
Originariamente Scritto da
Medoro
Una riduzione progressiva per il limite di affollamento orario della pubblicità per la Pay tv, che scenderebbe dal 18% al 12% nell'arco di tre anni: sarebbe questo, a quanto si apprende, l'orientamento emerso nel consiglio dei ministri di oggi per lo schema di decreto legislativo destinato a recepire la nuova direttiva europea in materia di tv e servizi audiovisivi.
Il tetto agli spot dovrebbe scendere al 16% nel 2010, al 14% nel 2011, per arrivare al 12% nel 2012. Era questo il limite previsto in origine con effetto immediato; dopo le polemiche, però, e la mediazione del sottosegretario Gianni Letta e del ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi, si è optato per il taglio progressivo nell'arco di tre anni.
La norma già nella prima stesura aveva suscitato le polemiche dell'opposizione per il danno evidente che, una volta in vigore, arrecherà soprattutto a Sky, con un vantaggio per Mediaset. Infatti, mentre la direttiva europea autorizza un tetto massimo di 12 minuti a ora (il 20%) di spot pubblicitari, per le tv a pagamento il governo va verso l'abbassamento al 12% dell'attuale limite che è gia del 18% (e dunque sotto il tetto fissato dalla direttiva Ue). Tutto ciò mentre per le tv commerciali private - Mediaset su tutti - resterà il limite del 20%.
In definitiva, se al momento Sky può trasmettere fino a poco più di 10 minuti di pubblicità ogni ora, nel giro di tre anni quei minuti scenderanno fino a poco più di 7, contro i 12 delle tv private. In una nota del ministero dello Sviluppo, la differenza di trattamento è motivata dal fatto che "l'introduzione di limiti più severi è una misura che consente di limitare il disvalore dovuto all'interruzione pubblicitaria, percepita come tale durante il processo di consumo da parte dell'utente, nel corso di un programma per il quale (e a differenza della televisione in chiaro) l'utente ha versato un apposito compenso (generalmente sotto forma di abbonamento) al fornitore del servizio per la fruizione di un contenuto c.D. Premium a più alto valore aggiunto".
Sempre a quanto si apprende, nel provvedimento non sarebbero previste sostanziali novità per le norme relative alle quote di investimento e trasmissione di film e fiction.
Il decreto andrà all'esame delle commissioni competenti di Camera e Senato per i pareri non vincolanti, ed entro l'anno tornerà al Consiglio dei ministri perché gode di una 'corsia preferenziale'.
Meno pubblicità per le pay tv In tre anni dal 18% al 12% - Politica - Repubblica.it
La giustificazione è proprio una cazzata in quanto chi paga sky sa cosa sta pagando,questo porterà solo ad un'aumento del canone mensile da pagare che a sua volta porterà all'abbandono della piattaforma da parte di molti utenti x andare dove




credo che la guerra tra le tv la si debba fare con i palinsesti migliori le offerte migliori e prezzi più concorrenziali,questo si che va a beneficio dell'utente,non con decreti governativi che tentono solo da una parte