti i veri colpevoli che hanno diretto la banca e che in questi anni ne hanno combinate di tutti i colori".
Dov'è Bankitalia quando serve?
Questo sistema marcio deve essere fermato. Il sistema bancario veneto è l'emblema della speculazione ai danni dei cittadini. Noi del M5S lo contrastiamo con coraggio e determinazione, al fianco dei piccoli risparmiatori. Chiediamo alla Banca d'Italia, che ammette che il M5S è l'unico a fare pressione contro queste banche, dov'era quando si trattava di vigilare? Se oggi la ricapitalizzazione di Veneto Banca la facesse la Banca d'Italia eviteremmo che lo faccia Intesa San Paolo, col finale che abbiamo appena descritto. Sarebbe un modo dignitoso di rimediare – solo in parte- all'errore commesso.
Fuori i nomi dei colpevoli!
Vogliamo che la verità venga a galla e che chi ha preso in giro e bruciato i risparmi di una vita dei cittadini azionisti venga punito. Il 19 dicembre saremo all’assemblea soci per far sentire la voce dei cittadini e gridare: fuori i nomi! Tirate fuori il libro soci di queste banche e i nomi di coloro che ai quali è stato permesso vendere le azioni quando ancora valevano tanto. Chi sono questi privilegiati che sono stati avvisati in tempo? Sì, giusto in tempo per salvarsi ad un passo dalla bufera. Un atteggiamento massonico e iniquo che ci nausea e sul quale pretendiamo chiarezza." Jacopo Berti Capogruppo M5S Regione Veneto
http://www.beppegrillo.it/2015/12/il...netobanca.html
Questi grillini quante cose vogliono sapere...:dubbio:
Slogan VenetoBanca:
“Ogni giorno ci prepariamo a un grande incontro. Quello con te”
:wacko::wacko::wacko:
E occhio all'altro slogan che merita...:
“ESISTONO LEGAMI INDISSOLUBILI. NOI CI CREDIAMO"
Cavolo ma lo dicevano pure... che parlassero forse delle loro azioni straordinarie?
Interessante questa testimonianza...:
https://www.moneyreport.it/report-ar...da-parte/13185
“In data 9 Luglio 2013, allettato dall’offerta fattami nell’Ufficio Borsino della filiale della VenetoBanca di Portogruaro (VE) relativamente ad un Bond della stessa Banca di emissione 7 Ottobre 2013 e con un tasso fisso del 3,75% scadenza 2015, accetto di aderire alla sottoscrizione dello stesso per un importo di Euro 30.000.
In una fase di tassi calanti l’offerta fattami mi sembrava alquanto vantaggiosa per piccoli risparmiatori come mia moglie ed io.
Comunque, unica condizione postami dall’ufficio Borsino della Banca era che la sottoscrizione di 30.000 Euro comportava anche un acquisto di un terzo di tale importo in azioni della VenetoBanca.
Conosco abbastanza il mercato obbligazionario, ma confesso la mia ignoranza parziale su quello azionario.
Infatti raramente ho acquistato con mia moglie delle azioni e quando ciò è stato fatto il tempo della tenuta dei titoli non ha mai superato i tre mesi.
In ogni caso il fatto che le azioni non fossero trattate nel Mercato Primario e che, pertanto, non subissero oscillazioni quotidiane ci dava conforto.
Abbiamo quindi accettato la richiesta della Banca e sottoscritto l’acquisto di 360 azioni VENETO BANCA al prezzo di 40,75 Euro.
Rimanendo in fiducia con il responsabile dell’Ufficio borsino della VENETOBANCA di Portogruaro, dopo circa un mese, e precisamente il 7 agosto 2013, firmiamo la sottoscrizione dei 30.000 pattuiti.
Arriva così l’inizio del 2014 e con esso le brutte notizie di una prossima ricapitalizzazione della VENETO BANCA.
Allarmato da ciò mi consiglio con l’Ufficio Borsino della filiale di Portogruaro il quale, per la prima volta volta, mi fa presente la reale difficoltà ad operare la vendita dei titoli nel mercato interno della banca stessa.
Prendiamo tempo fino all’Assemblea generale dell’aprile 2014 che sancisce la ricapitalizzazione della VENETO BANCA, portando, tra l’altro, il valore delle azioni da 40,75 a 39,50 Euro.
Per me e mia moglie è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: abbiamo dato mandato di vendita il 12 maggio 2014 presso la Filiale di Portogruaro.
Dopo di ciò il nulla: nessuna risposta sulla tempistica di rimborso e nessuna risposta, quanto meno, sulle intenzioni della Banca stessa sul merito.
Logicamente io e mia moglie non diamo alcun benestare all’acquisto di nuove azioni al prezzo scontato di 36,50 Euro in misura di una ogni tre vecchie detenute.
La fiducia nella Banca per noi non c’era più, pertanto che senso aveva per noi comprare altre sue azioni?
Comunque una comunicazione dalla VENETO BANCA ci arriva puntuale a fine giugno: ci si chiedeva, dalla Sede centrale, via posta, se volevamo aderire all’acquisto di nuove azioni incuranti della nostra volontà di uscire dal libro soci.
E noncuranti del fatto che dietro ogni lettera vi sia una famiglia che i soldi li misura in base alla fiducia che rivolge alla banca stessa.
E poi ancora il nulla!
Nel frattempo la ricapitalizzazione della VENETO BANCA procede, a leggere i giornali, in modo trionfale: 474 milioni di nuova emissione compreso il nuovo prezzo al ribasso delle vecchie in dotazioni ai soci. Conversione di 350 milioni di un un prestito obbligazionario convertendo in azioni. Vendita, infine, del pacchetto di maggioranza della Banca Intermobiliare. E tanti nuovi azionisti che sottoscrivono l’aumento di capitale a leggere i comunicati stampa trionfali di questa operazione.
Insomma qualcosa come 800 milioni di Euro sono entrati nelle casse della VENETO BANCA fra aumento di capitale e rimborso forzato delle obbligazioni convertibili, mentre noi con le nostre 360 azioni, disposti a venderle a qualsiasi prezzo, se potessimo, restiamo con il cerino acceso in mano.
Da aggiungere, poi, che abbiamo fatto due raccomandate all’Ufficio Reclami della sede centrale della VENETOBANCA, in Montebelluna: datate 19 maggio 2014 (con copia conoscenza alla Banca d’Italia ed alla Consob), e l’altra 14 agosto 2014.
Nel frattempo nessuna risposta dalla VENETO BANCA ma la Banca d’Italia e la Consob, invece, mi scrivono dicendo tra l’altro che nulla possono sui rapporti azionari. Ma almeno loro rispondono. Mentre la VENETOBANCA tace.
La ciliegina sulla torta per me e mia moglie arriva nel leggere che la VENETO BANCA premia, a ricapitalizzazione avvenuta, con un premio straordinario, i suoi quasi 6000 dipendenti con un bonus una tantum di 1.050 Euro di media. Totale 6.000.000 di Euro ai dipendenti mentre noi ancora con il cerino acceso in mano, nonostante si aspetti una qualche notizia da maggio.
Veniamo poi a sapere dalla fonte autorevole Consob che a giugno 2014 i reclami pervenuti in sede Ufficio Reclami stesso della sede centrale sono circa 400, a partire dal giugno dell’anno prima: e per 400 reclami di azionisti vari non danno alcuna risposta?
Ormai sconfortati io e mia moglie, in ultima istanza, analizziamo lo Statuto Sociale di VENETOBANCA e veniamo così a conoscenza del fatto che l’articolo 17 prevede la possibilità dal parte della Banca stessa di un riacquisto delle proprie azioni in misura limitate al fondo preposto non superiore comunque al 10% del capitale sociale.
Parlasi comunque di un capitale sociale di oltre tre miliardi e mezzo di Euro: non penso che 400 azionisti siano tali da mettere in crisi la banca con le loro richieste.
Ma, udite udite, la risposta alla fine arriva dalla VENETO BANCA: qualche settimana fa.
Mi si dice che la Banca affronterà fiduciosa lo stess test della BCE ad ottobre prossimo avendo Cor Tier 1 oltre l’11%. Ma esclude la possibilità di fare leva sul fondo di riacquisto interno delle azioni proprie”.
Lo vuole l’Europa ?
*
“Ho parlato di persona con la banca e ho chiesto che mi riacquistino le azioni. La risposta? Una velata minaccia…”
Qualche settimana fa dallo stesso cliente abbiamo ricevuto un ulteriore aggiornamento sulla sua vicenda mentre preparavamo questo pezzo. Il cliente è riuscito a ottenere un appuntamento di persona. Ecco il resoconto che ci ha inviato:
“Interpellato dal Direttore Territoriale della Veneto Banca mercoledì scorso, via telefonica, prendo con lui appuntamento presso la sede della stessa Banca in Piazza Brescia – Jesolo .
Al colloquio, oltre al Direttore Territoriale, signor G.F.F, vedo in sua compagnia un’altra persona che si qualifica come Responsabile di Area Veneto Banca, signora K.V.
Dopo i soliti convenevoli, il Direttore, arrivato al dunque, mi dice che tempi certi per il risarcimento delle azioni non ve ne esistono, rassicurandomi sul fatto che io, come gli altri 400 azionisti che si sono rivolti all’ufficio reclami dell’ Istituto fino al giugno 2014, risultino essere una ” pulce ” rispetto agli 88.000 azionisti che hanno dato fiducia alla Banca stessa.
Ribadisco, pertanto, che io non ho più fiducia nella Veneto Banca e pertanto credo che una pulce da risarcire come me non sia di alcun peso per la Banca stessa, come gli altri 400 in attesa di risolvere come me questioni analoghe.
La risposta del Direttore è una velata minaccia di revocarmi il mutuo che ho inscritto con la Banca stessa, in sfregio a qualsiasi norma di Legge.
Rimango letteralmente esterrefatto di tanta arroganza, mentre per il risarcimento delle azioni Veneto Banca la ennesima affermazione del Direttore Territoriale ad una mia espressione di paura di non poter vedere più i soldi dei risparmi di famiglia investiti in azioni che ho richiesto ancora in maggio 2014 di saldarmi, è stata: ” Spero che Lei si Sbagli! “. In pratica, la certezza di non perdere i soldi investiti in azioni, neanche esisterebbe per la Banca.
Incredibile ma vero, e spero che questa mia mail contribuisca ad aprire gli occhi ai tanti azionisti Veneto Banca che non hanno magari idea in che tipo di investimento senza uscita ci si è infilati quando si prova a voler disinvestire”.
La storia del signor F.B. e della sua famiglia sicuramente continua.
:wacko:...poi non ho ragione quando dico che se uno ha 2 soldi da parte fa bene a metterli in una buca nel giardino...:ph34r:
Sono sicuramente dei raggiri, ma io ci vedo anche una enorme imprudenza da parte dei risparmiatori. Io non comprerei mai azioni di una banca, e in questo momento nemmeno obbligazioni, anche se negli anni passati ho avuto in portafoglio fino alla scadenza bond di Deutsche Bank che avevano un ottimo rendimento, rivelandosi un buon investimento. Ma i tempi sono cambiati e bisogna stare all'occhio: per me anche se non sono un esperto di finanza l'ipotesi di comprare obbligazioni con l'obbligo di sottoscrivere anche azioni è una cosa che farebbe immediatamente drizzare le orecchie. Il mese scorso mi è stata segnalata la possibilità di comprare azioni di Banca Sella cheoltre ad essere la mia banca di investimento ha anche una buona reputazione, ma sinceramente non avrei disinvestito dei fondi in cambio di azioni di una banca, qualunque essa fosse.
Già i mercati sono piuttosto volatili, quindi secondo me è meglio rivolgersi sempre a fondi comuni (azionari, obbligazionari o bilanciati) che abbiano un target rispondente alla propria propensione al rischio. Oltre tutto essendo quasi tutti delle SICAV i capitali non sono a disposizione della banca presso la quale si ha il conto titoli ma del fondo stesso e sono custoditi in Lussemburgo.
Ovvio che un fondo se male amministrato può anche andare male, ma vedendo le performance degli anni precedenti un'idea ce la si può fare e quando le cose non girassero per il verso giusto le quote sono sempre vendibili sul mercato, ovviamente alla quotazione del giorno.
Ma la cautela fondamentale è e rimane una sola: differenziare gli investimenti. Mai investire i propri risparmi tutti dalla stessa parte.
Secondo me uno dei grossi problemi di questi ultimi tempi è che la gente si improvvisa investitore senza avere la minima preparazione né consulenti di fiducia. E soprattutto senza alcuna cautela magari pensando che poi qualcuno ci possa mettere una pezza.
Bel casino...
Imho il mercato finanziario assomiglia a quello che in piccolo sono le slot machine...tanti ci infilano i propri soldi con la speranza di guadagnare senza lavorare...il gestore il barista e lo stato incassano regolarmente...i più scaltri dopo un attento e minuzioso studio mettono i soldi quando la % di vincita è più alta...il resto della gente foraggia...
Ho sentito stasera notizia che una di quelle banche prometteva rendimenti del 7% mentre i BTP erano prossimi allo 0.
Una cosa del genere dovrebbe essere sospetta a chiunque. Purtroppo c'è chi si fa prendere dall'ingordigia.
è gente che non avendo idea del mercato finanziario viene facilmente convinta dalla banca a comprare quei prodotti, molti dei quali venivano venduti obbligatoriamente con finanziamenti o mutui.
Ieri su sky c'era un servizio dedicato a queste banche dove uno del Sole24ore diceva che verrà dimostrato facilmente in giudizio che molti degli investitori non sapevano quello che compravano e che la banca non ha mai dato informazione del suo stato (pessimo) di liquidità (diciamo un rating).
Un minuto di silenzio per i 18.000 Euro persi dalla Serracchiani: ora con la scusa avra' un altro motivo per alzarsi la paghetta mensile ?
in questo caso però molta di questa gente veniva convinta o obbligata (con mutui o prestiti) ad acquistare quelle schifezze in un luogo dove uno in teoria si dovrebbe sentite protetto e sicuro... la banca.
Uno che investe 30000 euro, unici suoi risparmi, in azioni non quotate va contro qualsiasi regola di normale informativa e piano di investimento, la banca lo sa benissimo l'investitore a volte no.
Concordo....come sempre...in parte.
Anch'io differenzio il più possibile e anch'io resto nelle acque placide dei fondi,ciò non toglie che non sono ancora immune dai pericoli,probabilmente con l'avvento di Basilea due la cose si faranno più chiare e i pericoli di rimetterci il capitale scomparirà quasi del tutto.
Il mio problema riguardo ai fondi d'investimento è che ho una etica e una morale. In primis non voglio che,acquistando fondi,vada in parte a finanziare aziende che non corrispondono alla mia etica e morale.
Faccio un esempio...di acquistare le azioni o obbligazioni della Beretta Armi o dell Agusta westland o di chi sfrutta il lavoro minorile in India o in Cina..non mi sta assolutamente bene,ergo valuto con la massima attenzione la composizione dei fondi prima di sottoscrivere qualsiasi contratto. Detto questo....non ho risolto una bella bega....in quanto le composizione di oggi non corrispondono o possono non corrispondere a quelle di domani. Ergo,con la massima attenzione e scrupolo,mi rivolgo esclusivamente a fondi eticamente compatibili con la mia moralità.
Esistono fondi per tutti i gusti, da quelli che investono solo su azioni o obbligazioni di aziende "etiche" secondo la concezione occidentale ad altri che seguono l'etica coranica. Ma al di là della facciata vengono individuati campi d'azione economicamente e geograficamente molto diversi.
Certo,per quanto mi sia chiaro l'etica occidentale con il controllo costante di tutta la filiera produttiva e la massima trasparenza oltre alla tipologia d'affari trattata per la responsabilità sociale, mi è sconosciuta l'etica coranica applicata all'impresa.
Ricordo vagamente che fanno delle scelte di investimento con attenzione per esempio alla proibizione di prestare soldi ad interesse.
Comunque l'interesse per l'investitore occidentale non sta in queste questioni morali o religiose, ma nel target del fondo e nei mercati in cui investe.
Come nel caso delle imprese etiche interessa molto il fatto che se possono permettersi di essere etiche ciò significa che hanno in genere una particolare solidità.
Io farei 2 cose
per prima dividerei le banche in 2
una che si occupa di commercio (prestiti mutui normali depositi pagamenti ecc ecc ecc) ed una che si occupa di investimenti e dentro ci mettevo queste cosette qui,in questo modo uno sa già dove deve rivolgersi per quello che intende fare,e non ci sarà nessuno quando va a fare un bonifico che gli proporrà nessun fondo di investimento più o meno sicuro,per quello ci si reca in una sede diversa,magari la porta accanto,ma 2 entità separate anche fisicamente.
Seconda cosa con la situazione ben definita chi brucia i propri soldi che si arrangi,nessun aiuto,perchè questa storia degli investimenti"strani" la vedo un pò come il gioco del lotto,nessuno ci obbliga siamo noi a voler rischiare,e domani uno che gioca al lotto e perde tutto si svegli e chiede soldi allo stato perchè poco informato o informato male??????
Glass-Steagall act...non lo faranno mai:oook:
Il Glass-Steagall Act (da non confondere con un'omonima legge dell'anno prima) fu la risposta del Congresso degli Stati Uniti alla crisi finanziaria iniziata nel 1929 che all'inizio del 1933 mise in ginocchio numerose banche americane.
https://it.wikipedia.org/wiki/Glass-Steagall_Act
..In Italia riuscimmo addirittura ad anticipare tutti per responsabilità di Mario Draghi, il padre del Testo unico bancario del 1993 che ha, di fatto, rimesso in piedi una pericolosa commistione fra banche commerciali e banche d’affari, abolendo la Legge bancaria del 1936 con cui fu introdotto in Italia lo standard americano della Legge Glass-Steagall....
La Legge della Separazione Bancaria – meglio nota come Legge Glass-Steagall – spiegata a tutti. | Glass-Steagall: la Separazione bancaria spiegata a tutti.
In effetti esiste già. Ormai tutte le migliori banche hanno un servizio Private Banking che si occupa di investimenti. Forse sarebbe opportuno renderlo disponibile anche a chi ha a disposizione solo poche decine di mila €.
Purtroppo quello che sempre più spesso viene a mancare è il rapporto di fiducia con la propria banca.
Molti di quei risparmiatori sono stati se non truffati quanto meno irretiti o mal consigliati. Un po' come quei figuri che suonano il campanello ad anziani e casalinghe per far firmare nuovi contratti di fornitura spesso con pretesti o inganni.
Ma del resto, da quel che ho capito, dovendosi quelle banche per forza ricapitalizzare non riuscivano a rifilare simili prodotti, rischiosi già di per sé e ancor più per la situazione della banca stessa, ad imprenditori o investitori esperti seppur propensi al rischio. Per cui fingendo di avere il cuore in mano hanno circuito i meno esperti e meno avveduti. Questo è inaccettabile, come quando altre banche si disfarono di titoli tossici rifilandoli alla clientela o infilandoli in sistemi di scatole cinesi.
L'unica cosa che si può fare nell'immediato è cercare di difendersi diffidando sempre, leggendo il più possibile a costo di andarsene a casa con la brochure per farlaleggere ad amici o parenti più smaliziati, e soprattutto differenziando, differenziando, differenziando. Questo dovrebbe essere il credo di chiunque abbia dei sodini da risparmiare: mai metterli tutti in mano allo stesso gestore.
"Che succede a quello che è contenuto nel dossier titoli? Resta nella disponibilità del cliente, che ne è proprietario a tutti gli effetti, la banca ne è solo custode: i titoli di Stato non sono emessi dalla banca fallita, ma dal Tesoro, che continua a retribuirli. Stesso discorso per le azioni. Anche i fondi comuni sono custoditi altrove, nella banca depositaria: i patrimoni sono dunque tutelati. «Chi ha un fondo può dormire tranquillo — dice Fabio Galli, direttore generale di Assogestioni — perché i beni del fondo sono separati sia da quelli della banca che li vende, sia dalla banca che possiede la società di gestione del risparmio». «Non vedo rischi per i risparmiatori sui prodotti base — dice Stefano Caselli, direttore Divisione banche Sda Bocconi —. Il dossier titoli è sempre nominativo, si è giuridicamente tutelati. L’accortezza, a essere pignoli, è conservare i documenti che dimostrano la proprietà dei titoli»."
La faccenda è davvero complicata, soprattutto nel merito della tutela dei risparmiatori (investitori?) pone a confronto punti di vista tutti validi ma come sempre in antitesi nelle origini.
E' apprezzabile il punto di vista di chi auspica un maggior assistenzialismo statale, in quanto funzione prima dello Stato è tutelare i diritti sanciti nella propria Costituzione, la nostra quale all'art. 47 enuncia che la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio, in tutte le sue forme.
E' altrettanto degna di assoluta considerazione la realtà per cui, entro i termini del nostro diritto, chi acquista un titolo di credito se ne assume pienamente le responsabilità.
In questo caso si è trattato, a quanto ho compreso, di obbligazioni subordinate ad alto rendimento, emesse da banche locali in alcuni casi già commissariate da un più di un anno; io non sono nessuno nel mondo del risparmio, ma a prescindere dal "funesto" decreto cosiddetto salva-banche non mi sembra davvero un'iniziativa degna di un "buon padre di famiglia" (quello che molti oggi citano a favore di propaganda spicciola) quella di investire ingenti riaparmi in titoli:
- molto più allettanti dei soliti paciosi lidi dei titoli di stato o dei prodotti postali
- molto allettanti ma "stranamente" (.....) emessi da una piccola banca
- emessi da una piccola banca per giunta in cattive acque
- nel caso delle obbligazioni subordinate, con una elevatissima certezza statistica di aver perso tutto in caso di fallimento della banca
Insomma, chi ha firmato con coscienza e nel pieno possesso delle sue facoltà l'acquisto di quei titoli, con un certo cinismo direi che non potrebbe far altro che raccogliere i propri cocci e portarseli a casa: non vedo motivo per il quale lo Stato debba tutelare il risultato dell'ignoranza, la superficialità o la dabbenaggine di alcuni cittadini con i soldi di tutti i gli altri, tra i quali ce ne saranno almeno altrettanti che al contrario dedicano risorse della propria vita a studiare ed informarsi per ponderare scelte tanto importanti.
Il cinismo cade ovviamente dove vi sono state delle truffe eventuali/conclamate sulla natura degli investimenti proposti.
Non ritengo quindi assolutamente puntuali e giustificati gli aiuti paventati dal Governo come "azione umanitaria" verso coloro che non sono stati vittime di una truffa, ma solo delle proprie libere scelte; quel che auspico dal Governo, invece, è che una volta tanto crei una via giuridica e giudiziaria preferenziale affinché i soggetti colpevoli del fallimento (mancato per decreto) delle banche, in quanto banche e non botteghe di paese, siano obbligati a soddisfare fintanto che possibile i creditori, i quali sono stati già obbligati dallo Stato a salvare la banca (cioè i soldi di tutti gli altri risparmiatori/correntisti).
il conto si chiuderebbe per tutti, i risparmiatori imprudenti sarebbero stati un minimo tutelati punendo al contempo chi ha agito con dolo, senza "aiuti umanitari" che non sono proprio indicati, non trattandosi di calamità o patologie.
Purtroppo tra i responsabili delle gestioni scellerate, oltre alla Banca d'Italia, vi sono pure tutti gli amministratori, direttori e figuri di varia natura come minimo, uhm... ispirati da questo o quel partito politico, magari lo stesso partito che a parte cambiamenti di denominazioni i poveri risparmiatori danneggiati hanno votato per venti, trenta, quarant'anni.
Allora, effettivamente, il conto si chiude davvero, nel modo solito della nostra Italia, dove tutti si credono più furbi degli altri, vogliono vivere egoisticamente per se stessi proteggendo l'orto di casa come scrigno invalicabile del proprio universo, ma al contempo non esitano a metterselo in culo collegialmente.
La solita, scontata Italia.
Sono d'accordo in parte...nel senso che in questa storia entra in ballo un fattore sottovalutato ma molto importante...ovvero il rapporto di fiducia tra cliente e banca...
...un po' come accade magari in tanti altri casi si instaura un rapporto di fiducia tra le persone...e se una persona ti dice delle cose poi accade che ti fidi di quello che ti dice...immagina di andare al ristorante tutti i giorni...scegli e poi vai in un dato ristorante perché ti fidi ...idem da un meccanico...o da un dentista...
se firmi suoi tuoi risparmi in base alla fiducia, allora non hai neanche il diritto di piangere nel caso andassero in fumo
E qui dovrebbero rientrare le responsabilità personali,a cui io tengo molto,se ravvisate con dolo che paghi il consulente e non la comunità,fiducia o non fiducia quando ti propongono di firmare si è sempre responsabili,in molti altri ambiti si cavalca il motto "la legge non ammette ignoranza",credo che possa valere anche in questo,mi pare che i "fregati" siano pochi rispetto al totale "rovinati"
Mi sta più che bene come principio, paper, ma la "fregatura" deve esser valutata, condannata e fin che possibile rimediata sempre nei termini delle (tante) leggi dello Stato, per questo auspico dallo stesso una miglior gestione dell'iter giuridiziario laddove vi sono state delle truffe invece di "aiuti umanitari".
Vorrei solamente ricordare che i politici dovrebbero essere al servizio del cittadino e non il cittadino al servizio dei politici! Qui non è questione di questo ha fatto quello e l'altro ha fatto così oppure non ha fatto nulla... C'è da dire che dalla fine della Seconda Guerra mondiale ad oggi, 70 anni si è creato un circolo vizioso nel quale destra, centro, sinistra, in alto, in basso, ovunque, in politica, si è pensato solamente ad arricchiere le proprio tasche (politiche) o quelle degli amici! Negli ultimi due decenni la cosa ha preso maggior visibilità (massmediaticamente parlando), facendo montare solo rabbia con conseguente calo della fiducia nella cosa pubblica! La stoccata "finale" è stata quella di far parte della UE che, in Italia, ha trovato la strada spianata alle sue mire di controllo
sentendo i fatti di Veneto Banca direi che oltre che alla fregatura hanno pure premeditato tutto dall'alto sapendo già dal principio come sarebbe finita, inoltre oltre all'informativa sul rischio di questi prodotti, molto complicata da comprendere per la stragrande maggioranza dei risparmiatori, mancava un dato che nelle normali pratiche di investimento ( nel mercato quotato dove i bilanci sono controllati e certificati) ha un valore fondamentale... non veniva minimamente accennata la mancanza di liquididità e lo stato di salute della banca (diciamo un rating) ,si è nascosto il problema all'atto delle sottoscrizioni.
Hanno già detto che le cause avranno vita facile in sede di giudizio proprio per questo motivo oltre che per tante altre metodiche di proposta dell'investimento e per il valore truffaldino attribuito alle azioni, maggiore del capitale sociale...
Articolo di Scanzi sul FQ ( cosa che viene anche ben descritta da Travaglio a Servizio Pubblico ) :
Ieri, presentando il libro di Vespa, il ministro Boschi ha detto che suo padre è una persona perbene e che Banca Etruria non ha ricevuto favoritismi dal (suo) governo. Ne prendo atto e non fatico a crederci. Certo, magari sarebbe stato bello che ieri la Boschi avesse preferito al libro di Vespa la sua città, in questi giorni devastata dal caso Banca Etruria, ma capisco che dopo aver regalato a giugno la città al centrodestra imponendo un candidato smisuratamente debole e dopo che il suo governo (e la “sua” banca) hanno contribuito a gettare nella miseria migliaia di cittadini, Arezzo non sia ora la prima città che le venga in mente. Infatti, ad Arezzo, ieri c’era Salvini. E la Boschi no.
E’ assai probabile che, di fronte al disastro ormai conclamato, il governo Renzi non potesse fare altro che anticipare il bail-in di gennaio 2016 al 22 novembre scorso. I danni erano stati fatti prima, molto prima. Con gli omessi controlli, con i conflitti d’interesse, con i favori ai soliti noti. Con le regole cambiate in corsa, con l’atteggiamento di Bankitalia, con quello della Consob. Con una congrega di (pagatissimi) dirigenti che hanno fatto più danni della grandine. Già: ma la Boschi davvero non sapeva tutto questo?
Delle quattro bad bank “salvate”, la Banca Etruria è sempre sembrata più banca delle altre. L’ho detto anche ieri a Piazzapulita e qui desidero riassumere e integrare.
Dal 2011 fino al commissariamento dell’11 febbraio 2015, il papà Pierluigi faceva parte del Cda Etruria. Non appena la figlia Maria Elena diventa ministro, il papà diventa vicepresidente della Banca. Non solo: il ministro è azionista e il fratello è dipendente. Conflitti di interesse come se piovessero. La Banca Etruria viene commissariata a febbraio 2015, per un buco di 3 miliardi, sei volte il suo patrimonio netto, ma le obbligazioni subordinate vengono ancora sbolognate agli ignari e incolpevoli risparmiatori (che il governo Renzi vuole far passare per “speculatori”). Bankitalia, constatando le “forti criticità crescenti” e una situazione disastrosa, commina multe per 2.5 milioni di euro al cda della Banca. Viene multato per 144mila euro anche Pierluigi Boschi. Per cosa? “Carenza organizzazione e controlli interni, carenza gestione e controllo del credito, violazioni in materia di trasparenza, omesse inesatte segnalazioni”. Praticamente non ha fatto niente di tutto quello che doveva fare: anzi, ha fatto l’esatto contrario. Senz’altro persona “perbene”, come dice la figlia, ma che verosimilmente ha sbagliato lavoro.
La Banca Etruria, che Travaglio definì a febbraio “salotto di cattolici e massoni”, era una banca morta molto prima del commissariamento. Eppure si continuava a spendere fino a 15 milioni di euro l’anno in “consulenze” esterne. I dirigenti si erano anche inventati una legge ad hoc per cui bastava una firma per prestare soldi agli amici degli amici: prestiti che, ovviamente, mai sarebbero rientrati. Però, quando due anni fa l’allora presidente Fornasari aumentò il capitale di 100 milioni dicendo ai soci di comprare azioni da 60 centesimi l’una, li rassicurò, sostenendo che la banca era coesa e che “l’Etruria è la banca popolare più forte del centro Italia”. Il livello generale era questo.
C’è poi un altro aspetto. Da fine ottobre 2014 a gennaio 2015, strani movimenti riguardano alcune banche popolari. Su tutte l’Etruria. La banca è in crisi, ma molti di colpo si mettono a comprare azioni convinti che da marzo quelle azioni varranno molto di più. Perché? Non è dato sapere, ma è forse dato supporre. Nel pomeriggio del 20 gennaio 2015, in neanche due ore, il governo Renzi – tramite decreto – trasforma le banche popolari con almeno 8 miliardi di attivo in Spa. Chi ci guadagna di più? Guarda un po': Banca Etruria, che registra in borsa la migliore performance dell’anno (+62.5%).
La Boschi, durante il Consiglio di ministri che vara rapidamente il decreto, non c’è. E’ assente. Ma questo non basta forse per non parlare di conflitto di interessi. Ah: molte di quelle plusvalenze e speculazioni “indovine”, che faranno poi supporre casi di “insider trading”, arrivavano da Londra. A Londra, del tutto casualmente, sta anche Davide Serra, noto finanziatore renziano col suo fondo Algebris.
Serra ha sempre detto di non avere mai comprato azioni Banca Etruria in quel periodo, ma di averlo fatto molto prima – a marzo 2014 – salvo poi rivenderle pochi giorni prima del decreto. Perdendoci un sacco di soldi (più di 20 milioni di euro). Sarebbe interessante sapere a chi le ha vendute.
Dettagli come sempre........ E con lei Veneto Banca ( gia' un annetto fa e oltre nell'occhio del ciclone, ma che ci frega ) , e la Popolare di Vicenza ( che oltretutto sta tagliando posti di lavoro a manetta riducendo le filiali e lasciando a piedi un po' di persone, magari alcune spolpandole anche dei propri risparmi ) .
Non sono carini? Chi fa parte del cerchio magico non cade mai con il culo scoperto.
Concordo con te su tutto,vorrei però inserire una considerazione ulteriore...chi deve vigilare se una banca piccola e in cattive acque emette obbligazioni?se B.I. non è in grado di vigilare occorre inserire con cadenza minimo trimestrale una revisione di bilancio per poter emettere ulteriori obbligazioni. Altrimenti in futuro ci saranno altri allocchi che si bruceranno per ingordigia.
Si,la merda è ad altissimo livello...e questo governo è merda,nulla più.
E nel frattempo ad Arezzo c'e' l'altro pirla a fare le solite sparate a casaccio su questo o quello.
Sospetti di insider trading in famiglia penso ce ne possano essere. Ma il conflitto di interessi della Boschi? Non può fare il ministro chi ha parenti in una banca? Non è mica presidente di Consob. Boh.
Probabilmente chi gli attribuisce il conflitto di interessi lo fa perchè la banca etruria è una delle banche salvate ed era amministrata dal padre della Boschi e con un bonus che sembra ad personam
"Ma la pressione sulla ministra è destinata a crescere. Il cosiddetto “decreto-salvabanche” infatti non prevede la decadenza o la sospensione dei requisiti di onorabilità per gli organi amministrativi e di controllo delle banche in risoluzione, dal momento che la disciplina vigente sull’onorabilità degli amministratori non contempla la procedura di risoluzione. Dunque, allo stato dei fatti, un amministratore o un membro del collegio dei revisori dei conti di Banca Marche, Banca Etruria, Carife e Carichieti, se anche dovesse essere ritenuto responsabile del dissesto del suo istituto, potrà comunque andare a ricoprire ruoli di vertice altrove. "