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Originariamente Scritto da
rori
complimenti questa si che è passione !!!!:oook: e CORAGGIO:w00t:
Passione si, coraggio è un poco esagerato: diciamo capacità e sopratutto voglia di adattarsi a quel che si trova.
http://www.youtube.com/watch?v=cvLwE...hannel&list=UL
Torno all’albergo e ci sono dei grandi preparativi per il pranzo della domenica, che sarà con gli amici del proprietario: moglie e figlie mangeranno per conto loro.
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non hanno voluto che li aiutassi a preparare da mangiare, ma del resto sono l’ospite. Devo anche pensare ai miei scarponi. Avevo pensato di ripararli con dei pezzi di copertone tagliati dalle camere d’aria da bicicletta, che usavo per fissare le borse laterali morbide alla moto. Ecco in 3 semplici passaggi come si fa
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riparati gli scarponi mi ero messo a leggere qualcosa fuori della hall, ma le piccole non mi hanno lasciato scapo e quindi ho pensato che in fondo potevo ricambiare il pranzo con un poco di baby sittering
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ci siamo quindi sbizzarriti con pennarelli e carta
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mi hanno offerto la frutta..notare come una piccola bimba vietnamita sia già in grado di maneggiare un grosso coltello
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Il giochino di disegnare le faccette sulle dita non lo conoscevano
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poi una delle bimbe è venuta mostrarmi una cosa che mi ha commosso e fatto impugnare subito la macchina fotografia: è la foto della vacanza
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ovviamente prima di andare a mangiare le bimbe hanno mostrato felici alla mamma le mani completamente impiastricciate …la mamma era un poco meno felice e le ha spedite tutte a lavarsi
ci siamo quindi accomodati nella hall, io, il proprietario e i suoi amici: il conto l’ho fatto subito. 20 persone20 brinidisisi andava vicini al mezzo litro di vodka/grappa di riso. Pazienza è domenica pomeriggio
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questo è il proprietario dell’albergo
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finito il pranzo mi è sembrato il minimo aiutare a lavare piatti e stoviglie: pur decisamente ubriachi i commensali mi guardavano con stupore. Stavo facendo un lavoro da donna: però poi ho visto che erano anche sorprese le donne.
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Mi sono appoggiato al letto per mezz’ora ma non sono riuscito a dormire. Ho deciso quindi di andare a visitare un tempietto in cima alla collina appena fuori del paese e poi di prendere una delle stradine che salivano per le montagne: non le avevo segnate sulla mia mappa, ma tanto basta poi percorrere all’indietro l’andata per tornare.
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finalmente una città…che non so dov’è
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domenica pomeriggio: ci sarà parecchia gente ubriaca a letto e qualcuno sobrio in giro
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sempre attenzione al manto stradale in Vietnam
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sono rientrato a sera per la cena
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finito di mangiare inizio a raccogliere i piatti, ma il padre con tono deciso mi blocca il braccio dicendomi “Momi” e mi fa sedere sul divano. Ovvio ci pensano le ragazze. Mentre sto leggendo le mie guide passa una delle bambine e dice qualcosa al papà e lui gli rispone alzando un attimo gli occhi dal giornale. Poi in rapida successione le altre e ognuna gli rivolge la parola e lui che rispone brontolando. Il tono della moglie è più deciso e mi da l’impressione mdi una serie di cose da fare. Annuisce continuando a fumare e leggere. Improvvisamente capisco questa “maschilista” società vietnamita: come in Italia. Gli do un paio di pacche sulla spalla e poi gli mostro il numero 1 col dito indicandolo e mostrando poi la mano aperta = 5 = moglie + 4 figlie. Voglio dirgli “Tu sei da solo contro 5”. Infatti annuisce scrollando la testa. Ok ha fatto un poco il grosso quando ho iniziato a raccogliere i piatti, ma poi si è capito chi comanda.
Vado a letto: davvero tutto il mondo è paese. Ohh non posso dormire subito, devo tentare di riordinare la stanza per la partenza di domattina.
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Aspettiamo la mattina :oook:
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Stamattina, un poco a malincuore devo partire: decisamente mi sono trovato bene a Meo Vac. Inizio a dirigermi verso un altro dei miei punti fermi della vacanza ( pochi in fondo) la baia di Ha Long. Oggi è lunedì 28 maggio, ma non sono in grado di dirvi dove sono esattamente arrivato, ma credo un poco prima di Cao Bang
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prima di tutto colazione: avevo adocchiato un baracchino fuori del mercato che è già al lavoro
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posso partire
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fatto il pieno procedo verso est, salendo ancora un poco, cielo coperto, ma niente brontolii dalle nuvole: se non piove va di lusso. Il mondo però è una grande bilancia, guidata dalla legge di Murphy e infatti arriva la contropartita: la moto si spegne dolcemente mentre sto andando. Davvero no si sente un rumore qui in mezzo alle montagne del Vietnam del Nord. Che faccio ? Prima di tutto una foto ricordo
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Dato che le mie competenze meccaniche sono limitate a pieno di benzina, pressione pneumatici e livello olio metto la moto in folle e provo a riaccenderla. Riparte: minimo perfetto. Vabbè: può capitare.
Può anche ricapitare: questa è la seconda volta
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Alla fine della giornata saranno 10 i pit stop. Dopo il quinto inizio a pensare che non sono sfortunato, ma anzi, gli dei del Vietnam mi stanno incoraggiando a proseguire: la moto è vero si spegne,ma poi tanto riparte sempre. Nel silenzio delle soste mi sembra di poter sentire la loro voce che mi incoraggia
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poco dopo l’una decido di fermarmi e scelgo una scuola di un paese: ho visto una panchina all’ombra.
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Dopo un pisolo faccio conoscenza con una famiglia di insegnanti, che credo svolgano anche il compito di custodi e bidelli
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lungo la strada mi fermo a bere da questi operai addetti alla manutenzione: davvero pesante questo lavoro, fatto senza poi tanti macchinari
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bruciano maglia e sedere: sosta
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inizia a fare buio, ma di posti dove fermarsi nemmeno l’ombra. Poi arrivo a quello che ho indicato con un punto interrogativo (più o meno) e vedo questo piccolo ristorante: magari avranno una stanza.
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Ce l’hanno, e posso anche mettere dentro la moto
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alimenti non congelati
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ma vi pare che in un ristorante del Vietnam il turista possa rimanere solo ? Vi pare che un qualche bicchierino non gli verrà offerto ?
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Fortunatamente era un tavolo da 6. A nanna ? Macchè, anche se faccio fatica a crederci al piano di sotto hanno una piccola sala attrezzata per il karaoke e mi tocca pure cantare, perché hanno delle canzoni coi sottotitoli in inglese: programma avanzato, ti da anche il punteggio alla fine della canzone
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Al mattino c’è il sole e capisco meglio dove sono arrivato
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non penso riuscirò ad arrivare ad Ha Long, ma dato che sto rigorosamente rispettando la tabella di marcia, non mi preoccupo…il fatto è che non avendola scritta alla fine della giornata sono sempre perfetto: sono arrivato qui. Oggi coprirò la distanza fino a Dinh Lap
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finalmente: la prima ragazza immagine del Vietnam
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distributore locale
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arrivo a Dinh Lap e trovo subito da dormire
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la stanza è davvero grande
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anche gli insetti della stanza non scherzano
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Ormai tutti i giorni aspetto con ansia le tue belle foto e report :biggrin3:
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Vai Momi...continua a drogarci!!!:w00t:
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MOMI...:supremo: "cantastorie motociclista"!!! :bravissimo_:
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complimenti veramente....grossa voglia di emulazione e di partire!!!
grande esperienza, soprattutto perché solo soletto!!!
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grande momi!!! sempre uno spettacolo leggerti!!!
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Ma oggi niente report???
E io come vado a dormire???
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Oggi è il 30 maggio, quando mi sveglio a momenti disturbo i galli del paese che ancora stanno sonnecchiando. La sera prima mi aveva sorpreso il suono della tromba che aveva intonato un motivo che ricordava parecchio il Silenzio, da me udito parecchie volte durante il servizio militare. Non c’è ancora luce, quando improvvisamente inizia una musichetta e riesco a intendere due voci, una maschile e una femminile che conversano tra loro. Ma che sfiga: proprio vicino a una caserma doveva stare l’albergo. Mentre preparo la moto però mi rendo conto che non c’è nessuna caserma: è la radio di stato che con altoparlanti messi nel paese ne regola la vita, come probabilmente 70 anni fa.
Quanto poco valore diamo al fatto che tutto sommato, in Italia posso parlare liberamente ed esprimere le mie idee, e se mi attengo ad alcune regole di normale civiltà e rispetto gli altri e le loro proprietà, posso anche sfilare in corteo. Tanta gente avrebbe bisogno di vivere per un po’ in paesi come questo, oppure nelle ex repubbliche sovietiche, o in Cina, ma non da turista, che è sempre abbastanza facile.
Grosso modo sono a 120 km dalla baia di Ha Long: stavolta niente distrazioni, mi fermo quando arrivo là, senza divagazioni: mi ripeto il tutto per essere sicuro di quello che mi sono imposto e parto.
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I buoni propositi sono facili da promettere, ma difficili da mantenere. Appena fuori del paese, vedo tanti bimbi e ragazzi che stanno entrando in una scuola: questa è la prima volta che mi capita. Cosa ci sarà mai di male a fermarsi a fare un paio di foto ? Sono appena passate le sei del mattino o giù di lì.
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guardando gli alunni ho l’impressione che si vada dall’asilo alla terza media o giù di lì. Nessuno parla inglese, ma alcuni adulti mi invitano ad accomodarmi per il tè: saranno gli insegnanti. Casualmente nello scarno dizionario del mio frasario, ci sono tradotti 4 mestieri e uno è insegnante. Lo pronuncio e lo faccio leggere e loro annuiscono.
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poi improvvisamente arriva una delle insegnanti che un poco parla inglese e mi spiega che la scuola accoglie ragazzi dai 4 anni fino anche ai 15. Si tratta di ragazzi molto poveri, tutti di famiglie di contadini e qualcuno deve anche camminare per 2 ore per arrivare a scuola. Mi viene in mente il mio papà, che per andare alle elementari doveva camminare per 7 chilometri: questo lo fece dai 6 ai 10 anni…anzi, 11, perché essendo il più piccolo di 5 fratelli mia nonna andò dalla maestra chiedendo di bocciarlo. Mio papà studiava tantissimo, ma mia nonna aveva voluto ritardare di almeno un anno l’inizio del lavorare nei campi col nonno. Questo perché da bimbo mio padre era davvero mingherlino. Perdonate la divagazione, ma la cosa mi è immediatamente tornata in mente.
Oggi però è una giornata speciale: è la festa di chiusura dell’anno scolastico e risarà una specie di festa. Avevo infatti notato un palco e un impianto di amplificazione con 2 casse. La maestra mi chiede se desidero rimanere. Io però ho fatto il proposito di arrivare per mezzogiorno ad Ha Long Bay: già ho fatto il proposito, mica però ho promesso di mantenerlo. Con questa ampia giustificazione mando immediatamente al diavolo la tabella di marcia e accetto l’invito.
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mi fanno accomodare nei banchi posti lateralmente rispetto al piccolo palco col microfono, assieme al corpo insegnante: addirittura nel posto d’onore.
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i ragazzi vengono fatti avvicinare e fatti sedere in file a seconda dell’età..un poco militaresco, ma in fondo sono poi suddivisi per classe.
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una delle insegnanti prende la parola e penso presenti la giornata
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infatti dopo 5 minuti di discorso inizia la festa. A turno dei gruppi si esibiscono davanti ai compagni. Per lo più sono canzoni dove un gruppo accompagna un compagno un poco più intonato, con sottofondo musicale. Davvero con poco sono riusciti a mettere insieme un qualcosa di carino e divertente.
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questo gruppetto mi è piaciuto in maniera particolare: le bimbe cantavano, ballavano e mimavano le movenze degli animali di cui si sentiva ogni tanto il verso assieme alla musica. Applaudo davvero spontaneamente.
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http://www.youtube.com/watch?v=isqbz05BfGQ&feature=g-upl
Dopo una mezz’ora avanza verso il palco un'altra insegnante, tutta vestita di nero. L’avevo notata prima che dirigeva tutti: forse la preside. Noto che tutti un poco si zittiscono, chi più chi meno, mentre la signora senza espressione apre un minaccioso fascicolo di fogli. Inizia a leggere. Tono monotono e continuo, senza mai alzare gli occhi dai fogli. Anche se coperto da nubi il sole inizia a farsi sentire. Dopo 30 minuti di discorso appare il sole e qualche testa dei più piccoli inizia a barcollare, mentre questi bimbi iniziano ad appoggiarsi al compagno davanti per cercare di ripararsi. Finalmente qualche maestra si alza: meno male, penso, li faranno sedere all’ombra. Nemmeno per sogno portano loro degli ombrelli !!!
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una delle ragazzine mi guarda sconfortata: io cerocsul mio frasario nella sezione “Situazioni d’emergenza “ e trovo le parole “Aiuto” e “Vada via”. Le scrivo in vietnamita su un foglietto e gliele faccio vedere: ride e da di gomito alle amiche. Nel cortile della scuola ci sono degli alberi e finalmente dopo un’ora di discorso i più piccoli vengono portati all’ombra, giusto in tempo per evitare i primi decessi.
Man mano che il sole avanza anche i più grandi iniziano ad arretrare verso gli alberi
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La preside continua imperterrita nel suo leggere e questa è la situazione del piazzale dopo un’ora e mezza
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ormai è una situazione demenziale e inizio a pensare di andarmene: il tono della lettura non sembra dare segni di cedimento da parte della donna. Poi, improvvisamente, mi rendo conto dell’incredibile esperienza che sto vivendo. Non sono in una scuola del Vietnam, ma come Pinocchio nel ventre della balena, sono finito nella pancia del mostro, quel mostro orribile, senza colore, apparentemente diverso, ma uguale in ogni parte del mondo dove si materializza: la dittatura. Potrei essere in una scuola tedesca durante la seconda guerra mondiale, in una della Russia di Stalin, il Cile di Pinochet, la Cina di Mao, la Cambogia di Pol Pot, l’Iran di Saddam Hussein. Quella non è la preside, è la bocca e la mano di un regime. Improvvisamente mi viene quasi da ridere: sciocco che sono ad aver pensato di andarmene. Questa è un occasione unica di toccare con mano la reale situazione di un paese. La donna in nero continua a parlare. Il sole è stato nuovamente coperto e subito le maestre riposizionano i ragazzi nella posizione di inizio cerimonia. Sono davvero tosti questi bambini vietnamiti: ancora tutti vivi. Due ore e un quarto: faccio fatica a crederci, ma la donna nera ha letto per tutto questo tempo.
Vedo che si iniziano a preparare quelli che mi erano sembrati dei diplomi, degli attestati di frequenza.
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Un insegnante va verso il palco, immagino che chiamerà i gruppi o le classi dei bimbi. Illusione: anche lui ha dei fogli ed arriva così un'altra mazzata di mezz’ora di discorso.
Poi finalmente inizia la consegna dei diplomi ai vari gruppi. Come in ogni “regime “ che si rispetti, anche qui la macchina burocratica si incepa e man mano che la consegna procede è tutto un andare a correggere le consegne avvenute pochi minuti prima: i diplomi non erano stati divisi correttamente. Appena un gruppo si siede i maestri controllano e il più delle volte avvengono degli scambi. Assieme ai diplomi vengono anche consegnati degli album da colorare.
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Viene anche premiato con una piccola somma di denaro lo studente più bravo dell’anno. Ormai sono quasi le due e la cerimonia è finita. Sono un poco stanco, ma mi faccio coraggio guardando i bimbi, che devono tornare a casa a piedi, ad aiutare le famiglie nei lavori di campagna. Mi salutano tutti, anche la donna nera, felicissima che mi sia piaciuta la loro festa. Mi piacerebbe legarla a una sedia e farle riascoltare per almeno 72 ore di seguito il suo discorso, ma sorrido e la saluto.
Vado anche perché sono un poco in ritardo sulla mia tabella di marcia…vado, in somma le secchiate d’acqua arrivano sempre in questo periodo
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finalmente arrivo ad Ha Long
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Ha Long è una meta culto per ogni vietnamita ed anche se siamo in bassa stagione, ci sono pochissimi turisti stranieri, ma tantissimi vietnamiti. In alta stagione il posto è davvero molto affollato.
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il viale del lungomare abbonda di hotel di lusso anche a 5 stelle, ma fortunatamente la mia guida mi indica una strada lungo la quale ci sono delle strutture economiche e alla fine me la cavo con 7 $
Devo anche cercare di capire come funzionano le gite in barca nella baia di Ha Long. Appoggio i bagagli ed esco immediatamente.
Ha Long è proprio una località di mare e vado un attimo a vedere come sono organizzate le attività balneari
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ovviamente è una no topless zone
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raggiungo la zona di imbarco da cui partono tutte le gite in barca. I cartelli non sono tradotti, hai voglia a capirci qualcosa. Nell’ufficio del turismo non parlano inglese. Poi inizio a venire avvicinato da persone che in un inglese stentato iniziano a farmi le loro offerte: sono l’unico non vietnamita in zona. Le tariffe variano, ma alla fine riesco a capire che esiste una gita di mezza giornata per circa 20 $. Vedo un altro ufficio e qui una ragazza parla inglese: la gita più economica però parte da 60 $. Forse quella da 20$ prevede il rientro a nuoto. Alla fine mi metto d’accordo con una vecchietta per 18 $ e devo presentarmi coi soldi domattina prima delle 8.
Ormai è ora di cena, ma prima voglio almeno entrare nella hall di uno di quei lussuosi hotel del viale. Ne scelgo uno e devo dire che le 5 stelle sembrano appropriate. L’arredamento, il personale impeccabilmente vestito, i servizi di sauna, palestra idromassaggio. Negozi per lo shopping, discoteca ecc.. Esco dalla hall e faccio per avviarmi alla mot, quando vengo avvicinato da un ragazzo che in un buon inglese mi chiede se stasera voglio divertirmi. Che divertimento chiedo ? “Mister- mi dice- tonight you boom boom, nice girl !” Ok il pappa di turno: del resto la mia faccia risaltava abbastanza nell’albergo. La mia maglietta grigia e i miei jeans non l’hanno fatto nemmeno dubitare per un attimo della possibilità di concludere una buona serata in bassa stagione. Sto al gioco e gli chiedo che ragazze conosce. Il tipo è attrezzatissimo: tira fuori un cellulare con uno schermo che sembra un piccolo televisore e inizia a farmi vedere una serie di ragazze, asiatiche ed europee. Mi chiede quale preferisco. Vediamo di divertirci un poco. Gli dico che di ragazze me ne servono 3. Gli si illumina il volto: giorno feriale, bassa stagione e ne piazza 3 ad un turista straniero, cui potrà sicuramente rincarare la tariffa. Mi chiede perché 3. Gli spiego che mi serve anche una camera a due letti (è convinto che io alloggi nell’albergo, dato che mi ha visto uscire). Perché due letti mi chiede. Ovvio in un letto stano due ragazze e nell’altro…non mi lascia finire. Ha capito: due ragazze in un letto che fanno boom boom fra di loro e io che faccio boom boom con l’altra mentre guardo. Non proprio gli dico. Gli spiego che mentre due ragazze fanno boom boom la terza, dopo avermi legato ad una sedia, mi deve fare dei piccoli tagli con coltello speciale che ho con me. Finalmente inizia a vacillare e scuote la testa. Ok me lo sono tolto ditorno. Faccio per andarmene, ma lui mi ferma: “Mister-esclama- ad Ha Long c’è una ragazza che fa queste cose, ma costa di più e non so se è libera”. Non ci credo, mi fa vedere la foto di una bionda con maschera di pelle e frusta in mano. Mi ricredo il Vietnam ha davvero raggiunto un grado di civiltà elevato. Vedo che chiama, ma sono fortunato: stasera è impegnata, del resto è l’unica che fa quelle cose e sarà gettonatissima. Rimaniamo d’accordo di vederci domani pomeriggio verso le 6: definiremo tariffe e le altre due ragazze da abbinare alla bionda. Ci salutiamo con una stretta di mano
Adesso devo proprio andare a mangiare: scelgo una bancarella di frutti di mare lungo la strada…con quello che risparmierò di boom boom ci può stare
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