Munro: scrive per lo più racconti, brevi storie umane. Mi piace lo stile sobrio diretto. Delle 'Verità svelate' poi é intrigante il fatto che in alcune storie, riproponga personaggi già citati, senza che le storie si intreccino peraltro. Non caratterizza i personaggi, da una parte lascia più spazio alla fantasia.
Gimenez-Bartlett: la adoro, sia per i romanzi di Petra Delicado, ispettore della polizia madrilena sia per gli altri lavori. A parte le avventure della Delicado secondo me la sua opera non ha un filo conduttore. Ad esempio in 'Una stanza per tutti gli altri' narra e analizza la vita della cameriera di Virginia Woolf partendo dalla lettura del suo diario, in alcuni passi riporta anche il parallelo con il diario della Woolf. Sembra di essere in casa, con i personaggi del gruppo di Bloomsbury che entrano ed escono dalla casa della Woolf. Ne esce un ritratto della Woolf impietoso.
Mansfield: semplicemente una perla per me. Adoro lo stile, semplice e riflessivo. Dipinge con le parole. 'In una penzione tedesca' racconti, ritratti di scene viste e vissute durante uno dei suoi tanti soggiorni in case di cura. La Mansfield é morta giovane, era di salute molto cagionevole.
Curiosità: é citata anche nel libro della Bartlett, ha frequentato il gruppo Bloomsburry anche se marginalmente.
Infine McCarthy: come ho detto una rilettura. Ambientazione post-olocausto, un padre e un figlio. Non esiste rapporto, non esistono nomi, solo corpi, un bambino cui è negata l'umanità oltre ad un'infanzia e una giovinezza, lui nasce con la Responsabilità del genere umano. Da non leggere in momenti di difficoltà![]()