Originariamente Scritto da
stella crow
Certo che ricordo Gianni! Era la prima squadra del Chambery stesso!
I nostri bimbi hanno macinato vittoria su vittoria per 8 partite prendendo solo 2 mete, in semi finale hanno trovato una squadra, di cui non ricordo il nome, che era davvero determinata, ma sono stati davvero molto coraggiosi ed hanno stretto i denti...prima meta direttamente in maul, una cosa fantastica, una macchina umana, tutta la squadra che ha spinto fino ad ottenere il punto...poi è successo il patatrak...un bambino dei nostri ha preso un cazzotto in pancia ed è scoppiato a piangere, tutta la squadra ne ha risentito...sono crollati psicologicamente, avevano retto per 8 ore di fila e quando uno di loro si è fatto male è stato come se tutti si fossero fatti male! Erano in simbiosi perfetta, io non ho mai visto una cosa simile, ero scioccata! Giorgio (mio figlio) era capitano in quel match e mi guarda con gli occhi lucidi. Gli ho urlato che lui era il capitano, i suoi compagni avevano bisogno di lui e doveva essere forte e...non so dove, ha trovato una fiammella di energia, ha abbracciato forte uno ad uno i suoi compagni e poi sono volati verso l'ennesima vittoria. Ma qualcosa si era rotto....non erano più sicuri e spavaldi come prima e in finale si è visto.
Chambery ha portato 4 squadre, noi avevamo i piccoli (6 anni) e i grandi (7anni), avevano giocato tutti, tutte le partite ed erano davvero sfiniti. Chambery, furbescamente (penso io...) fa un rimpasto e prende 6 giocatori fresch freschi che aveva tenuto a riposo da diverse partite, noi invece eravamo troppo pochi per fare così e poi i ragazzi erano arrivatio lì insieme e insieme dovevano finire...niente trucchetti!
Entrano nel campo centrale, centinaia di persone accalcate sugli spalti che fanno il tifo e loro là, in mezzo...così piccoli e lontani che quasi non li vedevo! Faccio il giro del campo e riesco aintrufolarmi dietro una transenna a bordo campo e una mamma francese mi fa passare vedendo la mia maglia rossa, capisce che mio figlio è là e che ha bisogno di me. Urlo "Georgieeeeeeeeeeee! Lui mi vede e mi sorride.
Inizia il match e sono subito dolori. 3 mete a 0 in un batter di ciglia...sono troppo stanchi! Troppo! Due bambini escono infortunati (niente di chè, sia chiaro, solo piccole contusioni curate con un bacio sulla guancia e un FORZA!) ma la squadra ormai è nel panico. Giorgio esce piangendo, ha avuto un contatto con un compagno e ha preso un colpo....si siede sull'erba e io gli urlo di farsi coraggio, sei il capitano Giorgio! non puoi mollare adesso! Devi arrivare fino in fondo! Un altro compagno si fa male e non restano più riserve e lui si alza con i lacrimoni sulle guance, mi guarda, mi fa un cenno con le mani ed entra.
Ed è stato allora che mi sono resa conto di quanto sia grande questo bambino, quanto sia forte e maturo. Hanno fatto due mete! E Giorgio ha fatto l'ultima e se l'arbitro non avesse fischiato la fine ce l'avrebbero fatta a vincere, ma in realtà, a cosa serve vincere? Loro avevano ed hanno vinto comunque, perchè sono restati in campo, perchè hanno giocato uniti e compatti fino alla fine, perchè non hanno lasciato indietro nessuno.
Spero solo che siano altrettanto forti nella vita, nell'affrontare le difficoltà che il vivere pone davanti ad ogni uomo e donna. In fondo la lezione è semplice, con il supporto di chi ti ama, la tua forza e gli amici, alla fine arrivi fino in fondo, magari non vinci, ma fai meta comunque.