che bella vita quelli che hanno tempo di fare sciopero...
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che bella vita quelli che hanno tempo di fare sciopero...
sono sempre più indeciso se il problema sia la politica o la burocrazia. Abbiamo una quantità di burocrati che nel loro piccolo hanno pieni poteri per fare bloccare o andare avanti qualunque cosa....
sì ma se pensiamo ai "grandi" industriali di quel tempo erano quasi tutti italiani. Agnelli, Olivetti, ecc, ecc. Fabbriche italiane, di proprietà italiana. Se non producevano il "padrone" italiano non guadagnava. Oggi invece la situazione è diversa alla base. Una società, anche medio-piccola, ci impiega poco a delocalizzare all'estero (e ne conosco di situazioni dove amici, impiegati in aziende di non più di 14-15 persone hanno chiuso e riaperto in cina)
Io direi che la burocrazia è un sistema che se in equilibrio è l'unico modo per fare da "freno" alla politica, non dobbiamo pensare alla burocrazia come fosse la fila alle poste, ma come una serie di controlli e documentazione che ne attestano i risultati, atti ad evitare scempi ambientali tanto quanto soprusi verso i singoli... Il problema principale è lo squilibrio, sistemi farraginosi non al passo con i tempi che invece di fungere da sistema di controllo fanno solo da freno a tutto.
Ma il principio di tutto questo è da andare a ricercare nella politica, perché è lei che fa le leggi ed è lei che sa benissimo che troppe leggi uguale a nessuna legge per chi sa sfruttare il sistema.
Esempio di queste ultime ore il processo Eternit finito in prescrizione, credi che non lo sapessero gli avvocati degli imputati? Soldi alla mano trovano mille modi per allungare i tempi e ciao ciao risarcimenti per le morti.
Non colgo il nesso fra l'essere italiani dei vecchi industriali e la delocalizzazione degli italiani di adesso. Molti degli imprenditori del tessile italiano sono andati all'est e l'hanno insegnato agli altri. Non era la Fiat che produceva la 126 in Polonia e la vendeva (anche) in Italia? Se non ricordo male al tempo c'erano ancora gli Agnelli a capo di tutta la baracca. Spiegami meglio.
eh, no
la burocrazia e' la catena di trasmissione delle decisioni politiche
il controllo, che dovrebbe essere non sulle decisioni stesse, ma sulla loro messa in atto, e' sempre una decisione politica.
siccome in questo paese siamo sempre stati governati da coalizioni, e c'e' sempre stata una minoranza assai forte, la burocrazia e' servita a insinuare subdolamente, a valle delle decisioni politiche, una sorta di diritto di veto occulto
e' vero che i controlli servono, ma se la "catena di trasmissione " e' cosi' lunga e male in arnese, si rischia che , chiunque sia al comando, bene che vada la nave continuera' a muoversi secondo l'abrivio , che e' quello che succede
banalmente
la politica dei controlli nella mia azienda, prevede che un mio rimborso spese sia controllato in 3 distinti passaggi da 3 enti differenti
a volte trovano inconfgruenze da 80 centesimi, a fronte delle quali, partono mail, si fanno ulteriori controlli, mi devo recare in cassa a rifondere oppure mi devono fare una trattenuta sulla busta paga..........
mi domando: sono economicamente (e strategicamente) vantaggiosi tutti quei controlli?
non sarebbe meglio controllare a campione?
e magari utilizzare tutte quelle risorse per fare cose, invece che per controllarne altre ?
il nesso fra essere italiani e restaRE QUI STA NELLE AGEVOLAZIONI CHE QUELLE AZIENDE HANNO AVUTO
LA OLIVETTI HA RIEMPITO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE DI PRODOTTI (scusa il maiuscolo) sulla base di appalti "pilotati", la fiat ha avuto incentivi e in cambio ha aperto siti che altrimenti non avrebbe offerto.............la cosa e' finita
se non incentivi, metti sul mercato, e sul mercato l'imprenditore sceglie la soluzione piu' conveniente
Và che stiamo dicendo la stessa cosa, sai?
La differenza è nella lettura che dai al discorso delle minoranze che hanno insinuato un sistema di veto. Io non credo che sia una cosa subdola, ma credo che sia una naturale evoluzione del concetto di democrazia che se all'inizio (antica grecia) era il potere della moltitudine sulla minoranza fino a schiacciarla, si è poi capito negli anni che schiacciare e annientare la minoranza non è cosa buona, così con la creazione di regole fisse e immutabili (prendo spunto dalla definizione di wikipedia in merito alla burocrazia) si è definito un metodo e una serie di regole che ci hanno portato alla stesura di una costituzione e del compendio di leggi amministrative civili e penali che ne derivano.
La mia idea di fondo è se potessimo sfoltire e razionalizzare il sistema di leggi (ma qui stiamo di nuovo parlando di massimi sistemi e idee purtroppo utopiche) e controbilanciare il potere decisionale della politica con un potere che possa essere slegato da essa (in teoria sarebbe la Giustizia, in pratica lo è? Perché la giustizia deve applicare le regole che ha ideato la politica, che però quando vanno a toccare la politica allora la giustizia vuol comandare lei.. e via che si interviene politicamente sulla Giustizia... capisci che è un gatto che si morde la coda) potremmo avere un modo più equo e sostanzialmente bilanciato di affrontare la gestione e amministrazione di uno stato.
Per il discorso molto meno aulico delle ricevute, credo che il controllo a campione funzioni bene su sistemi che hanno delle tolleranze molto basse, dove il non beccare il prodotto fuori tolleranza non crea grossi scompensi. Esempio semplice, il prodotto a campione va bene all'uscita di un macchinario che riempie barattoli di vernice, ce ne deve mettere 400 ml, la macchina ha una tolleranza di +/-1 ml se li controlli tutti troverai 50 pezzi da 401ml e 39 da 399ml su mille in totale e alla fine avrai sprecato tempo e risorse, invece su un sistema con delle variabili molto più alte come il tuo esempio dove il tuo rimborso da persona onesta è sempre coerente, ma c'è quello furbetto che ogni tot scontrini giusti ne porta uno spropositato e frega una caterva di soldi (ovviamente ho esagerato un po' la cosa...).
OT: sta birretta?
intanto anche oggi.....ma non è che è partita una escalation?
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