le zxccole?
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avanti così....
porca trota ha ancora il 54% di gradimento. Ma forse un motivo ahimè c'è. Tolto lui c'è solo monnezza....quindi un pò mi rode ma capisco chi ancora gli dà fiducia perchè consapevole del marciume dietro di lui. Che devo dire...avanti movimento 5 stelle e speriamo nella divina provvidenza perchè siamo veramente messi male.
La gente dovrebbe leggere questo,poi non sò quantogradimento resterebbe a Monti.
Barnard: Monti odia lo Stato, come il suo maestro Hayek
Il popolo? Orribile seccatura. Va aiutato, certo: ma solo perché, prima di crepare di fame, non gli venga in mente di ribellarsi e creare noie ai ricchi, alla casta dei privilegiati. Testualmente: occorre «fornire agli indigenti e agli affamati qualche forma di aiuto, ma solo nell’interesse di coloro che devono essere protetti da eventuali atti di disperazione da parte dei bisognosi». Questa era l’infame idea di “stato sociale” del fanatico integralista austriaco Friedrich August von Hayek, profeta del libero mercato e gran maestro del premier tecnico degli italiani, Mario Monti. L’uomo che ora sta letteralmente «smembrando il futuro delle prossime due generazioni di bambini italiani e tutta la nostra ricchezza residua», per dirla con Paolo Barnard, è un ottimo discepolo dell’ideologo viennese, vissuto dal 1899 al 1992.
Quell’aberrante idea di libero mercato, dice Barnard, è realizzabile solo ad una condizione: che lo Stato democratico cessi di esistere. Perché che lo Hayek Stato moderno è nato con una precisa funzione primaria: «Proteggere la gente dalla furia predatoria del libero mercato». Sulla democrazia della comunità nazionale, Hayek si dichiarò a favore di uno Stato ridotto ai minimi termini o, a scelta, di un regime dittatoriale: un potere insindacabile, che imponesse le leggi dell’ordine supremo al popolo ignorante. «Sulla funzione pubblica della spesa statale – continua Barnard – Hayek pensò che, distruggendo ogni accesso dello Stato alla moneta, si sarebbe finalmente abolita ogni forma di spesa pubblica». Così, il teorico del liberismo «propose l’abolizione completa del monopolio statale sull’emissione della moneta». Obiettivo, appunto: “disarmare” lo Stato, «per permettere solo alle banche private di creare denaro in libera competizione fra loro». Di fatto: l’abolizione del Tesoro nazionale e del bilancio pubblico significa l’abolizione definitiva dello Stato in sé.
Tutto questo, osserva Barnard, promotore italiano della Modern Money Theory, è precisamente il disegno dell’Eurozona, cioè la sottrazione radicale agli Stati sovrani della loro moneta. Uno dei padri dell’euro, Otmar Issing, membro della Bce, ha dichiarato: «Quello che è successo con l’introduzione dell’euro ha davvero ottenuto ciò che invocava Hayek». E ancora: «E’ oggi chiaro che idee come le sue hanno ispirato i Trattati dell’Unione Europea. Non dovrebbe Hayek essere oggi felice di ciò che abbiamo fatto? Così tanta parte delle sue idee degli anni ’60 sono oggi legge europea». Lo ammette persino lui, Issing, il maggior “insider” della Bce, parlando liberamente – nel 1999 – di fronte alla platea di una delle più accanite fondazioni della destra neoliberista mondiale, l’Institute of Economic Affairs di Londra. Issing Otmar Issingriconosce che questa Unione fu davvero «modellata sul volere dei profeti delle élites sociopatiche e anti-Stato, in palese sfregio del mandato ricevuto dagli amministratori dei cittadini comuni d’Europa».
Posto di fronte alla scelta se favorire l’occupazione o la lotta all’inflazione, Hayek non ha dubbi: la lotta all’inflazione dev’essere “regina”, e tutto il resto dell’economia viene dopo, «incluse le masse disperate delle persone condannate a una vita ignobile nella disoccupazione e sottoccupazione, che non lo toccano minimamente». Un duro, herr Hayek: «Era un propagandista di un darwinismo sociale senza pietà», dice Barnard. «Per lui, ogni singolo aspetto del vivere comune, inclusa la morale, doveva essere frutto di una lotta spontanea, e mai di una pianificazione democratica dello Stato». E quindi: «Niente tutele per le minoranze, per i deboli, assolutamente no spesa dello Stato per il bene pubblico». Homo homini lupus: «Trionfa solo il “meritevole”, il forte, in assenza completa di una qualsivoglia funzione Prodi e Montipubblica». Hayek, aggiunge Barnard, è «il massimo profeta anti-Stato forse mai esistito».
“Governare le masse ignoranti”: è il principio-guida di figure come Hayek, ma anche come l’economista francese Léon Walras, come il triste italiano filonazista Julius Evola e come il francese filo-hitleriano François Perroux, l’uomo che “disegnò” il progetto dell’euro già nel 1943, interpretando la nostalgia delle élites a disagio nella modernità operaia e il sogno della destra economica transalpina incarnato da Robert Schuman. E poi Jacques Attali, profeta della restaurazione antidemocratica di François Mitterrand, nonché lo stesso Issing, il tedesco Theo Weigel e i nostri Draghi, Amato, Prodi e Bini Smaghi, fino a Mario Monti. «Tutti questi tecnocrati neoclassici e neoliberisti, che hanno o hanno avuto in pugno questo continente», per Barnard erano e sono cultori del diritto insindacabile delle oligarchie di governare la “plebaglia incolta”. Per loro, la democrazia è solo un’immensa scocciatura: è l’ostacolo che disturba il dominio incontrastato sulle masse di “outsider rompicoglioni”, per usare l’ironica definizione di cittadini coniata da Walter Lippmann.
Democrazia, questo è il problema. La soluzione? Semplice: bisogna ridurla, eroderla, comprimerla e, possibilmente, azzerarla. Detto fatto: «I trattati europei sovranazionali che hanno esautorato i Parlamenti, e l’Eurozona che ha tolto la moneta ai governi, furono pensati proprio per questo fine», dichiara Barnard. Di fronte alla scoperta che proprio le strane idee di Hayek hanno tenuto a battesimo la creazione dell’Unione Europea e quindi dell’Eurozona, «chiunque sia sano di mente dovrebbe saltare sulla sedia e gridare allo scandalo: come può il pensiero di chi odia a morte lo Stato comporre la spina dorsale di una Unione di Stati?». Regole ispiratrici votate poi da premier – in Italia Ciampi, Prodi, D’Alema, Amato – il cui mandato costituzionale doveva essere la tutela dei cittadini. Regole “suggerite” da un uomo che prescriveva il minimo sindacale di assistenza ai deboli, all’unico scopo di evitare che si ribellassero. Fine Paolo Barnard dell’incubo? No: ci siamo dentro in pieno, perché Mario Monti è un devotissimo discepolo di herr Hayek.
«Monti, come una lunga serie dei padri creatori dell’euro, è contiguo, è inzuppato, è intriso di Friedrich August von Hayek, di libero mercato integralista, di darwinismo sociale», accusa Barnard. L’algido premier “tecnico” è imbevuto cioè «del credo di chi odia lo Stato». Non è solo un fedele della Goldman Sachs, del Bilderberg, della Trilaterale: «E’ anche stato presidente del consiglio d’amministrazione del Bruegel, finanziato da Microsoft e dal mostro affamatore del mondo Syngenta». Sarà forse per questo – sospetta Barnard – che quand’era commissario europeo Monti ebbe cura di multare Microsoft «di una cifra equivalente a multare Montezemolo di 1 euro e 20 centesimi per eccesso di velocità»? Forte di cotanto curriculum, nel 2005 sempre Monti ha ricevuto proprio il premio della Friedrich August von Hayek Foundation, che già aveva “incoronato” lo stesso Issing, insieme a Margaret Thatcher.
Quel giorno del 2005, continua Barnard, il nostro Monti «siede fiero e compiaciuto in un consesso la cui ideologia ispiratrice è l’antitesi più feroce allo Stato mai concepita, se si esclude la palese tirannide». L’oratore ufficiale lo omaggia con queste parole: «Onoriamo oggi un uomo che è stato fedele nelle parole e nei fatti ai principi di Friedrich August von Hayek». Sia dunque benedetto Mario Monti, perché «la sua vita, il suo lavoro e la sua personalità non potrebbero essere meglio caratterizzati e onorati se non da un premio che porta il nome del grande economista Friedrich August von Hayek». E giù applausi. Non risulta, aggiunge Barnard, che il nostro si sia alzato e abbia rifiutato gli onori proclamando, inorridito: «Ma io sono un uomo di Stato!». E come avrebbe potuto? Già l’anno prima, nel 2004, aveva Il dittatore portoghese Salazarricevuto di buon grado la Medaglia Schuman, dal nome di un altro degno galantuomo, «amico di Salazar, di Mussolini e di Pio XII».
L’ha ricordato di recente a Milano il professor Alain Parguez, economista dell’università francese di Besançon ed ex consigliere di Mitterrand: «In un discorso del 1935 all’assemblea cattolica francese, Schuman disse che bisognava abolire le infami leggi repubblicane, ristabilire la libertà religiosa e negare sia la scuola laica che lo Stato laico». Lui, Schumann, nel cui nome Mario Monti ha accettato di ricevere la famosa medaglia, promise che «avrebbe dedicato i suoi sforzi a costruire una Unione Europea così», rivela Parguez: un’Unione Europea capace di cancellare, finalmente, le “infami leggi” delle nostre Repubbliche democratiche, basate sulla sovranità popolare sancita dalla Costituzione. Diritti, dignità, lavoro, welfare: lo Stato democratico del dopoguerra, nel quale siamo tutti cresciuti.
E dunque, si domanda Barnard: come può governare un paese democratico un tecnocrate come Monti, «con queste affiliazioni» e «con questa contiguità ideologica coi peggiori nemici dichiarati della funzione pubblica»? Ovvero: «Come può essere compatibile con un incarico di pubblico amministratore del pubblico bene?». Che poi significa «della mia e della tua vita, di quella dei tuoi genitori ammalati, o di tuo figlio a scuola». Aggiunge Barnard: «Lo capite ora com’è possibile che lui e i suoi sciagurati sicari siamo oggi intenti alla demolizione della democrazia e della sovranità economica dello Stato italiano?». Conclusione ruvidamente esplicita: Robert Schuman«Mario Monti odia lo Stato, disprezza noi e crede ciecamente nelle élites», e dall’alto dei cieli «lo benedice benevolo Friedrich August von Hayek».
Peccato che proprio il professore della Bocconi sia stato chiamato «dall’indegno presidente Giorgio Napolitano» a “salvare” il nostro Stato, conclude Barnard, che ha denunciato ai carabinieri – per “golpismo finanziario” ovvero “attentato alla Costituzione” – sia Monti che l’inquilino del Quririnale. «Tutto ciò è, nella forma, una grottesca oscenità. Nella sostanza è invece molto peggio: è la devastazione delle vite di milioni di nostri connazionali e della democrazia stessa». Una devastazione, precisa il giornalista, «pensata e voluta da questa potente scuola ideologica, senza una briciola di rimorso». E quindi: «Un crimine», né più né meno. Dopo le polemiche seguite alle accuse lanciate su Rai2 dagli studi televisivi de “L’ultima parola”, l’info-talk condotto da Gianluigi Paragone, Paolo Barnard non cambia idea e conferma: ebbene sì, «Mario Monti è un criminale»
Domanda! Monti va internato o eliminato??