LONDRA - Dopo la copertina che gli ha dedicato ieri Newsweek, uno dei due maggiori settimanali politici americani, con l'esplicito titolo di "Dump Berlusconi" (Scaricate Berlusconi), stamani anche il Washington Post, il quotidiano che indagò sullo scandalo Watergate e portò il presidente Nixon alle dimissioni, concentra l'attenzione sul primo ministro italiano, con un lungo articolo di Anne Applebaum, columnist di affari internazionali. Silvio Berlusconi, scrive la commentatrice, "è stato accusato di evasione fiscale, corruzione e soppressione della stampa, sua moglie lo ha lasciato sostenendo che va con prostitute e fa orge nella sua villa in Sardegna, lui racconta barzellette imbarazzanti (e continua a ripeterle - come quella sulla 'abbronzatura' di Obama), è in guerra con la magistratura italiana, con quasi tutti i giornalisti che non lavorano per lui e con la Chiesa cattolica, e in più ora la Corte Costituzionale gli ha tolto l'immunità per cui possiamo aspettarci una nuova serie di processi e scandali che lo riguardano. Eppure l'aspetto più interessante del primo ministro italiano è questo: gli italiani continuano a votarlo. Perché? "
E io lo chiedo a voi, perchè ??????
Londra - Nella marea di articoli sul caso Berlusconi pubblicati oggi dalla stampa internazionale, spiccano gli editoriali non firmati, dunque espressione del pensiero della direzione del giornale, come usa nel mondo anglosassone, di quattro dei più autorevoli quotidiani del mondo: Financial Times, New York Times, Wall Street Journal, Guardian. Quello del più importante quotidiano finanziario d'Europa suggerisce senza mezzi termini agli alleati del presidente del Consiglio di liberarsi di lui per il bene dell'Italia. Una valutazione condivisa dall'altra parte dell'Atlantico dal Nyt, secondo il quale "l'era Berlusconi è durata troppo".
L'editoriale del giornale newyorkese, intitolato "La Legge e Silvio Berlusconi", inizia con un giudizio tranciante: "Mercoledì è stato un brutto giorno per Silvio Berlusconi ma un bel giorno per la democrazia italiana". Il riferimento è alla sentenza della Corte costituzionale su quella che il New York Times definisce "la vergognosa legge approvata dopo le elezioni dello scorso anno che garantiva a Berlusconi l'immunità dai processi per tutto il tempo in cui rimaneva in carica". Il quotidiano osserva poi che "la Corte Costituzionale ha ricordato il principio fondamentale della democrazia che nessuno, neppure il più ricco o il più potente, può ergersi sopra la legge, anche se un Parlamenteo compiacente gli costruisce per legge l'immunità". Dopo aver ricordato i processi che riprenderanno, il Nyt scrive: "Gli avvocati di Berlusconi sostengono che la necessità di difendersi nei processi distrarrano il premier dai suoi doveri. Ma lui già sembra aver speso molta più energia a difendersi dai suoi controversi casi personali che a reagire ai problemi che attanagliano l'Italia... Non è una situazione accetabile per l'Italia e per l'Europa. L'era Berlusconi è durata troppo a lungo, con troppi pochi risultati positivi. E' tempo per entrambe le coalizioni di sviluppare una nuova generazione di leader più costruttivi e competenti da presentare agli elettori".
"La sentenza della Corte Costituzionale (che gli ha tolto l'immunità) è il più serio smacco subito da Berlusconi nel suoi 15 anni in politica", afferma l'editoriale del Financial Times. "Da un anno il premier è coinvolto in uno scandalo di prostitute e veline, ma la decisione della Corte lo colpisce dove fa più male. Il premier dovrà ora affrontare una serie di processi in cui è accusato di corruzione ed evasione fiscale". Il giornale della City ricorda la reazione di Berlusconi secondo cui si tratta di un complotto politico orchestrato contro di lui dalla sinistra, ma obietta: "Il giudizio della Corte è giusto. Il capo di governo, in una democrazia, non può essere al di sopra della legge". Il risultato è che Berlusconi, "chiaramente indebolito", dovrà passare più tempo a occuparsi dei suoi problemi legali e meno a occuparsi degli affari di governo, mentre l'immagine internazionale dell'Italia "soffrirà ulteriormente". Berlusconi entrò in politica dopo la crisi creata da Tangentopoli, "per darsi una piattaforma da cui difendersi dalle accuse di corruzione" che già lo riguardavano, scrive il Ft, "ed è una tragedia, per l'Italia e per l'Europa, che lo abbia fatto". L'Italia, per causa sua, "non è riuscita a maturare politicamente". Molti italiani ancora appoggiano Berlusconi, conclude l'editoriale del Financial Times, "ma i suoi alleati di centrodestra dovrebbero contemplare l'idea di disfarsi di lui. L'Italia starebbe certamente meglio senza Berlusconi".
Anche la principale agenzia di stampa europea, la Reuters, dedica un editoriale alla vicenda, a firma del columnist europeo Paul Taylor e sotto il titolo: "Berlusconi non deve trascinare l'Italia giù con lui". "Silvio Berlusconi sembra determinato a trascinare le
istituzioni giù con lui ora che lentamente affonda in una palude di processi e di scandali. Ma i suoi alleati politici non dovrebbero legare il proprio destino irrevocabilmente al suo". Dopo aver ricordato i processi che si riaprono e la reazione del premier ("vere farse") il columnist attacca: "Queste non sono parole degne di un uomo che è stato eletto per seguire la costituzione e la legge. Del resto, ciascuna delle tre volte in cui Berlusconi nell'ultimo quindicennio ha preso il potere, ha speso il primo anno e anche più ad attuare leggi self-service, che gli garantissero l'immunità, decriminalizzando le accuse di frode e
cambiando lo statuto della prescrizione. I suoi interessi personali e i suoi affari hanno avuto la precedenza sul governo dell'Italia, che ha seriamente bisogno di riforme". E ancora: "Berlusconi ha dichiarato che non
ha alcuna intenzione di lasciare volontariamente. Ma i suoi alleati dovrebbero considerare se il magnate miliardario dei media è diventato più un peso che un elemento prezioso per il loro futuro". Come? Ambiziosi politici conservatori come il presidente della Camera Fini dovrebbero soppesare i rischi del regicidio contro i pericoli di essere trascinati giù con Berlusconi. Per la salvezza dell'Italia, dovrebbero trovare il coraggio, e farlo velocemente".
Anche l'editoriale del Guardian, uno dei più autorevoli quotidiani britannici, rammenta la tesi di Berlusconi di un complotto della sinistra contro di lui che coinvolgerebbe i tre ultimi presidenti della Repubblica, uno dei quali, Scalfaro, era "un fervente cattolico anticomunista", e un altro, Ciampi, "un banchiere e un tecnocrate". E allora, osserva il Guardian, di che cospirazione si tratta? "Non c'è stato alcun complotto. La persona che è pericolosa, nel senso che sta attivamente danneggiando le istituzioni italiane, è Berlusconi". Per questo, afferma il giornale londinese, è necessario che ora, abolita l'immunità, i processi contro di lui riprendano e vadano avanti: "Ogni altro corso di eventi spingerebbe ancora di più l'Italia lontano dal suo presente democratico e indietro verso il suo passato fascista".
Con un titolo che parafrasa il famoso romanzo di Kundera, "L'insostenibile nudità legale di Silvio Berlusconi", l'editoriale del Wall Street Journal riassume quello che è accaduto e fa le ipotesi su quel che accadrà, inclusa la possibilità che i processi avanzino lentamente, che il premier non venga condannato per la scadenza dei termini processuali e che tutto continui più o meno come ora. Ma in tal caso, conclude il quotidiano finanziario americano, "il vero perdente sarebbe il popolo italiano".
NYT: "Mercoledì un bel giorno per la democrazia italiana" - Politica - Repubblica.it