Forse.
O forse il problema è un altro :rolleyes:
Il Cavaliere è pronto a lasciare, ma
vuole garanzie, personali (processi e indagini) e per le sue aziende. È per questo che il fu re Silvio in queste ore si è blindato ad Arcore prima di presentarsi al Quirinale. E attorno al tavolo non ci sono Rubacuori o starlette: ci sono lui, Fedele Confalonieri, Piersilvio e Marina, i figli che le aziende di casa le guidano.
l vertice di famiglia, allargato nel tardo pomeriggio all’avvocato Niccolò Ghedini, uscirà con una serie di richieste. E a
Berlusconi, più che il destino personale (ha pur sempre 75 anni, non è automatico per lui che si aprano le porte di una cella) interessano le aziende, in particolare l’impero editoriale che da questa stagione esce massacrato. C’è un problema di credibilità da ricostruire, ma – soprattutto – un valore economico delle che non è più quello di qualche anno fa.
Il suo gruppo in questi dieci anni è precipitato. Nel 2000 Mediaset, Mediolanum e Mondadori valevano in Borsa 11,06 miliardi di euro. Oggi il gruppo a Piazza Affari è stimato poco sopra i 2 miliardi di euro. Ha perso molto di più rispetto a quanto i mercati in generale abbiano lasciato per strada.
Senza contare quella palla al piede che si chiama Endemol, sulla quale pesano 2,2 miliardi di debito.
Uscire dal Quirinale senza garanzie vorrebbe dire il massacro imprenditoriale di colui che si proclamò – e qualcosa da dire ci sarebbe – l’unico e insostituibile esempio di self made man all’italiana.
La buonuscita che chiede Berlusconi | Emiliano Liuzzi | Il Fatto Quotidiano