






Non solo è utopistico pensare che si possa vivere insieme nel rispetto con chi dichiara che sei un essere inferiore se non sei della sua religione, ma la cosa , essposta così è anche sbagliata in sè.
La storia delle religioni non è le religioni.
Così come la storia della medicina non è medicina.
Una religione è qualcosa di più della sua storia.
N0n v'è dubbio che la conoscenza possa aiutare, ma per dialogare bisogna essere in due e possibilmente sullo stesso piano.
Attualmente questo piano di parità esiste solo per il cristianesimo, cattolico in particolare. Tutte le altre confessioni si mettono su un piano diverso.
Conosco la differenza ed ero cosciente di scrivere una imprecisione, ma ce l'ho con quest'Europa dei burocrati di cui anche la Corte Europea è una delle espressioni.
Ultima modifica di 357magnum; 03/11/2009 alle 19:30 Motivo: UnionePost automatica
un piano che esiste solo quando fa comodo. Quando l'uaar mise la pubblicità sugli autobus a genova si sono mobilitati i sindacati ed alcuni autisti hanno rifiutato di guidare. Oltre ai soliti anatemi scagliati dal vaticano si intende!
Però quando poco dopo un prete ha affittato dei cartelloni pubblicitari (credo in provicina di brescia o forse bergamo, non ricordo con esattezza dove) per fare pubblicità alla parrocchia ed attirare più gente in chiesa, il vaticano ha applaudito l'iniziativa.
Dove sta la libertà di espressione ed il piano di parità del cristianesimo?
edit: l'ultima frase puoi leggere "clero cattolico" al posto di "cristianesimo", in fondo è il clero che decide![]()

[QUOTE=357magnum;2662287]Non solo è utopistico pensare che si possa vivere insieme nel rispetto con chi dichiara che sei un essere inferiore se non sei della sua religione, ma la cosa , essposta così è anche sbagliata in sè.
La storia delle religioni non è le religioni.
Così come la storia della medicina non è medicina.
Una religione è qualcosa di più della sua storia.
N0n v'è dubbio che la conoscenza possa aiutare, ma per dialogare bisogna essere in due e possibilmente sullo stesso piano.
Attualmente questo piano di parità esiste solo per il cristianesimo, cattolico in particolare. Tutte le altre confessioni si mettono su un piano diverso.
sono d'accordo con te che è utopistico ma preferisco impegnarmi in questa direzione che non nel desiderio di molti di rimandare queste persone nei loro paesi...
Parlo di storia delle religioni con cognizione di causa...la ritengo solo una base per conoscere e sapere se voglio approfondire una delle religioni studiate...o magari nessuna...
Non ho ben compreso se pensi che per i cristiani tutte le religioni sono uguali...se questo è il tuo pensiero la mia esperienza con la religione cristiana (ho studiato 8 anni in una scuola cattolica...) è un attimo diversa...
Ho ancora la forza di starvi a raccontare le mie storie di sempre, di come posso amare, di tutti quegli sbagli che per un motivo o l’altro so rifare…
La Corte Europea dei diritti dell'uomo non è una sede di burocrati, è una sede giurisdizionale che emette sentenze a seguito di segnalazioni e ricorsi, e la sentenza in oggetto mi sembra un esempio di laicità e molto al passo coi tempi in cui viviamo, dato che dell'Europa fanno ormai parte paesi con religioni diversissime, compresa la Turchia (quasi). Direi perciò tutto il contrario di un agire da burocrati, anzi.
Io invece vedo come imposizione a me l'esposizione in edifici pubblici di simboli religiosi. E la sentenza in oggetto dice invece che quest'imposizione non deve esserci, nè per una religione nè per un'altra. La sentenza rimuove una imposizione, quindi.
Ultima modifica di Glam; 04/11/2009 alle 00:18 Motivo: UnionePost automatica
E' tutto l'impianto europeo ad essere minato dalla burocrazia, e a me non piace; nello specifico sono giudici eletti tra i candidati proposti dagli Stati membri. Noi ci abbiamo mandato Zagrebelsky, illustre costituzionalista, ma non esattamente apolitico.
Quanto a Edlin: una delle responsabilità più gravi della Chiesa è non aver vigilato sull'operato della CEI che ha permesso che si studiasse poco e male la dottrina cattolica. I danni più grandi alla religione cattolica (di cui condivido molti principi pur non riuscendoa d avere fede) sono stati fatti proprio dai preti negli ultimi 50 anni.
Il punto è che davvero si sta perdendo la conoscenza dei fondamenti della religione. S'è banalizzato il pensiero cristiano riducendolo ad alcune forme esteriori, ma sempre meno si spiega (a livello di non specialisti) cosa vuol dire essere cristiani e cosa è il cristianesimo cattolico.
Ad ogni modo non mi pare che il crocifisso nelle aule sia una imposizione. Fra l'altro non c'è neppure in tutte, sta li appeso e inerte.
La violenza sta nella negazione di qualcosa che da secoli è presente nella vita degli italiani, c'è una forma di violenza nella negazione non nell'affermazione.
Un cartello che dica :"il TCP esiste" non è una violenza, c'è a chi piace il tcp e chi magari appassionato di moto jap aborre le moto inglesi, impedire di dire" il TCP esiste" è una violenza, che non aggiunge nulla a chi invece ama , che so, le Honda o le Suzuki.
Così è stato sbagliato prendersela con l'UAAR per i cartelli di Genova (ma è stata una pubblicità assurda: se ci credi allora quella pubblicità ti da un pò fastidio ,ma non mina il tuo credo, se non ci credi...a che serve?).
Sono le azioni che qualificano!
Se nella scuola si fosse obbligati a farsi il segno della croce, a genuflettersi al crocefisso e/o se gli insegnamenti fossero confessionali (ora di religione a parte, che è facoltativa) allora sì, sarebbe gravissimo, e anche il crocefisso andrebbe tolto. Così invece rappresenta una nostra tradizione, il richiamo , per chi lo vuol ascoltare, al pensiero che ha creato la nostra civiltà: negarlo sarebbe volerne negare le fondamenta (ed è esattamente quello che i più accorti anticrocefisso desiderano)
Ultima modifica di 357magnum; 04/11/2009 alle 07:53
ed io che pensavo che fossero proprio i preti delle realtà locali a tenere in piedi la chiesa con la loro presenza sul territorio (specialmente nelle zone meno agiate). Dipenderà dal prete evidentemente
e su questo posso anche concordare, ma se 9 su 10 mi dicono che la religione in italia è tradizione....ummm...un piccolo dubbio su quanto sia scaduto il valore personale che si da alla religione mi viene. Magari sbaglio.Il punto è che davvero si sta perdendo la conoscenza dei fondamenti della religione. S'è banalizzato il pensiero cristiano riducendolo ad alcune forme esteriori, ma sempre meno si spiega (a livello di non specialisti) cosa vuol dire essere cristiani e cosa è il cristianesimo cattolico.
in uno stato laico non esiste religione di stato e non esiste che si mettano simboli religiosi (di una ed una soltanto) negli edifici di luogo pubblico.La violenza sta nella negazione di qualcosa che da secoli è presente nella vita degli italiani, c'è una forma di violenza nella negazione non nell'affermazione.
la violenza è anche quella di fregarsene di cosa dice la nostra stessa costituzione perchè ci fa comodo così! Se non vanno bene gli articoli della costituzione perchè non cambiarli?
la libertà di parola è tutta un'altra cosa. Impedire a chicchessia di dire la sua opnione è violenza, ma anche imporre i tuoi simboli a tutti è violenza. Imporre al silenzio l'uaar solo perchè fa una pubblicità mezza provocatoria (perchè non è che fosse offensiva, ma solo provocatoria) è una violenza, così come lo sarebbe ridurre al silenzio la chiesa. Ma questo è tutto un altro discorso.Un cartello che dica :"il TCP esiste" non è una violenza, c'è a chi piace il tcp e chi magari appassionato di moto jap aborre le moto inglesi, impedire di dire" il TCP esiste" è una violenza, che non aggiunge nulla a chi invece ama , che so, le Honda o le Suzuki.
Così è stato sbagliato prendersela con l'UAAR per i cartelli di Genova (ma è stata una pubblicità assurda: se ci credi allora quella pubblicità ti da un pò fastidio ,ma non mina il tuo credo, se non ci credi...a che serve?).
se sono le azioni che qualificano perchè tutto questo baccano per un semplice simbolo?Sono le azioni che qualificano!
anche la pizza rappresenta la tradizione culinaria italiana. Che facciamo, ne appendiamo una in classe per ricordare la nostra tradizione culinaria? E perchè non ricordare le tradizioni dell'antica roma in tutta europa visto che ha lasciato pesanti impronte in tutta l'area europea?Se nella scuola si fosse obbligati a farsi il segno della croce, a genuflettersi al crocefisso e/o se gli insegnamenti fossero confessionali (ora di religione a parte, che è facoltativa) allora sì, sarebbe gravissimo, e anche il crocefisso andrebbe tolto. Così invece rappresenta una nostra tradizione, il richiamo , per chi lo vuol ascoltare, al pensiero che ha creato la nostra civiltà: negarlo sarebbe volerne negare le fondamenta (ed è esattamente quello che i più accorti anticrocefisso desiderano)