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Risultati da 1 a 10 di 437

Discussione: A Rosarno alta tensione.

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  1. #11
    TCP Rider L'avatar di giampippi
    Data Registrazione
    16/10/06
    Località
    Fossò (VE) vicino a Dolo
    Moto
    Speed Triple 1050 White fusion
    Messaggi
    4,100
    Citazione Originariamente Scritto da Medoro Visualizza Messaggio
    “Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali". "Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano purchè le famiglie rimangano unite e non contestano il salario. Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell’Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione".

    Da una relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, Ottobre 1912.

    Non ci andava meglio in Svizzera, negli anni ’70 con i leader che scrivevano: “Le mogli e i bambini degli immigrati? Sono braccia morte che pesano sulle nostre spalle. Che minacciano nello spettro d’una congiuntura lo stesso benessere dei cittadini. Dobbiamo liberarci del fardello». «Dobbiamo respingere dalla nostra comunità quegli immigrati che abbiamo chiamato per i lavori più umili e che nel giro di pochi anni, o di una generazione, dopo il primo smarrimento, si guardano attorno e migliorano la loro posizione sociale. Scalano i posti più comodi, studiano, s’ingegnano: mettono addirittura in crisi la tranquillità dell’operaio svizzero medio, che resta inchiodato al suo sgabello con davanti, magari in poltrona, l’ex guitto italiano».

    In quegli anni – ieri rispetto alla Storia - in Svizzera c’erano circa 30.000 bambini italiani clandestini, portati di nascosto dai genitori siciliani e veneti, calabresi e lombardi, a dispetto delle rigorose leggi elvetiche contro i ricongiungimenti familiari, genitori terrorizzati dalle denunce dei vicini che raccomandavano perciò ai loro bambini: non fare rumore, non ridere, non giocare, non piangere.

    Prima degli anni ’50 gli italiani andavano a Bucarest per lavorare nelle fabbriche e nelle miniere e alla scadenza del permesso di soggiorno restavano in Romania, clandestini. Nel 1942 il Ministro dell’Interno fu costretto ad inviare a tutti i Questori una circolare con la quale li si invitava a non far espatriare gli italiani in Romania.

    In India, nel 1893, il console italiano scriveva a Roma per dire che in quella città tutti quelli che sfruttavano la prostituzione venivano chiamati “italiani”.

    Tra la prima e la seconda guerra mondiale molti italiani andavano in America con passaporti falsi o biglietti inviati da pseudo parenti italo americani. In realtà una volta sbarcati li attendevano turni di lavoro massacranti perché ripagassero, senza stipendio, il costo di quel viaggio della speranza.

    Non sono aneddoti. E’ storia, tratta dalla Mostra “Tracce dell’emigrazione parmense e italiana fra il XVI e XX secolo” (Parma, 15 aprile 2009).

    Gian Antonio Stella, nel suo bellissimo libro “Quando gli albanesi eravamo noi”, ci ricorda che “….Quando si parla d’immigrazione italiana si pensa solo agli ’zii d’America’, arricchiti e vincenti, ma nessuno vuole sapere che la percentuale di analfabeti tra gli italiani immigrati nel 1910 negli USA era del 71% o che gli italiani costituivano la maggioranza degli stranieri arrestati per omicidio” o ancora che il primo attentato nella storia con un’auto imbottita di esplosivo è stato fatto a New York, non da terroristi ma da criminali italiani contro una banda avversaria.

    Forse ci ricordano che la nostra Terra gira, gira velocemente nello spazio e nel tempo creando nuovi ricchi ed ammassando nuovi poveri. I ruoli si invertono ma i clandestini restano anche se hanno un colore diverso. Fuggono da Paesi in cui l’unica prospettiva è morire per fame o morire per guerre volute da altri. Ed allora questa gente può solo correre, correre, correre impazzita verso il nord, verso il mediterraneo, verso quelli che credono essere orizzonti migliori.



    non so da dove sia preso,me l'ha mandato via mail mia sorella
    L'articolo originale è comparso su RaiNews24, la mail che gira è stata manipolata nel testo per renderla + d'effetto! Qui ci sono gli approfondimenti del caso.

    anibufala


    Rainews24 cita come fonte del testo il giornalista e conduttore televisivo Andrea Sarubbi, che in effetti il 20 aprile 2009 ha pubblicato un articolo che riporta la medesima citazione, ma con differenze importanti rispetto alla versione circolante via mail e soprattutto rispetto a quella citata da Rainews24.

    Infatti rispetto alla versione che gira come e-mail certe parole sono state cambiate, senza però alterare significativamente il senso delle frasi, mentre la versione di Rainews24 aggiunge tutto il paragrafo finale di raccomandazioni a proposito di veneti e lombardi. Inoltre entrambe le versioni portano una diversa datazione della fonte, che secondo Rainews24 e Sarubbi è un documento del 1912, non del 1919.

    A seguito della diffusione della citazione nel Web, Sarubbi ha pubblicato una precisazione: non ha tratto la citazione direttamente dal documento statunitense originale (la sua frase “[h]o tra le mani un documento dell’ispettorato sull’immigrazione” non è quindi letterale), ma da una fonte italiana: “un articolo pubblicato circa un anno fa sul giornale “Il Verona”, dall’avvocato Guarienti, che trovate qui.”

    A sua volta, Guarienti l’ha trovata “in un libro, più di un anno fa”. Il libro, però, non è indicato: per cui non si sa di preciso da dove provenga la citazione. L’avvocato “si è detto disponibile a ricercarla di nuovo”. La versione di Guarienti è sostanzialmente uguale a quella di Rainews24 e indica come fonte “una relazione dell’ispettorato per l’immigrazione del Congresso Americano, ottobre 1912″.

    Siamo di fronte, insomma, a una citazione almeno di terza mano di cui non si sa, per ora, la fonte intermedia. Oltretutto c’è di mezzo una traduzione, visto che presumibilmente l’ispettorato USA non si esprimeva nella lingua di Dante.
    Ultima modifica di giampippi; 11/01/2010 alle 22:44

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