ehehehh.....dopo avervi accennato la mia teoria sulle moto che hanno un'anima, ora vi racconto come eravamo in quel magico periodo..............buona lettura!
I RUGGENTI ANNI SETTANTA
EEEEEHHHH, ragazzi chi ha vissuto quegli anni con “solo” una ventina di primavere sulle spalle, non può fare a meno di ricordare quel pazzo periodo che ha marcato in maniera indelebile la nostra singolare giovinezza. “Eh si!”….direte voi: ma la giovinezza è sempre bella da ricordare, i favolosi 20 anni non si possono mai dimenticare, a prescindere dall’epoca in cui ognuno di noi li ha vissuti….è vero, amici, però, lasciatemelo dire ……noi….. …‘enni ……ehmmm, che del termine “teen agers” ci siamo da tempo scordati il significato, abbiamo avuto la grande e per il momento irripetibile FORTUNA di avere avuto 20 anni esattamente in una epoca veramente senza precedenti, che mai più si sarebbe ripetuta, un periodo di profondi cambiamenti di costumi, di abitudini, di atteggiamenti nei confronti della vita a cui ci stavamo timidamente affacciando….. tutto stava trovando la sua rivoluzione, in qualsiasi campo si possa immaginare: dall’arte, la moda, la musica, la letteratura, il cinema, il teatro, la politica (madonna mia, che BORDELLO!!) proprio il modo di fare cultura aveva trovato la sua grande rivoluzione …nel bene e nel male……era, difatti, appena passato il famoso ‘68 che con la sua Grande Contestazione Generale aveva, come accennato, portato un immenso scompiglio su tutte le teste che, al momento, si trovavano attaccate alle rispettive persone………figuratevi, dunque, che scintille, questo movimento politico- culturale aveva provocato nelle ovviamente infiammabili capocce dei ventenni di allora che, proprio a causa di questa età, non avevano certo bisogno di alcuna miccia aggiuntiva..…eh,eh………..perciò, ecco esplodere ovunque manifestazioni rivoluzionarie ed aggreganti come mai viste prima di allora e che solo a pensarci adesso, dopo (sigh!) oltre 30 anni mi vengono i brividi…….avete mai sentito parlare dei mitici concerti di Woodstock, l’Isola di Wigths…….i primi movimenti degli Hippyes, i Figli dei Fiori…..nasceva dentro la testa di ognuno un bisogno irrefrenabile di cambiamento….di rottura dagli schemi convenzionali, una bramosia di libertà in tutti i sensi……………eh,eh,eh, proprio in tutti i sensi…….
Di quell’epoca, ricordo la “sconvolgente” uscita del film che sarebbe divenuto un cult - movie “Easy Rider”….e noi ragazzacci terribili che già spernacchiavamo in lungo e in largo, rompendo i coglioni al mondo intero degli adulti, con motorinacci smarmittati, cominciammo a vedere le nostre “mezze moto” come un validissimo veicolo per inseguire ed agguantare finalmente questa LIBERTA’ TOTALE che mai, come in quel momento, ci era sembrata così vicina, a portata di mano…………..come ad afferrare la luna.
Ecco: la moto diventò, allora, più che mai, come non lo sarebbe più stato, almeno così intensamente, il simbolo della ribellione e della libertà da tutte quelle catene imposteci dal grigiume che aveva da sempre avvolto l’uomo moderno.
Che meraviglia, ragazzi….si girava senza casco e con i capelli lunghi al vento….ricordo viaggi di centinaia di chilometri fatti a testa nuda…solo perché il casco “rovinava” la nostra estetica e ti levava qualcosa di irrinunciabile: l’aria, la visuale, i rumori della strada……..e questo lo si faceva anche in pieno inverno quando si andava in qualche villa al mare dove si era organizzata una mega festa……….un freddo polare sulla fronte, così intenso, da avere la sensazione che quasi ti bruciasse….alla faccia delle sinusiti (sinusiti??).
LE MOTO……… ehhhhhh…….e chi se le può scordare….cavalli pochi, ma……. di razza pura!!!! Era l’epoca delle prime MAGICHE, SPAZIALI Kawasaki, 2 tempi a tre cilindri…….avevano un sibilo, che agli alti regimi si trasformava in uno straziante, vero urlo che ancora oggi farebbe rabbrividire i più performanti, ma “castrati” motori degli anni 2000! Venivano immesse sul mercato le prime 4 cilindri (la Honda CB Four, fu la prima!) che portarono, uniformandosi, anche loro visto “il periodo”, una vera e propria rivoluzione sul modo di concepire la moto- per tutti…. .. rapidamente, decretarono implacabilmente la fine (peccato!) delle moto inglesi……
La Ducati………all’epoca faceva oltre allo Scrambler (l’enduro attuale) , delle moto sportivissime nonché cattivissime che però erano afflitte da immancabili rotture meccaniche, tanto che ancora oggi qualcuno, sentendo nominare Ducati, usa la vecchia battuta in rima… ….”Ducati: soldi buttati!!”
Io, da parte mia, in quegli anni imperversavo con una leggendaria BSA 650 Lightning , prima,.. e poi con una Laverda 750 SF (sigla che stava per: Senza Freni) ed infine con una Laverda 1000 a tre cilindri, ecc. ecc………….ma gli anni più ruggenti li ho vissuti con le prime due ……indimenticabili erano le uscite (o per meglio dire, le “assatanate”) con gli amici dell’epoca…….oggi compassati chirurghi ed avvocati o, comunque, padri di famiglia…che nella maggior parte dei casi hanno “tradito” la loro passione per la moto…però…che malinconia!……..tutto questo mi ricorda una bellissima canzone di Gino Paoli “eravamo 4 amici al bar”………..uno si è impiegato in banca………ECCOMI!!!!
EH,EH,EH…ma io la moto non la tradirò MAI..….sarebbe come morire dentro….e non solo…!!!
Alcuni amici di quell’epoca, purtroppo, se ne sono andati via in moto………i nostri giochi (lo devo ammettere) erano pericolosi……e molto! Però mi piace pensare, ricordandoli, che essi hanno avuto una grande passione e nei miei ricordi, i loro volti, non sono mai invecchiati o, peggio ancora, spenti dentro….scusate la parentesi triste, ma il mio goliardico saluto, in questo istante sale altrettanto rapido in cielo con un bruuuuuuum rumoroso ………
Qualche aneddoto????
Oooohhhhh, certo, me ne ricordo diversi spassosissimi, come accennavo, delle tirate furibonde sulle strade consolari (e per fortuna, il traffico di allora non era certo quello di oggi!!!!!), sfide all’ultimo centimetro di asfalto, prima di attaccarsi con tutte le forze, finanche coi denti, ai freni (sic!) …con l’orecchio attento a catturare l’attimo in cui “l’altro” levava il gas per primo e chi mollava, veniva preso per i fondelli per settimane …se non per mesi interi……..tirate allo spasimo, dunque supportate più dalla beata incoscienza dei 20 anni, piuttosto che da vero e consapevole coraggio………
.E che dirvi del trucchetto pietoso, che se trovavi qualcuno (raramente…in quel periodo!) che riusciva a starti davanti, levavi con fare incurante la mano dalla manopola sinistra, tirandoti su con il busto, facendo finta di sistemarti dietro la camicia nei pantaloni….con l’intento di dimostrare al tuo “avversario” che eri stato “infilato”, ma solo perché distratto da quella manovra e che, quindi, non eri assolutamente interessato alla cosa…..ha,ha,ha.
E poi….la più colossale panzana di quegli scriteriati anni in moto: “aho’, oggi famose ‘na gita piano, piano: damo ‘n’ occhiata pure ar panorama”…..ehhhhhh, siiiii…..…solo i primi 2 o 3 chilometri…..poi, bastava che uno si azzardasse a passarti davanti….ed ecco che si accendevano in un nano-secondo le nostre testacce bollenti……sorpassi da paura, sfrizionate (i cavalli, come già detto erano pochi e così bisognava sopperire alla scarsa potenza, in qualche maniera…!) sfrizionate, dicevo, tali da farti bruciare la frizione dopo al massimo 10mila chilometri…..e la seconda grossa bugia era che quando si arrivava MIRACOLOSAMENTE a destinazione si pronunciava , tenendo con mano tremante resa tale dai litri di adrenalina ancora in circolo, il bicchiere di cioccolato bollente, la fatidica frase : “ Dai raga’, oggi semo stati veramente bravi…..nun avemo tirato pe’ gnente!!”
Il bello è, che questa strunzata la dicevamo tutti indistintamente!! Questo ovviamente ognuno per dimostrare agli altri che quell’andatura scellerata era stata per noi il nostro passo abituale, rilassato …giusto da passeggio…..e si sentiva, invece, un odoraccio di motori bruciati e di ferodi arroventati……………………e chissa’ che fine avranno fatto poi quelle povere fanciulle che all’epoca erano state spesso nostre sciagurate complici e magari, oggi, i loro mariti saranno completamente all’oscuro del loro “torbido” passato” e con ogni probabilità staranno rimproverando i loro figli solo perché portano a casa uno “scarso” in storia, al liceo….ah,ah,ah!!
Chiudo questa mia seconda puntata di storia di motociclismo- per- comuni- mortali, allo stesso modo che usai nella mia prima, relativa agli anni sessanta, descrivendovi che mentre eravamo seduti al bar con le moto ancora roventi, a goderci la nostra beata spensieratezza, nei juke box echeggiavano le indimenticabili note dei Pink Floyds, dei Deep Purples e degli America……………………continua.
P.S. In quegli anni gli amici già mi chiamavano “Americano” per via di una bandiera statunitense che mi ero fatto cucire dalla mia compianta, dolce mamma-moto-fobica-complice, sul retro del giubbotto……..proprio come nel film Easy Rider………….