LUTTO NAZIONALE
«No da decine di scuole
al minuto di silenzio»
La Gelmini si scusa. Una preside: solo retorica
ROMA — La decisione era stata presa venerdì scorso: un minuto di silenzio in tutte le scuole per ricordare i sei militari italiani uccisi in Af*ghanistan. Ma ieri non tutti hanno seguito l’invito arriva*to via circolare dal ministero dell’Istruzione. In alcuni casi sono stati i genitori degli stu*denti a protestare, telefonan*do agli uffici scolastici regio*nali oppure allo stesso mini*stero della Pubblica istruzio*ne dove si parla di «alcune de*cine di segnalazioni». Arrive*rebbero, sempre secondo il ministero, soprattutto dalle regioni del Nord, Lombardia, Veneto, Piemonte e Liguria.
C’è anche chi rivendica apertamente questa scelta, co*me la preside di una scuola elementare di Roma, la Iqbal Masih, nel quartiere popolare Casilino, 30 per cento di stu*denti stranieri. «In questo momento — dice Simonetta Salacone, candidata non elet*ta alle ultime europee per Si*nistra e libertà, il partito di Ni*chi Vendola — sarebbe stata solo retorica. Se proprio va os*servato un minuto di silenzio deve essere dedicato a tutte le vittime che muoiono sul posto di lavoro e del resto an*che quei soldati stavano fa*cendo il loro lavoro». La sua scuola è intitolata a un ragaz*zino pachistano ucciso per es*sersi battuto contro il lavoro minorile. Un anno fa l’edifi*cio venne ricoperto di drappi neri per protesta contro la ri*forma Gelmini, un’iniziativa poi imitata in tutta Italia. In*somma, la preside conosce i meccanismi dell’informazio*ne e della politica e adesso di*fende la sua decisione: «Non è stata una scelta polemica ma pedagogica. In ogni caso una vera missione di pace va fatta con dottori e insegnanti non con i militari».
Niente mi*nuto di silenzio in altre due elementari romane: la Piero Maffi dove, raccontano i geni*tori di alcuni alunni, «questi inviti non vengono mai ri*spettati perché capita che non siano condivisi da tutti i docenti» e nella Guglielmo Marconi dove, spiegano, la «circolare del ministero non è mai arrivata». «Mi sento di chiedere scu*sa alle famiglie dei nostri sol*dati » dice il ministro Maria*stella Gelmini. «L’idea che, per motivi di polemica politi*ca, alcuni docenti e dirigenti scolastici abbiano voluto deli*beratamente mancare di ri*spetto a chi ha dato la propria vita per portare pace e sicu*rezza nel mondo — aggiunge — è una cosa che riempie di amarezza». Parole alle quali la preside Salacone risponde polemica: «Le scuole che han*no deciso di non osservare il minuto di silenzio hanno al*trettanto cordoglio nei con*fronti delle famiglie dei sei militari uccisi almeno quanto il ministro Gelmini, ma inve*ce di buttarla in retorica lo manifestano nel silenzio per*sonale e nella riflessione». Nel quartiere della scuola, ie*ri sera, sono spuntati una de*cina di manifesti con una scritta a mano: «La Iqbal Ma*sih non rispetta i soldati italia*ni ». La preside ha raccontato di aver ricevuto una telefona*ta anonima di minacce.
il mio non vuole essere un post polemico,soltanto la dimostrazione che non sono pochi quelli che la pensano come parte di noi