QUALCHE BELLA NOTIZIA "IN GIRO" PER L' ITALIA

[natan]

a san luca, calabria, alcuni giocatori della omonima squadra di calcio che milita in prima divisione giocano la partita di campionato con il lutto al braccio per onorare la morte del boss " il mammasantissima" don pelle deceduto per malattia in ospedale....
a scampia la madre di un alunno che aveva subito un provvedimento disciplinare per intemperanze in classe, entra in scuola e picchia la professoressa autrice del provvedimento sotto gli incitamenti degli altri alunni

E QUESTA SAREBBE LA GENTE CHE INVOCA LA PRESENZA DELLO STATO PER COMBATTERE LA MALAVITA?
come diceva il mio prof di latino?non mi ricordo bene....ma ce l'aveva con un tizio con la barba che parti qualche anno fa insieme ad altri mille per una splendida avventura............
e scusate se sembro stronzo, ma sono schifato e stanco di sentire certe notizie

il tuo pensiero, comprensibile, é privo di qualsiasi analisi sociologica e pertanto fuorviante ....

In guerra le persone uccidono, anche coloro che da civili cittadini non l'avrebbero mai fatto, questo perché si sentono legittimati a farlo dal contesto e dalla "normalità" della guerra. Tra questi ci sono quelli che tanto avrebbero voluto farlo da civili ma non hanno mai osato, perché bisognosi di legittimazione. Sono coloro che, quando legittimati, agiscono. In certi luoghi del mondo, vedi paesi dove a governare é la malavita organizzata, ci sono cittadini che agiscono di conseguenza, sentendosi liberi di fare. La più parte dei concittadini, al contrario, tacciono ma non approvano. Tacciono perché parlando rischierebbero la propria vita, ma forse ancor più quella dei loro cari. Altri, parlano e rischiano .... non é una questione di meridione ma di realtà sociale che vige da quelle parti. Si può, come certi vorrebbero, tagliare l'Italia in 2, o farse anche in più parti, e facendo di un erba un fascio abbandonare anche coloro che lottano per migliorare questa parte di territorio, oppure manifestare solidarietà (aspetto in disuso e forse non più ben conosciuto ai nostri tempi).

[massimio]

il tuo pensiero, comprensibile, é privo di qualsiasi analisi sociologica e pertanto fuorviante ....

In guerra le persone uccidono, anche coloro che da civili cittadini non l'avrebbero mai fatto, questo perché si sentono legittimati a farlo dal contesto e dalla "normalità" della guerra. Tra questi ci sono quelli che tanto avrebbero voluto farlo da civili ma non hanno mai osato, perché bisognosi di legittimazione. Sono coloro che, quando legittimati, agiscono. In certi luoghi del mondo, vedi paesi dove a governare é la malavita organizzata, ci sono cittadini che agiscono di conseguenza, sentendosi liberi di fare. La più parte dei concittadini, al contrario, tacciono ma non approvano. Tacciono perché parlando rischierebbero la propria vita, ma forse ancor più quella dei loro cari. Altri, parlano e rischiano .... non é una questione di meridione ma di realtà sociale che vige da quelle parti. Si può, come certi vorrebbero, tagliare l'Italia in 2, o farse anche in più parti, e facendo di un erba un fascio abbandonare anche coloro che lottano per migliorare questa parte di territorio, oppure manifestare solidarietà (aspetto in disuso e forse non più ben conosciuto ai nostri tempi).

natan la solidarietà io la do a persone che fanno qualcosa perchè le cose cambino...a loro do tutto il mio impegno e il mio appoggio...libero grassi tanto per fare un nome ed un esempio...oppure falcone, borsellino....purtroppo sembra che certe persone siano morte ed abbiano sacrificato la loro vita per nulla.Io non chiedo e mai ho pensato di dividere l'italia in due ma se vogliono l'aiuto di tutti e il sostegno e la solidarietà di tutti bisogna che per prima cosa rialzino la testa e prendano certe persone da esempio....e questo si fa prima cosa condannando gesti come il lutto al braccio per un boss morto oppure impedendo ad una mamma di entrare in classe e picchiare una prof o lanciare wc dalle finestre per impedire l'ingresso nel quartiere delle forze dell'ordine.
E permettimi ma credo che andando avanti a forza di analisi sociologiche non si cambi proprio nulla