È quello che stanno tentando di fare...
Visualizzazione Stampabile
Veneto Banca, l'amara beffa ai soci che perdono l'81% dei risparmi e non hanno diritto al recesso - Il Fatto Quotidiano
qui i risparmiatori sono stati letteralmente fregati da azioni non quotate cioè con dei prodotti farlocchi emessi dalla banca che decideva arbitrariamente il valore alla emissione e alla vendita (Bankitalia dov'è ?)...c'è da dire che per me solo un pollo può comprare roba del genere ma intanto sono stati in tanti a credere a questa forma di investimento.
Qui un post Grillino...
"A due giorni dall'assemblea della vergogna di Montebelluna, le proteste di 88 mila azionisti di Veneto Banca non accennano a calmarsi. Il Consiglio d'amministrazione ha tagliato il valore delle azioni da 30 a 7,3 euro, mandando in fumo i risparmi di una vita di famiglie e piccoli imprenditori. “Un colpo pesante per l'economia veneta” dice uno degli azionisti, “tantissima gente, famiglie, imprenditori, non sapeva di giocare in Borsa, altrimenti avrebbero diversificato gli investimenti” non mettendo tutti i risparmi solo su questa banca. Ma come è stata possibile una cosa del genere? E' il sistema bancario veneto. La storia di come i grandi colossi bancari riescono a metter mano sui nostri risparmi, mandandoli in fumo per i loro interessi.
Le banche popolari spolpate dagli speculatori
Iniziamo dal principio. Nel Nordest italiano, dopo la guerra, imprese e artigiani sono riusciti ad uscire dalla crisi grazie ad un sistema bancario formato da piccoli istituti vicini al territorio e ai cittadini. Sono le banche popolari, cooperative, di credito artigiano e così via. In queste banche non finivano i soldi dei magnati internazionali, ma i risparmi di una vita, il Tfr e le pensioni dei lavoratori veneti ed italiani. Oggi, cosa resta di queste banche popolari? Gli speculatori internazionali affamati di denaro hanno deciso, in combutta coi vertici delle stesse banche, che è arrivata la loro ora. Nel loro mondo in cui il profitto viene prima del bene comune e in cui i soldi sono uno strumento di potere, non un mezzo per comprare il necessario, hanno messo in piedi il meccanismo che ieri ha portato gli azionisti di Veneto Banca, esattamente come quelli di Banca popolare di Vicenza, a veder bruciati i loro risparmi di una vita.
Come VenetoBanca ha bruciato i risparmi dei suoi azionisti
In che modo? La banca aveva mentito agli azionisti proponendo azioni ad un prezzo alto e fuori da ogni canone realistico. Gli azionisti non potevano sapere, si sono semplicemente fidati di quelli che si sono rivelati poi dei pirati in giacca e cravatta. Il prezzo iniziale delle azioni era stato gonfiato in base a valutazioni personali di un tecnico esterno di Veneto Banca. Calcoli dei quali non ci è concesso approfondire il metodo perché “riservati”, nonostante le nostre richieste. Ma ieri, dato che la banca sta per diventare Spa, il Consiglio d'amministrazione è stato costretto a rivelare il reale valore di mercato delle azioni. Una confessione obbligata (data la trasformazione imminente della banca) e sudata, che è arrivata dopo una riunione durata 11 ore!
81% di perdita per i piccoli soci
Ecco l'annuncio: ai fini del recesso le azioni sono state valutate 7,3 euro contro i 30,50 euro fissati dall’assemblea di aprile, vale a dire il 76% in meno. Tenendo conto del fatto che il prezzo di 30,50 euro rappresentava già un taglio di oltre il 22% rispetto ai 39,50 euro degli anni precedenti, la perdita per i soci si aggira intorno all’81,5%. Un’enormità, ma non è detto che sia finita perché bisognerà vedere come la Borsa valuterà l’istituto di Montebelluna, che peraltro deve varare una nuova ricapitalizzazione da un miliardo di euro. Avete capito bene, l'81% dei risparmi di una vita andati in fumo per quella che potrebbe essere una truffa colossale da parte di una banca ai suoi risparmiatori.
I banchieri complici vanno puniti
Ecco svelato dunque il disegno dei grandi speculatori internazionali: le mega banche, con la complicità dell'Europa e del premier Pd vogliono distruggere e azzerare le banche del territorio per fare posto ai grandi gruppi internazionali. Una volta affondate queste piccole banche infatti, come accaduto per Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca, i grandi istituti finanziari potranno comprare per pochi spicci i loro cadaveri. Come le affondano? Obbligando le banche popolari alla conversione in Spa, come ha fatto il Pd con il suo decreto. Che speranza hanno nel mercato questi piccoli istituti al cospetto dei colossi mondiali? I vertici di queste banche sono complici, non vittime, di questo disegno diabolico: le indagini e gli arresti, le menzogne, i favoritismi e la volontà di andare in borsa ne sono la prova. Le uniche vittime sono gli azionisti ingannati. Lo conferma oggi Confedercontribuenti: "E' una rapina. Rimangono impuniti i veri colpevoli che hanno diretto la banca e che in questi anni ne hanno combinate di tutti i colori".
Dov'è Bankitalia quando serve?
Questo sistema marcio deve essere fermato. Il sistema bancario veneto è l'emblema della speculazione ai danni dei cittadini. Noi del M5S lo contrastiamo con coraggio e determinazione, al fianco dei piccoli risparmiatori. Chiediamo alla Banca d'Italia, che ammette che il M5S è l'unico a fare pressione contro queste banche, dov'era quando si trattava di vigilare? Se oggi la ricapitalizzazione di Veneto Banca la facesse la Banca d'Italia eviteremmo che lo faccia Intesa San Paolo, col finale che abbiamo appena descritto. Sarebbe un modo dignitoso di rimediare – solo in parte- all'errore commesso.
Fuori i nomi dei colpevoli!
Vogliamo che la verità venga a galla e che chi ha preso in giro e bruciato i risparmi di una vita dei cittadini azionisti venga punito. Il 19 dicembre saremo all’assemblea soci per far sentire la voce dei cittadini e gridare: fuori i nomi! Tirate fuori il libro soci di queste banche e i nomi di coloro che ai quali è stato permesso vendere le azioni quando ancora valevano tanto. Chi sono questi privilegiati che sono stati avvisati in tempo? Sì, giusto in tempo per salvarsi ad un passo dalla bufera. Un atteggiamento massonico e iniquo che ci nausea e sul quale pretendiamo chiarezza." Jacopo Berti Capogruppo M5S Regione Veneto
http://www.beppegrillo.it/2015/12/il...netobanca.html
Questi grillini quante cose vogliono sapere...:dubbio:
Slogan VenetoBanca:
“Ogni giorno ci prepariamo a un grande incontro. Quello con te”
:wacko::wacko::wacko:
E occhio all'altro slogan che merita...:
“ESISTONO LEGAMI INDISSOLUBILI. NOI CI CREDIAMO"
Cavolo ma lo dicevano pure... che parlassero forse delle loro azioni straordinarie?
Interessante questa testimonianza...:
https://www.moneyreport.it/report-ar...da-parte/13185
“In data 9 Luglio 2013, allettato dall’offerta fattami nell’Ufficio Borsino della filiale della VenetoBanca di Portogruaro (VE) relativamente ad un Bond della stessa Banca di emissione 7 Ottobre 2013 e con un tasso fisso del 3,75% scadenza 2015, accetto di aderire alla sottoscrizione dello stesso per un importo di Euro 30.000.
In una fase di tassi calanti l’offerta fattami mi sembrava alquanto vantaggiosa per piccoli risparmiatori come mia moglie ed io.
Comunque, unica condizione postami dall’ufficio Borsino della Banca era che la sottoscrizione di 30.000 Euro comportava anche un acquisto di un terzo di tale importo in azioni della VenetoBanca.
Conosco abbastanza il mercato obbligazionario, ma confesso la mia ignoranza parziale su quello azionario.
Infatti raramente ho acquistato con mia moglie delle azioni e quando ciò è stato fatto il tempo della tenuta dei titoli non ha mai superato i tre mesi.
In ogni caso il fatto che le azioni non fossero trattate nel Mercato Primario e che, pertanto, non subissero oscillazioni quotidiane ci dava conforto.
Abbiamo quindi accettato la richiesta della Banca e sottoscritto l’acquisto di 360 azioni VENETO BANCA al prezzo di 40,75 Euro.
Rimanendo in fiducia con il responsabile dell’Ufficio borsino della VENETOBANCA di Portogruaro, dopo circa un mese, e precisamente il 7 agosto 2013, firmiamo la sottoscrizione dei 30.000 pattuiti.
Arriva così l’inizio del 2014 e con esso le brutte notizie di una prossima ricapitalizzazione della VENETO BANCA.
Allarmato da ciò mi consiglio con l’Ufficio Borsino della filiale di Portogruaro il quale, per la prima volta volta, mi fa presente la reale difficoltà ad operare la vendita dei titoli nel mercato interno della banca stessa.
Prendiamo tempo fino all’Assemblea generale dell’aprile 2014 che sancisce la ricapitalizzazione della VENETO BANCA, portando, tra l’altro, il valore delle azioni da 40,75 a 39,50 Euro.
Per me e mia moglie è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: abbiamo dato mandato di vendita il 12 maggio 2014 presso la Filiale di Portogruaro.
Dopo di ciò il nulla: nessuna risposta sulla tempistica di rimborso e nessuna risposta, quanto meno, sulle intenzioni della Banca stessa sul merito.
Logicamente io e mia moglie non diamo alcun benestare all’acquisto di nuove azioni al prezzo scontato di 36,50 Euro in misura di una ogni tre vecchie detenute.
La fiducia nella Banca per noi non c’era più, pertanto che senso aveva per noi comprare altre sue azioni?
Comunque una comunicazione dalla VENETO BANCA ci arriva puntuale a fine giugno: ci si chiedeva, dalla Sede centrale, via posta, se volevamo aderire all’acquisto di nuove azioni incuranti della nostra volontà di uscire dal libro soci.
E noncuranti del fatto che dietro ogni lettera vi sia una famiglia che i soldi li misura in base alla fiducia che rivolge alla banca stessa.
E poi ancora il nulla!
Nel frattempo la ricapitalizzazione della VENETO BANCA procede, a leggere i giornali, in modo trionfale: 474 milioni di nuova emissione compreso il nuovo prezzo al ribasso delle vecchie in dotazioni ai soci. Conversione di 350 milioni di un un prestito obbligazionario convertendo in azioni. Vendita, infine, del pacchetto di maggioranza della Banca Intermobiliare. E tanti nuovi azionisti che sottoscrivono l’aumento di capitale a leggere i comunicati stampa trionfali di questa operazione.
Insomma qualcosa come 800 milioni di Euro sono entrati nelle casse della VENETO BANCA fra aumento di capitale e rimborso forzato delle obbligazioni convertibili, mentre noi con le nostre 360 azioni, disposti a venderle a qualsiasi prezzo, se potessimo, restiamo con il cerino acceso in mano.
Da aggiungere, poi, che abbiamo fatto due raccomandate all’Ufficio Reclami della sede centrale della VENETOBANCA, in Montebelluna: datate 19 maggio 2014 (con copia conoscenza alla Banca d’Italia ed alla Consob), e l’altra 14 agosto 2014.
Nel frattempo nessuna risposta dalla VENETO BANCA ma la Banca d’Italia e la Consob, invece, mi scrivono dicendo tra l’altro che nulla possono sui rapporti azionari. Ma almeno loro rispondono. Mentre la VENETOBANCA tace.
La ciliegina sulla torta per me e mia moglie arriva nel leggere che la VENETO BANCA premia, a ricapitalizzazione avvenuta, con un premio straordinario, i suoi quasi 6000 dipendenti con un bonus una tantum di 1.050 Euro di media. Totale 6.000.000 di Euro ai dipendenti mentre noi ancora con il cerino acceso in mano, nonostante si aspetti una qualche notizia da maggio.
Veniamo poi a sapere dalla fonte autorevole Consob che a giugno 2014 i reclami pervenuti in sede Ufficio Reclami stesso della sede centrale sono circa 400, a partire dal giugno dell’anno prima: e per 400 reclami di azionisti vari non danno alcuna risposta?
Ormai sconfortati io e mia moglie, in ultima istanza, analizziamo lo Statuto Sociale di VENETOBANCA e veniamo così a conoscenza del fatto che l’articolo 17 prevede la possibilità dal parte della Banca stessa di un riacquisto delle proprie azioni in misura limitate al fondo preposto non superiore comunque al 10% del capitale sociale.
Parlasi comunque di un capitale sociale di oltre tre miliardi e mezzo di Euro: non penso che 400 azionisti siano tali da mettere in crisi la banca con le loro richieste.
Ma, udite udite, la risposta alla fine arriva dalla VENETO BANCA: qualche settimana fa.
Mi si dice che la Banca affronterà fiduciosa lo stess test della BCE ad ottobre prossimo avendo Cor Tier 1 oltre l’11%. Ma esclude la possibilità di fare leva sul fondo di riacquisto interno delle azioni proprie”.
Lo vuole l’Europa ?
*
“Ho parlato di persona con la banca e ho chiesto che mi riacquistino le azioni. La risposta? Una velata minaccia…”
Qualche settimana fa dallo stesso cliente abbiamo ricevuto un ulteriore aggiornamento sulla sua vicenda mentre preparavamo questo pezzo. Il cliente è riuscito a ottenere un appuntamento di persona. Ecco il resoconto che ci ha inviato:
“Interpellato dal Direttore Territoriale della Veneto Banca mercoledì scorso, via telefonica, prendo con lui appuntamento presso la sede della stessa Banca in Piazza Brescia – Jesolo .
Al colloquio, oltre al Direttore Territoriale, signor G.F.F, vedo in sua compagnia un’altra persona che si qualifica come Responsabile di Area Veneto Banca, signora K.V.
Dopo i soliti convenevoli, il Direttore, arrivato al dunque, mi dice che tempi certi per il risarcimento delle azioni non ve ne esistono, rassicurandomi sul fatto che io, come gli altri 400 azionisti che si sono rivolti all’ufficio reclami dell’ Istituto fino al giugno 2014, risultino essere una ” pulce ” rispetto agli 88.000 azionisti che hanno dato fiducia alla Banca stessa.
Ribadisco, pertanto, che io non ho più fiducia nella Veneto Banca e pertanto credo che una pulce da risarcire come me non sia di alcun peso per la Banca stessa, come gli altri 400 in attesa di risolvere come me questioni analoghe.
La risposta del Direttore è una velata minaccia di revocarmi il mutuo che ho inscritto con la Banca stessa, in sfregio a qualsiasi norma di Legge.
Rimango letteralmente esterrefatto di tanta arroganza, mentre per il risarcimento delle azioni Veneto Banca la ennesima affermazione del Direttore Territoriale ad una mia espressione di paura di non poter vedere più i soldi dei risparmi di famiglia investiti in azioni che ho richiesto ancora in maggio 2014 di saldarmi, è stata: ” Spero che Lei si Sbagli! “. In pratica, la certezza di non perdere i soldi investiti in azioni, neanche esisterebbe per la Banca.
Incredibile ma vero, e spero che questa mia mail contribuisca ad aprire gli occhi ai tanti azionisti Veneto Banca che non hanno magari idea in che tipo di investimento senza uscita ci si è infilati quando si prova a voler disinvestire”.
La storia del signor F.B. e della sua famiglia sicuramente continua.
:wacko:...poi non ho ragione quando dico che se uno ha 2 soldi da parte fa bene a metterli in una buca nel giardino...:ph34r:
Sono sicuramente dei raggiri, ma io ci vedo anche una enorme imprudenza da parte dei risparmiatori. Io non comprerei mai azioni di una banca, e in questo momento nemmeno obbligazioni, anche se negli anni passati ho avuto in portafoglio fino alla scadenza bond di Deutsche Bank che avevano un ottimo rendimento, rivelandosi un buon investimento. Ma i tempi sono cambiati e bisogna stare all'occhio: per me anche se non sono un esperto di finanza l'ipotesi di comprare obbligazioni con l'obbligo di sottoscrivere anche azioni è una cosa che farebbe immediatamente drizzare le orecchie. Il mese scorso mi è stata segnalata la possibilità di comprare azioni di Banca Sella cheoltre ad essere la mia banca di investimento ha anche una buona reputazione, ma sinceramente non avrei disinvestito dei fondi in cambio di azioni di una banca, qualunque essa fosse.
Già i mercati sono piuttosto volatili, quindi secondo me è meglio rivolgersi sempre a fondi comuni (azionari, obbligazionari o bilanciati) che abbiano un target rispondente alla propria propensione al rischio. Oltre tutto essendo quasi tutti delle SICAV i capitali non sono a disposizione della banca presso la quale si ha il conto titoli ma del fondo stesso e sono custoditi in Lussemburgo.
Ovvio che un fondo se male amministrato può anche andare male, ma vedendo le performance degli anni precedenti un'idea ce la si può fare e quando le cose non girassero per il verso giusto le quote sono sempre vendibili sul mercato, ovviamente alla quotazione del giorno.
Ma la cautela fondamentale è e rimane una sola: differenziare gli investimenti. Mai investire i propri risparmi tutti dalla stessa parte.
Secondo me uno dei grossi problemi di questi ultimi tempi è che la gente si improvvisa investitore senza avere la minima preparazione né consulenti di fiducia. E soprattutto senza alcuna cautela magari pensando che poi qualcuno ci possa mettere una pezza.
Bel casino...