Spero li catturino tutti vivi...
Il poliziotto freddato a terra si chiamava Ahmed. R.I.P.
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Spero li catturino tutti vivi...
Il poliziotto freddato a terra si chiamava Ahmed. R.I.P.
quelli acculturati e un po famosi, inorriditi
tutto il resto approva e se non approva dice che e' stata un'azione interna/israeliana/americana per screditare ancora l'islam
nel mio piccolo ho chiesto al mio collega yemenita(buon musulmano che ha fatto anche l'haji) , cosa ne pensasse, ne piu ne meno, i figli di emigranti arabi o magrebini, hanno fervore religioso come cicciolina e' vergine, semplicemnte pazzi disadattati senza lavoro che trovano nel corano radicale l'unico stimolo a fare qualcosa senza neanche capirci un cazzo
https://docs.google.com/document/d/1...ySfsUZqgc/edit
Buona lettura...
Non so se sia una bufala ma gira la notizia di un'altra sparatoria con feriti gravi sempre a paris
Basterebbero avere pari diritti di libertà, loro in Europa sono liberi i cristiani in terra loro NO!
Quando ti difendi da qualcuno che ti opprime sì. Una volta i socialisti dicevano "guerra al regno della guerra, morte al regno della morte".
Coinvolti un uomo e una donna, con un poliziotto ferito. Uomo in fuga nel Metro Si parla di giubbotti antiproiettile e fucili automatici ma pare non ci siano collegamenti diretti.
Da noi, in un mondo moderno e libertario, le chiese cristiane ancora limitano i diritti di altri cristiani a vivere la loro vita senza condizionamenti religiosi, pensa un po'. In molti casi non si dà la morte, ma si costringe alla sofferenza il ché è molto peggio.
Noi non siamo migliori, soltanto meno violenti per motivi storici. Quando saremo davvero diversi avremo qualche chanche di difesa in più.
Montrouge : deux agents municipaux blessés par balles, un suspect en fuite
Montrouge : deux agents municipaux blessés par balles, un suspect en fuite
Deux agents municipaux ont été touchés par balles ce jeudi matin, vers 8h10, à Montrouge Hauts-de-Seine), à hauteur du 101 avenue Pierre Brossolette. Ils avaient été appelés sur les lieux d'un accident de la circulation, impliquant une Clio grise, selon France Info.
C'est à ce moment qu'un ou deux hommes auraient ouvert le feu à l'aide de fusils d'assaut.
Un homme se serait aussitôt enfui à pied en direction de la station de métro Châtillon-Montrouge. Des témoins évoquent un autre homme prenant la fuite en voiture en direction de Paris, certains témoins précisant qu'il portait un gilet pare-balles et conduisait une Clio blanche. Une voiture correspondant à cette description a été retrouvée vers 9h30 à proximité du métro Laplace.
Un homme présent sur les lieux a été interpellé peu après. On ignore encore s'il s'agit d'un tireur présumé. Un suspect est en fuite, selon le ministre de l'Intérieur.
D'après les premiers éléments, il n'y a «pas de lien établi avec l'attentat de Charlie Hebdo», selon des sources proches du dossier. L'homme, âgé de 52 ans selon l'une de ces sources, était porteur d'un gilet pare-balles, d'une arme de poing et d'un fusil mitrailleur. Il serait connu pour des faits de banditisme.
Les deux blessés sont dans un état critique et bénéficient de soins en urgence absolue. Leur pronostic vital est engagé. Cinq ambulances de pompier ont été dépêchées sur la scène de la fusillade.
La première victime est une femme, âgée de 25 ans, agent de la police municipale de Montrouge chargée de la circulation, touchée dans le dos. L'autre blessé serait un agent de la voirie.
Une cellule de soutien psychologique a été mise en place. Un conducteur de la RATP qui aurait vu le visage du fugitif serait entendu par les enquêteurs. Le ministre de l'Intérieur Bernard Cazeneuve a quitté précipitamment la réunion de crise de l'Elysée sur l'attentat contre Charlie Hebdo pour se rendre sur les lieux. Le maire de Montrouge est également présent sur place.
Se c'e' una nazione cosi' islamizzata e' proprio la Francia, e i motivi li sappiamo entrambi.
Per loro era un poliziotto, cosi' come loro erano e sono criminali.
Li devono beccare, processare e dare l'ergastolo in isolamento.
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Non in mio nome - Igiaba Scego - Internazionale
Oggi mi hanno dichiarato guerra. Decimando militarmente la redazione del giornale satirico Charlie Hebdo mi hanno dichiarato guerra. Hanno usato il nome di dio e del profeta per giustificare l’ingiustificabile. Da afroeuropea e da musulmana io non ci sto.
“Not in my name”, dice un famoso slogan, e oggi questo slogan lo sento mio come non mai. Sono stufa di essere associata a gente che uccide, massacra, stupra, decapita e piscia sui valori democratici in cui credo e lo fa per di più usando il nome della mia religione. Basta! Non dobbiamo più permettere (lo dico a me stessa, ai musulmani e a tutti) che usino il nome dell’islam per i loro loschi e schifosi traffici.
Vorrei che ogni imam in ogni moschea d’Europa lo dicesse forte e chiaro. Sono stufa di veder così sporcato il nome di una religione. Non è giusto. Come non è giusto veder vilipesi quei valori di convivenza e pace su cui è fondata l’Unione europea di cui sono cittadina. Sono stufa di chi non rispetta il diritto di ridere del prossimo. Stufa di vedere ogni giorno, da Parigi a Peshawar, scorrere sangue innocente. E ho già il voltastomaco per i vari xenofobi che aspettano al varco. So già che ci sarà qualcuno che userà questo attentato contro migranti e figli di migranti per qualche voto in più. C’è sempre qualche avvoltoio che si bea delle tragedie.
È così a ogni attentato.
A ogni disgrazia cresce il mio senso di ansia e di frustrazione. A ogni attentato vorrei urlare e far capire alla gente che l’islam non è roba di quei tizi con le barbe lunghe e con quei vestiti ridicoli. L’islam non è roba loro, l’islam è nostro, di noi che crediamo nella pace. Quelli sono solo caricature, vorrei dire. Si vestono così apposta per farvi paura. È tutto un piano, svegliamoci.
Per questo dico che mi hanno dichiarato guerra. Anzi, ci hanno dichiarato guerra.
Questo attentato non è solo un attacco alla libertà di espressione, ma è un attacco ai valori democratici che ci tengono insieme. L’Europa è formata da cittadini ebrei, cristiani, musulmani, buddisti, atei e così via. Siamo in tanti e conviviamo. Certo il continente zoppica, la crisi è dura, ma siamo insieme ed è questo che conta. I killer professionisti e ben addestrati che hanno colpito Charlie Hebdo vogliono il caos. Vogliono un’Europa piena di paura, dove il cittadino sia nemico del suo prossimo. E in questo vanno a braccetto con l’estrema destra xenofoba. Tra nazisti si capiscono. Di fatto vogliono isolare i musulmani dal resto degli europei. Vogliono vederci soli e vulnerabili. Vogliono distruggere la convivenza che stiamo faticosamente costruendo insieme.
Trovo bellissimo che alla moschea di Roma alla fine del Ramadan, per l’Eid, ci siano a festeggiare con noi tanti cristiani ed ebrei. Ed è bello per me augurare agli amici cristiani buon Natale e agli amici ebrei happy Hanukkah. È bello farsi due risate con gli amici atei e ridere di tutto. Si può ridere di tutto, si deve. Ecco perché questo attentato di oggi è così pauroso. Fa male sapere che degli esseri umani siano stati uccisi da una mano vigliacca perché volevano solo far ridere, ma fa male anche capire il disegno che c’è dietro, ovvero una volontà di distruzione totale.
Una distruzione che sapeva chi e cosa colpire.
Niente è stato casuale. Sono stati spesi molti soldi da chi ha organizzato il massacro. Sono stati scelti uomini addestrati. È stato scelto un target, la redazione di un giornale satirico, che era sì un target simbolico, ma anche facile da attaccare. Tutto è stato studiato nei minimi dettagli. D’altronde una dichiarazione di guerra lo è sempre. Chi ha compiuto questo attentato sa cosa produrrà. Sa il delirio che si sta preparando. Allora se siamo in guerra si deve cominciare a pensare come combatterla. In questi anni la teoria della guerra preventiva, dell’odio preventivo, delle disastrose campagne di Iraq e Afghanistan hanno creato solo più fondamentalismo.
Forse se si vuole vincere questa guerra contro il terrorismo l’Europa si dovrà affidare a quello che ha di più forte, ovvero i suoi valori. Chi ha ucciso sa che si scatenerà l’odio. Ora dovremmo non cascare in questa trappola. Ribadire quello che siamo: democratici. Ha ragione la scrittrice Helena Janeczek quando dice che liberté, égalité, fraternité è ancora il motto migliore per vincere la battaglia. E i musulmani europei ribadendo il “Not in my name” potranno essere l’asso nella manica della partita. L’Europa potrà fermare la barbarie solo se i suoi cittadini saranno uniti in quest’ora difficile.
non per difendere le istituzioni eclesiastiche cristiane/cattoliche, da noi puo fare l'ateo/miscredente/strafottente e non frega niente a nessuno, se in pakistan,Yemen,Arabia Saudita,Qatar dichiari le stesse cose, ti accusano di apostasia e il minimo so 4 anni al gabbio con l'impiccagione come massimo della pena
si Noi abbiamo i nostri limiti e in anni bui abbiamo fatto pure di peggio(vedi inquisizione e medioevo), questi so rimasti fermi all'anno 650