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Sono passati mesi, e Fukushima come previsto ha anche iniziato ad uscire dalla memoria di noi europei. A riportarla alla ribalta sono state le notizie di due nuove forti scosse di terremoto, nei giorni scorsi. L'11 agosto, una scossa di sei gradi di magnitudo della scala Richter, con l'epicentro a pochi chilometri dalla centrale nucleare duramente danneggiata dal terremoto dello scorso marzo. Non è scattato l'allerta tsunami.
La seconda il 18 agosto, quando il nordest del Giappone è tornato a tremare: un terremoto di magnitudo 6.8 nelle acque del Pacifico di fronte alla prefettura di Fukushima, seguito dall’allerta tsunami, ha creato paura e apprensione. Ma cosa sta succedendo a Fukushima? Come è evoluta la situazione?
Come si apprende da fonti ufficiali, sono state rilevate tracce di elementi radioattivi nella ghiandola tiroidea del 45% dei bambini sottoposti a controlli delle municipalità limitrofe alla centrale nucleare di Fukushima. Un gruppo di esperti governativi ha effettuato delle analisi su 1.149 bambini sotto i 15 anni, due settimane dopo il sisma e lo tsunami dell'11 marzo, che hanno colpito la centrale nucleare di Fukushima provocando il black out dell'impianto di raffreddamento dei nuclei dei reattori e fughe radioattive di enorme entità.
Dei 1.080 test validi, il 44,6% presenta tracce di contaminazione della tiroide, la ghiandola dove si fissa lo iodio radioattivo, aumentando in questo modo il rischio di sviluppare un tumore. I risultati dei test sono stati comunicati alle famiglie solo la settimana scorsa. Questi sono i dati preoccupanti sul fronte della salute.
Anche sul fronte dell'analisi tecnica, le novità non sono affatto buone. Non fu lo tsunami, o almeno non solo lui, a causare il disastro. Già prima, vale a dire nel momento della violentissima scossa di terremoto, alcune delle strutture dell'impianto avevano ceduto in modo definitivo. La scomoda verità viene raccontata dal quotidiano britannico Independent, in un lungo articolo che raccoglie le testimonianze di numerosi tecnici e operai dell'impianto nucleare giapponese. "La posta in gioco è alta", si legge nell'articolo, "se è stato il terremoto a compromettere strutturalmente l'impianto e la sicurezza del combustibile nucleare, questo potrebbe significare che tutti i reattori di identica concezione presenti in Giappone dovrebbero essere chiusi, perché incapaci strutturalmente di resistere a scosse sismiche di una certa entità."
Nonostante mesi di disinformazione, durante i quali la Tepco, società che gestisce l'impianto, ha continuato ad affermare che quanto accaduto era "assolutamente imprevedibile" e dovuto allo tsunami, emerge in modo sempre più netto che fu il terremoto, ben prima che l'onda gigantesca travolgesse l'impianto, a bloccare il sistema di raffreddamento dei reattori. Lo tsunami, 40 minuti dopo, sommerse, spegnendoli, i generatori, provocando il definitivo spegnimento del sistema e dando il via alla catena di eventi che hanno portato poi alla fusione di tre reattori.
Situazione decisamente da scandalo, per un Paese come il Giappone. Ma di scandali ce ne sono altri dietro l'angolo. La Nuclear Safety Commission nipponica è stata accusata di aver cancellato dal suo sito i dati sui risultati delle visite mediche di controllo radiologico nella prefettura di Fukushima.
La Nuclear Safety Commission aveva caricato i risultati dei test effettuati dal governo a marzo. I risultati, incluse le informazioni che dimostravano che un bambino di 4 anni di Iwaki era stato esposto a 35 millisievert di radiazioni, un livello che non è considerato una minaccia per la salute, sono stati eliminati all'inizio di agosto, ufficialmente perché ci sarebbe la possibilità che i singoli bambini possano essere identificati, in quanto le informazioni sono dettagliate.
La cancellazione dei dati però sta insospettendo molti, visto che nessun altro dato simile per la salute dei bambini è disponibile. Come dice al network radiotelevisivo Nhk Hirotada Hirose, della Tokyo Woman's Christian University, "i bambini hanno maggiori rischi di sviluppare il cancro alla tiroide. Alla commissione non può sfuggire che la rimozione dei dati potrebbe provocare una reazione negativa riguardo all'esposizione dei bambini. La mossa va contro alla necessità di fornire informazioni accurate all'opinione pubblica".
Oltre questo, Bellona, Ong scientifico/ambientalista norvegese-russa accusa il governo giapponese di aver "nascosto informazioni e negato i fatti del disastro nucleare di Fukushima Daiichi nucleare, incluso l'aver ignorato le previsioni dal sistema di previsione delle radiazioni del loro stesso Paese, al fine di limitare le costose e distruttive evacuazioni e per evitare la discussione pubblica sul settore nucleare politicamente potente". L'accusa di Bellona si fonda sulle rivelazioni dall'Associated Press confermate da una fonte dell'ex-governo giapponese a Bellona, così come da un rapporto del New York Times.
Nils Bohmer, un fisico nucleare che fa parte di Bellona, aveva già detto più volte che il Giappone stava nascondendo informazioni sui pericoli delle radiazioni e ora è convinto che "politici potenti hanno costretto il Giappone a creare un clima della bocca chiusa, di deferenza acritica al nucleare. Questo è un altro esempio del caos della comunità nucleare giapponese, compresi industria e governo. Tutto questo dimostra la necessità urgente di cambiamenti drastici nell'industria nucleare giapponese, se l'energia nucleare deve avere un futuro in tutto il Giappone".
All'opinione pubblica sarebbero state tenute molte informazioni che cominciano a trapelare solo negli ultimi giorni. Secondo i rapporti quando è iniziato l'incidente nucleare di Fukushimas Daiichi i tecnici nucleari sapevano benissimo che la scuola elementare di Karino sarebbe stata colpita dal fallout radioattivo ma, invece di sgombrarla, è stata trasformata in un rifugio per gli sfollati del terremoto/tsunami. Rapporti su questa clamorosa sottovalutazione stati inviati alle agenzie di sicurezza nucleare del Giappone, ma il flusso dei dati si è fermato lì.
I documenti e le testimonianze ottenuti da Ap, New York Times e Bellona dimostrano una completa impreparazione dei parlamentari giapponesi, una paralisi nella catena delle comunicazioni tra le istituzioni e anche una pessima conoscenza di base del sistema di previsione delle radiazioni.
"Non è chiaro quante persone potrebbero essere state esposte alle radiazioni rimanendo in zone lungo il percorso della nube radioattiva" dice Bohmer, "figuriamoci se si sa se qualcuno possa soffrire di problemi di salute per l'esposizione. Potrebbe essere difficile provare una connessione: i funzionari della sanità dicono di non avere intenzione di dare priorità ai test sulle radiazioni per di coloro che erano a scuola".
Le rivelazioni dei dati, o meglio le confessioni, avvengono tra fine maggio e inizio giugno, quando in Giappone ci sono gli ispettori dell'International atomic energy agency (Iaea), il governo e la Tepco a quel punto non potevano più tenere del tutto nascosta la portata del disastro nucleare.
ripeto andateci voi là vicino....
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Fonte: Galileo, GIORNALE DI SCIENZA E PROBLEMI GLOBALI
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di Lorenzo Mannella
A Fukushima la situazione, ormai, è quasi ingestibile. Nella giornata di ieri il tifone Songda ha investito la centrale nucleare giapponese allagando gli impianti lasciati senza copertura. Si temono, ora, nuove perdite di acqua radioattiva dalla base dei reattori. Nel frattempo, i tecnici sono costretti a lavorare in condizioni sempre più estreme: due di loro, infatti, avrebbero superato il limite accettabile di esposizione alle radiazioni.
Il rischio allagamento è stato lanciato ieri dalla Tepco, quando, sotto la base del reattore 1, il livello dell’acqua è salito di 20 centimetri nell’arco di sole 24 ore: un ritmo 18 volte superiore al normale. I tecnici giapponesi temono che le grandi quantità d’acqua radioattiva accumulate nel reattore 1 possano facilmente disperdersi attraverso le falle nel cemento e contaminare il mare. Purtroppo, per i team di ingegneri non c’è modo di proteggere gli impianti dalla pioggia: i tetti dei reattori 1, 3 e 4, infatti, erano già collassati a marzo.
Ma dalla centrale di Fukushima arriva anche un’altra grave segnalazione sullo sversamento, nel bacino di fronte all’impianto, di una chiazza d’olio di circa 400 metri di diametro. Il liquido sarebbe fuoriuscito dalle tubature danneggiate che collegano alcuni serbatoi installati di fronte ai reattori 5 e 6. La Tepco sta mettendo ora in piedi una barriera galleggiante per impedire all’olio di raggiungere il mare aperto. Inoltre, questa mattina si è verificata una forte esplosione, forse causata dalla rottura di una cisterna contenente gas.
Il collasso delle strutture della centrale sta mettendo a dura prova le squadre di tecnici che, impreparati all’arrivo del maltempo, sono stati addirittura costretti a sospendere alcune operazioni nelle aree esterne dell’impianto. Ma il lavoro più rischioso è senz’altro quello svolto all’interno degli edifici di controllo dei reattori. Per due operai della Tepco impegnati ai reattori 3 e 4 è infatti scattato l’allarme contaminazione: secondo le ultime analisi mediche avevano già raggiunto il limite massimo di esposizione alle radiazioni, fissato a 250 millisievert (mSv). In totale, almeno altri 30 lavoratori avrebbero già raggiunto quota 100 mSv, un dato preoccupante se si considera che la fine dei lavori di messa in sicurezza dell’impianto è programmata per gennaio 2012.
L’incidente di Fukushima ha scosso l’intero Giappone, che cerca in qualche modo di reagire. Fa molto discutere la proposta la proposta di Yasuteru Yamada, un ingegnere di 72 anni che ha raccolto sul web una squadra di 200 ultra sessantenni pronti a lavorare nella centrale come volontari. Secondo Yamada, il sacrificio dei più anziani in favore dei più giovani sarebbe un atto dovuto. Il governo ha ovviamente respinto la richiesta, ma deve trovare una soluzione migliore per sostituire i tecnici a rischio contaminazione. Nel frattempo, i recenti sondaggi televisivi ribadiscono la diffidenza dei giapponesi nei confronti del governo e della Tepco, accusati di poca trasparenza nel comunicare l’emergenza. Un segnale di apertura verso il pubblico giungerebbe, invece, proprio dal colosso dell’energia nipponico, che ha installato una webcam nei pressi dei reattori per trasmettere in presa diretta l’evolversi della situazione a Fukushima.