come andiamo veloci
sento sto correndo rapido
come un fortunale improvviso
di quelli che fanno tremare le foglie agli alberi
mentre sollevano gli ombrelloni facendoli volare leggeri
quasi farfalle colorate in variopinti cieli scuri
furtivo scivolo tra vicoli dimenticati
sbattendo le imposte lasciate aperte
mentre la polvere stantia lasciati gli angoli più nascosti
danza insieme a fogli abbandonati di giornali stropicciati
improbabili aquiloni
abbracciati alla vivida luce di lampi veri
scorro i volti nelle strade bagnati di pioggia
goccia a goccia su ogni viso
qualche cosa che perdo trovo
mentre sulla battigia
tuoni rombanti e pesci tamburo
al passaggio d’ulteriore follia
suonano l’ultima canzone dell’estate