GENOVA (4 settembre) - Roberto Benigni arriva a Genova, alla festa del Pd, accolto da quattromila persone e dai due aspiranti leader, Dario Franceschini e Pierluigi Bersani, e, prima di immergersi nell'enigma della vita, cantato da Dante nella Divina Commedia, sferza tutti: leader del Pd alla ricerca di una bussola «dopo il record assoluto di meno 4 milioni di voti» e il premier Silvio Berlusconi che «non è Superman ma Hulk».
Con il suo arrivo alla festa democratica, il premio Oscar riesce nell'impresa di unire in piena battaglia congressuale Franceschini e Bersani, che siedono uno al fianco dell'altro. «Abbiamo fatto l'accordo unitario: io e Bersani ci ritiriamo e Benigni fa il segretario», scherza il segretario del Pd. Il comico toscano non è tenero con i Democratici. «Veltroni - scherza - ha scritto "Noi". Se continua così la prossima volta scriverà "Io". Dobbiamo recuperare, non scendere mai sotto il 2% e tra Fini e Bersani dobbiamo scegliere la linea». Ma sono soprattutto le vicende legate al premier e il rapporto tra politica e stampa, al centro delle polemiche di questi giorni, nel mirino dei Benigni che, saltando sul palco, parla come un fiume in piena per mezz'ora.
«Prima dio immergerci nella trascendenza - è l'esordio - parliamo di vacanze, di yacht, di bagasce, mignotte e escort ... tutte cose riassumibili in una parola: Berlusconi». Non è vero, sostiene il premio Oscar, «che non c'è libertà di stampa. Oggi Berlusconi ha detto: "in Italia c'è libertà di stampa". Ed ha obbligato i quotidiani a pubblicare domani l'agenzia». Il presidente del consiglio «si è un pò incattivito, ha venduto Kakà ed ha comprato Feltri, che costa meno ma sulle punizioni non sbaglia». E ironizza sul doppio senso delle veline: «Feltri le pubblica? È un pò un vizio di famiglia. Ora dice che ne ha tante, che Bersani e Franceschini hanno gli scheletri a casa e loro hanno chiamato Fassino: "a Piero la devi smettere di venire a casa mia"».
Berlusconi, scherza il comico, «è, beato lui, malato di satiriasi ... magari mi desse mezzo virus». E più volte ripete: «Silvio, perchè non mi inviti alle orge, tutti ignudi, chi con le bambole gonfiabili, chi con le pecore. Silvio, ci sono tanti disoccupati, dai a loro qualche mignotta». Nella sua tirata Benigni cita anche le querele a Repubblica e all'Unità. «Dice che avrebbe risposto ad altre domande. Tipo se gli si chiedeva: "come stai", certo avrebbe risposto: "sì bene". Se giura sulla testa dei suoi figli, di chi sono i figli?».
La realtà è che, continua Benigni tra gli applausi, «Berlusconi non è Superman ma è Hulk e vuole passare alla storia come Berlusconi il Trombatore. Di farfalle è piena l'Italia, se ne è occupato anche Superquark». E anche su questo piano , non perdona il premio Oscar, la sinistra non regge il confronto con Berlusconi: «Veltroni è famoso ... la prostituta con lui è durata 3 minuti compresa la doccia». Differenze che il comico toscano vede di riflesso quando va all'estero: «Quando nominavo Prodi stavano tutti zitti e seri, ora se nomino Berlusconi, sapete le risate».
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