Sergio Cicala e la moglie, originaria del Burkina Faso, prigionieri di un commando armato
Sarebbe lo stesso gruppo che a novembre rivendicò il sequestro di tre cooperanti spagnoli
Mauritania, rapiti due italiani
Si segue la pista di Al Qaeda
Il minibus della coppia trovato crivellato di colpi e con i pneumatici bucati
L'appello della figlia dell'uomo al ministro Frattini: "Ditemi come stanno"
ROMA - Una coppia di italiani è stata sequestrata in Mauritania. L'agguato nella notte. Un gruppo di uomini armati ha bloccato il minibus dei due italiani sulla strada che collega la città di Kobeny (a circa 1.000 chilometri a sud-est dalla capitale Nuakchot) con il vicino Mali. Il pullmino su cui viaggiavano è stato recuperato dalla polizia locale a una ventina di chilometri dal confine con il Mali: aveva i pneumatici forati e segni di colpi d'arma da fuoco sulla carrozzeria. Sul posto c'erano anche i bagagli della coppia e alcuni oggetti di valore. Secondo voci attendibili, è sparito anche l'autista ivoriano della coppia. In tutta l'area le forze di sicurezza della Mauritania sono state messe in stato di massima allerta.
Fonti della sicurezza e dell'amministrazione locali, sostengono che i due italiani sarebbero prigionieri della rete terroristica Al Qaeda nel Maghreb Islamico, che tre settimane fa ha rivendicato il sequestro, sempre in Mauritania, di tre cooperanti spagnoli, ancora in mano alla banda armata.
I due rapiti abitano a Carini, in Sicilia. Si tratta di Sergio Cicala, 65 anni, e sua moglie Filomen Kabouree, di 39 anni, originaria del Burkina Faso ma di nazionalità italiana. L'uomo fu coinvolto in un altro grave incidente, 15 anni fa: il 3 gennaio del 1994, mentre si trovava in viaggio su una jeep tra Ciad e Niger insieme ad altri turisti, rimase lievemente ferito per lo scoppio di una mina che uccise uno dei passeggeri del mezzo, una donna finlandese.
Cicala e la moglie sono stati sequestrati intorno alle 23 di ieri. La polizia locale e la diplomazia sono mobilitate per liberarli. La trattativa è difficile e il portavoce del ministero degli Affari esteri della Mauritania, Babah Sidi Abdala, ha chiesto cautela nell'affrontare la questione. La Farnesina segue costantemente l'evolversi degli eventi, in stretto contatto con l'ambasciata in Senegal, dato che l'Italia non ha una rappresentanza diplomatica in Mauritania. Al ministro degli Esteri italiano Franco Frattini, Alexia, la figlia del sequestrato, ha rivolto un appello: "Avvii urgentemente i contatti con i sequestratori in modo che io possa sapere le condizioni di salute di mio padre e di sua moglie".
Al Qaeda nel Maghreb Islamico è una delle organizzazioni terroristiche più attive del nord dell'Africa. Le azioni terroristiche del gruppo sono dirette essenzialmente contro membri dell'esercito e delle forze di sicurezza regolari. Ma spesso vengono sequestrati gli occidentali che si trovano nello sterminato territorio e in questi casi anche se inizialmente i terroristi chiedono la scarcerazione di estremisti, i sequestri finiscono di solito con il pagamento di un riscatto. Al Qaeda Maghreb Islamico non è comunque l'unica organizzazione armata che opera nella zona compresa tra la Mauritania orientale, il Mali settentrionale e l'Algeria meridionale, in gran parte desertica e scarsamente controllata dalle autorità.
Attualmente, oltre alla coppia di italiani, i terroristi hanno nelle loro mani il francese Pierre Camatte, 61 anni, catturato il 25 novembre in un hotel della città di Menaka, in Mali, e i tre cooperanti che lavoravano per l'ong Barcelona Acciò Solidaria, rapiti il 29 novembre in Mauritania.
Nel gennaio scorso, quattro turisti europei (una coppia svizzera, una settantenne tedesca e un britannico) furono sequestrati alla frontiera tra Mali e Niger; al Qaeda liberò la coppia il 21 aprile e la tedesca il 12 luglio; il 3 giugno annunciò invece di aver assassinato per la prima volta un occidentale, il turista britannico Edwin Diyer: i terroristi sostennero che l'esecuzione era dovuta alla decisione del governo britannico di non liberare lo sceicco Abu Qutaba, un ideologo di Al Qaeda. Ma secondo fonti mauritane, Londra invece non aveva voluto pagare.
(19 dicembre 2009)
speriamo bene...
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