A me questi finti dissidenti delle varie aree fanno proprio ridere...reclamano libertà di coscienza...fanno tanta polvere...e poi alla vista della perdita dei loro privilegi abbassano orecchie e coda e muti...questo teatrino è stucchevole
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..è la politica dei corrotti con la faccia come il culo.. "non sono d'accordo con la fiducia e la legge mi fa schifo, ma la devo votare ed è mio dovere perché l'alternativa è che il mio partito cada"..
..praticamente una completa auto-rinuncia della libertà di pensiero e opinione..
..praticamente lo stesso bieco servilismo dei leccapiedi di Berlusconi.. come volevasi dimostrare..
..questa è la gente che vuole il 40% dei votanti..
..avanti così che siamo sempre più vicini..
questa è la situazione attuale. stessa cosa da me in regione. dovresti vedere: a parole si scannano, poi la sera se ne vanno a cena tutti a braccetto felici e contenti. con questi chiari di luna e considerando le persone modeste che siedono nei parlamenti voglio proprio vedere chi è così pazzo da rischiare gli indubbi privilegi.
quanto al renzismo poi è ancora più invasivo del berlusconismo. quello comandava e si preoccupava dei suoi interessi, questo invece è assetato di potere e sa che con le mosse giuste blinda se stesso e i suoi interessi.
ormai il concetto di democrazia sospesa è roba soltanto di 4 carbonari emarginati e considerati dei fessi. si stanno macinando gli ultimi residui di partecipazione politica.
Le tre bicamerali per le riforme istituzionali
Breve storia dei tentativi di cambiare le "regole del gioco"
23/10/2009
luca tentoni
La Prima "Bicamerale" (1983-'85)
Con un "prologo" nel 1982 (l'istituzione della Commissione per le riforme si blocca sul nascere a causa delle elezioni anticipate del 1983), la "Commissione Bozzi" - dal nome del suo presidente, deputato liberale, vede la luce. E' il primo organismo bicamerale appositamente creato - composto da venti deputati e altrettanti senatori, più il presidente - per affrontare il tema delle modifiche alla Carta repubblicana del 1947. I lavori si articolano in cinquanta sedute plenarie e trentaquattro dell'ufficio di presidenza, quindi, il 29 gennaio 1985, Bozzi presenta alle Camere la sua relazione (di maggioranza: quelle di minoranza, scritte da singoli parlamentari o presentate da gruppi parlamentari, saranno numerose e interessanti). Secondo il presidente della Bicamerale, il bicameralismo va differenziato col principio del "silenzio-assenso" per le leggi (possono essere richiamate dall'altra Camera entro un termine, altrimenti si danno per approvate); il "semestre bianco" va abolito - quindi il Capo dello Stato può sciogliere le Camere anche trovandosi negli ultimi sei mesi del suo mandato; la fiducia è concessa al solo Presidente del Consiglio (come avviene col Cancelliere tedesco). Fra l'altro, Bozzi chiede norme sull'attuazione dell'art.39 (organizzazione sindacale) e sulla democrazia interna ai partiti (statuti, elezioni primarie, limiti alle spese elettorali). Il lavoro della Commissione rappresenta una buona base per il futuro, ma nell'immediato non produce effetti concreti. La Costituzione resta immutata, ma il dibattito prosegue con sempre maggiore intensità fra gli studiosi: ormai la questione è divenuta prioritaria, anche se i tempi della politica e gli equilibri partitici non permettono soluzioni rapide e concordate.
La Seconda "Bicamerale" (1992-'94)
La Commissione bicamerale istituita nel '92 è presieduta prima dal democristiano De Mita, poi dall'ex presidente della Camera Iotti (PDS). E' composta da trenta deputati e altrettanti senatori; si occupa delle possibili riforme costituzionali riguardanti quasi tutta la Seconda Parte della Costituzione. La legge cost. 1/1993 assegna alla Bicamerale poteri referenti. Il progetto presentato all'inizio del '94 rafforza il Presidente del Consiglio (introducendo la figura del Primo ministro con poteri simili a quelli del Cancelliere tedesco), riduce il numero dei ministri, limita a quattro anni (da cinque) la durata delle legislature e divide la legislazione statale da quella regionale individuando le materie di competenza del Parlamento e lasciando il resto ai Consigli regionali. La fine anticipata di una legislatura tormentata bloccherà anche questo progetto.
La Terza "Bicamerale" (1997-'98)
La legge costituzionale 1/1997 (24 gennaio '97) istituisce una Commissione bicamerale formata da 35 deputati e 35 senatori, col compito di elaborare progetti di revisione della Seconda Parte della Costituzione "in particolare in materia di forma di Stato, forma di governo e bicameralismo, sistema delle garanzie". Entro il 30 giugno '97 la Commissione deve presentare alle Camere un progetto di legge di riforma della Seconda Parte della Costituzione, con relazione illustrativa ed eventuali relazioni di minoranza. Una volta depositato il testo del progetto della Commissione, i parlamentari di ciascuna Camera possono presentare emendamenti. Dopo l'esame di tali emendamenti, la Commissione presenta alle Camere uno o più progetti di revisione costituzionale. I testi vengono esaminati dalle Assemblee dei due rami del Parlamento. Il progetto o i progetti "sono adottati da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvati articolo per articolo dalle Camere senza voto finale su ciascun progetto, ma con voto unico sul complesso degli articoli di tutti i progetti. Nella seconda deliberazione per il voto unico finale è richiesta la maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera". Infine, la legge costituzionale così approvata è sottoposta "ad unico referendum popolare entro tre mesi dalla pubblicazione ed è promulgata se al referendum abbia partecipato la maggioranza degli aventi diritto e sia stata approvata dalla maggioranza dei voti validi". In realtà la vicenda del tentativo di revisione operato nel '97 segue solo in parte la via tracciata dalla l.cost. 1/1997. La prima fase procede regolarmente: eletto presidente il deputato D'Alema (PDS), si costituiscono quattro Comitati (forma di governo, forma di Stato, Garanzie, Parlamento e fonti normative). Effettuata una lunga serie di audizioni di esperti e rappresentanti di parti sociali, si passa - in giugno - alle prime votazioni decisive. In una di queste, la Commissione deve scegliere una fra le due ipotesi di forma di governo prospettate dal relatore Salvi: quella detta del "premierato" - prevalentemente sostenuta dai partiti di governo dell'Ulivo - e quella "semipresidenziale" - più gradita al Polo; col voto decisivo della Lega Nord si opta per l'ipotesi semipresidenziale. Il 30 giugno, come previsto, la Bicamerale presenta il testo al Parlamento. Deputati e senatori depositano circa quarantamila emendamenti. Il 16 settembre '97 la Commissione si riunisce di nuovo; il 4 novembre presenta il progetto definitivo. La revisione prospettata prevede di assegnare alle regioni la potestà legislativa per le materie nelle quali non è stata espressamente riservata allo Stato e riconosce autonomia finanziaria agli enti locali; la forma di governo semipresidenziale si accompagna alla differenziazione del bicameralismo (con riduzione del numero di deputati e senatori) e al rafforzamento dell'Esecutivo rispetto al Parlamento; si opera una distinzione fra leggi bicamerali paritarie (le Camere hanno ugual peso), non paritarie (se c'è contrasto delibera in via definitiva la Camera dei deputati), monocamerali; aumentano i cd. "membri laici" del CSM; sulle carriere di giudici e pubblici ministeri, "il compromesso raggiunto è la previsione di un comune status per tutti i magistrati, che pur non prevedendo la separazione delle carriere cerca d'impedire sovrapposizione nelle funzioni" (Roselli, "La magistratura", in "La riforma della Costituzione nel progetto della Bicamerale", Padova 1998); la Corte Costituzionale passa da quindici a venti componenti (i cinque in più sono nominati da rappresentanti degli enti locali); inoltre, anche i semplici cittadini possono rivolgersi alla Consulta. In tema di legge elettorale, restano aperte più ipotesi. Quando il progetto della Bicamerale giunge in Aula, però, nel gennaio del '98, le differenze di vedute fra le forze politiche aumentano, limitando le prospettive di riuscita del processo riformatore. Il 9 giugno l'esame del testo è cancellato dal calendario dei lavori della Camera dei deputati. L'iter si interrompe a metà, definitivamente, ancor prima del voto del Parlamento e del referendum popolare.
ecco il perche' una oligarchia........vabbe', illuminata, dai, rimane la soluzione migliore :senzaundente:
io tutti questi http://www.collezionismofumetti.com/...GI/edi_382.jpg non li vedo in giro...
Non mi pare nemmeno diverso da quello che vuole Grillo eh...o si vota come M5S decide o fuori dalle palle. Niente libertà di pensiero e opinione, ma se lo fanno PD-PDL sono ladroni, se lo fa M5S è un principio di giustizia morale :D
l'unica differenza è che non possono cadere, altrimenti chissà come sarebbe finita con molti "dissidenti"
mah..se fior di parlamentari hanno sprecato il proprio tempo dagli anni 80 ad oggi,producendo nulla di concreto qualche dubbio sugli illuminati inizia a venirmi...probabilmente sono troppo illuminati,fan commissioni per dar ad intendere e nel momento di approvare fanno saltare,in silenzio,il banco.
..non vedo cosa c'entri ora il M5S.. oltre ovviamente a fare il tipico calderone di tutto un po'..
..ad ogni modo, se bisogna comunque parlare d'altro, se non erro le espulsioni (che appunto non c'entrano nulla) avvengono dopo votazione..
..chi invece la pensava diversamente se n'è andato, ed è stato liberissimo di farlo, e ci mancherebbe.. i politici professione invece sembra preferiscano alzare la voce e minacciare un voto contrario, salvo poi ricredersi puntualmente onde evitare di ledere il proprio interesse personale..
..è il solito stomachevole atteggiamento ormai radicato nella politichetta italica: la poltrona è mia e non la lascio, a costo di rinunciare alla mia libertà di pensiero.. il tutto nascosto con discorsi paradossali come "sono contro l'idea del mio partito ma voto a favore perché altrimenti cade", ovvero letto tra le righe: un bel calcio in culo alla democrazia, alla politica e all'onore (l'ultimo volendo è trascurabile, i primi due punti vanno contro a ciò per cui esiste un Parlamento)..
..volendo proprio ipotizzare come sarebbe finita al Movimento: semplicemente come è finita.. ora contano come il due di coppe quando la briscola è a spade.