Queste sono patologie che vanno studiate approfondite e curate.
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tratto da: Repubblica.it
Da più di trenta giorni Francesco Lojacono, 16 anni, Loja per gli amici, faceva lo stesso sogno. Lo raccontava, con un' aria misteriosa, ad alcuni compagni di classe, la prima B del liceo classico Massimo D' Azeglio, la scuola più famosa di Torino sui cui banchi hanno studiato Augusto Monti, Cesare Pavese, Giancarlo Pajetta, Massimo Mila e Gianni Agnelli. Mi sveglio tutto sudato, stringendo la coperta ma è un momento in cui sfogo tutta la mia violenza repressa... spiegava agli amici, senza però mai rivelare i particolari del sogno. Ieri mattina Francesco, appassionato di armi e di corpi speciali, è passato dalla fantasia all' azione. Alle 10.20, appena terminato l' intervallo, si è presentato in classe, al terzo piano del liceo. Mi hanno steccato la gamba ha spiegato alla professoressa Elena Zaccagnini che stava iniziando la prima delle due ore di latino per giustificare una leggera zoppia. Pochi minuti dopo ha estratto il fucile infilato nei jeans e sotto il giubbotto verde ed ha preso in ostaggio l' intera classe. Si è arreso mezz' ora dopo ai poliziotti avvertiti dalla presidenza del liceo: aveva già liberato gran parte dei compagni, la professoressa ed era rimasto barricato in classe con quattro amici. Ai funzionari della Digos che lo hanno interrogato, dopo la cattura, Francesco non ha saputo spiegare il suo gesto. Perché l' ho fatto? E' stata la noia o forse perché i professori mi esasperano. Dicono che non studio abbastanza e mi martellano. Ammetto di avere un po' esagerato ma ho caricato il fucile solo per spaventare, non volevo certo uccidere... ha risposto con calma serafica alle domande dei poliziotti. Probabilmente si tratta di un giovane ammalato di rambismo spiega Antonio Baranello, capo della Digos sfogliando il diario scolastico del ragazzo, riempito di foto di legionari, di Nocs, del Sas inglese e di altri corpi speciali, tra cui persino gli Spenatz sovietici . Forse ha fatto tutto questo per vedere in azione i veri Nocs.... A casa del giovane, nella sua stanza, gli agenti hanno scoperto un arsenale. In una cassetta di legno, siglata il garage di Francesco la polizia ha trovato un fucile e una pistola ad aria compressa, una lanciarazzi, una balestra con cannocchiale, una pistola ad avancarica, sei pugnali survival, e una baionetta. Quest' ultima arma ha portato all' arresto del padre del ragazzo, Antonio Lojacono, 46 anni, impiegato di una concessionaria Peugeot, colpevole di detenzione di arma da guerra. Francesco invece se l' è cavata con una denuncia per sequestro di persona. In attesa che di lui si occupi il tribunale dei minori è stato affidato alla madre, Maria Cristina Daidola, 43 anni, funzionaria della Cassa di Risparmio di Torino. Neanche la donna sa spiegare il raid del figlio al liceo. Sapevo che era appassionato di armi ma pensavo che si trattasse di una passione infantile spiega Francesco è sempre stato un ragazzo tranquillo, non ha mai dato problemi.... Ma Francesco meditava da tempo l' irruzione in classe. Lo aveva confidato a me racconta Simona Giordano, 16 anni, compagna di classe e amica del ragazzo . Aveva letto almeno cinque volte Ossessione, un romanzo di Stephen King dove uno studente sequestra con un fucile la sua classe e uccide tutti i professori. Mi disse di volere fare una cosa analoga, di voler restare in classe per tre giorni. Che doveva trovare il coraggio di farlo. Aveva anche organizzato tutto, decidendo chi doveva restare in classe e chi, troppo emotivo, doveva essere liberato. Addirittura mi raccontò che aveva già tentato giorni fa ma aveva avuto paura ed aveva riportato il fucile in casa.... Nessuno però aveva preso sul serio i propositi di Francesco. In classe conoscevano tutti la sua mania per le armi. Spesso lo avevano preso in giro perché andava a scuola calzando gli anfibi e sognava di diventare un legionario come quelli conosciuti nell' estate in Corsica. La passione per i corpi speciali e i fucili d' assalto lo aveva portato a frequentare con distacco il Fronte della Gioventù, il cui simbolo spiccava sullo zainetto dei libri, ma soprattutto gli procurava un certo fascino agli occhi delle compagne. Parlava sempre di dover fare qualcosa con il fucile raccontano i compagni . Non spiegava, si limitava a dire qualcosa.... Forse la spiegazione della follia di Francesco si trova in una citazione riportata sul diario. E' la frase che chiude Il Mucchio selvaggio, il film di Peckimpah, quando il vecchio Edmund O' Brien, unitosi ai rivoltosi messicani sussurra all' ex amico Robert Ryan: Io e i ragazzi abbiamo un lavoro da dare. Non sarà come ai vecchi tempi ma è qualcosa.... Qualcosa quindi è l' azione per l' azione, non importa in nome di chi e di che cosa. E ieri mattina Francesco ha deciso di realizzare il sogno. D' altronde proprio lui aveva proposto ai compagni di fondare un circolo per sognatori, i cui membri dovevano impegnarsi a trasformare in realtà le fantasie. Sono le 10.20, quando si presenta in classe, zoppicando. Sotto il giaccone ha nascosto il Remington Speed Master 522 del padre, un fucile calibro 22 con quattordici colpi nel caricatore. In tasca ha altre trenta pallottole ed ha riempito lo zaino con viveri e un fornelletto da campo. Gli ho detto che se aveva la giustificazione poteva entrare ricorda la professoressa Elena Zaccagnini . Come prevede il regolamento della scuola. Quando ho alzato gli occhi aveva il fucile puntato.... Francesco spiega che non vuol fare male a nessuno ma che tutti devono obbedire ai suoi ordini. Spedisce una ragazza con un messaggio vergato frettolosamente su un protocollo dalla vicepreside a cui chiede una radio a bassa frequenza in dotazione alla polizia, cibo per 36 ore diviso in scatole di cartone non più grandi di 30 per 20 cm e acqua. Legge sul registro i nomi di chi deve abbandonare la classe. Ci sono ventitré presenti, quattro ragazzi sono assenti. In aula restano in cinque, quattro maschi e Simona Giordano. Francesco sbarra la porta con i banchi, senza accorgersi che si apre dall' esterno. A quel punto ho voluto uscire anch' io... spiega Simona. La vicepreside però ha già avvertito la polizia. Poco dopo gli agenti fanno capolino sulla soglia dell' aula. Francesco, nascosto dietro la cattedra, punta il fucile. Gettalo o ti spariamo intimano più volte i poliziotti mentre i compagni rimasti in ostaggio supplicano l' amico di arrendersi. Dopo lunghi minuti di attesa Francesco posa il fucile sulla pedana e lo spinge lontano.
15 Novembre 1990.
ora Francesco ha 44 anni.
cresciuto sano senza Youtube, console, social network eccetera eccetera eccetera.
i malati di mente ci sono sempre stati e sempre ci saranno...negare che l'utilizzo smodato di console e giochi assurdi ( Cosa "clinicamente" provata ) ne provochi un aumento smisurato é da ciechi
probabilmente sarò cieco.
anche se il coniugare i luoghi comuni che imperversano ad articoli come quello soprastante mi porta a notare uno strabismo altrove.
l'articolo parlava di "rambismo", probabilmente vedere della violenza in tv può "provocare danni" anche se non è interattiva.
ma è una mia sterile opinione da non esperto clinico.
si usa dire che rendon ciechi pure quelli :w00t:
e com'è che tutti non avete il cane guida?o giocavate con le bambole o è una bufala come il rambismo da play station:biggrin3: