Sinceramente io a questo tentativo di paragonare l'emigrazione italiana di 50-80 anni fa con l'immigrazione che avviene oggi nn ci sto e mi da anche piuttosto fastidio.
Innanzittutto il problema è l'immigrazione clandestina, mentre i nostri antenati si trasferivano in larga parte con documenti, e nome e cognome scritti su un visto di soggiorno. Viceversa chi andò x delinquere è bene prenderlo come esempio da non emulare.
Poi vogliamo parlare di dove si andava e a fare cosa?
Si andava in paesi oggettivamente pieni di opportunità e in piena crescita, portando con sè capacità artigiane spesso trasfomate in business ancor oggi tangibili o almeno con voglia di fare e con una mentalità figlia di una cultura civile millenaria mai interrotta (cioè diversa da 4 piramidi di 5.000 anni fa e poi il nulla...).
Gli immigrati che rispondono a quelle caratteristiche (cioè Regolari, Capaci di fare là dove ce n'è effettivo bisogno e possibilmente senza imporci una sub-cultura integralista) saranno sempre i benvenuti, qui e ovunque, come ovvio che sia.
Viceversa chi viene senza documenti e senza autorizzazione, o chi non fa una mazza di buono, è bene che venga rispedito al mittente con rapidità e senza troppo pietismo.
Destra o sinstra? beh sicuramente questa sinistra non potrà mai essere incisiva nel controllare (e bloccare quando serve!) i flussi migratori, visto che ritiene l'accoglienza un dovere "a prescindere".
Nella destra c'è almeno il desiderio di farlo, senza troppi tabù.
E chiunque sa che per "fare" devi principalmente volerlo...
“Un giorno la paura bussò alla porta; il coraggio andò ad aprire e non c’era più nessuno”
Joahnn Wolfgang Goethe
I punti di contatto invece ci sono eccome se solo vogliamo mettere da parte la nostra presuna superiorità culturale senza confonderla con la superiorità teconologca ed economica. Il punto di contatto è che oggi, i paesi dai quali partono i flussi migratori, si trovano nelle condizioni , piu' o meno, delle nostre campagne di fine 800 inizio 900, con l'aggravante di guerre continue e fanatismi religiosi.
Molti di questi fannulloni sono anche laureati
tre passi avanti uno indietro per umiltà
La nostra cultura è OGGETTIVAMENTE superiore a molte altre culture del mondo. La civiltà è qualcosa di tangibile e storicamente dimostrabile.
Se tu ti ritieni + vicino alla cultura dei pigmei piutosto che a quella dell'antica roma sono problemi tuoi.
I laureati lavorano (quasi) senza problemi, magari sotto-utilizzati come noi italiani.
Fare confusione, mischiando bene e male nn giova a nessuno.
In ogni caso oltre al differente substrato cultuarale (facilmente colmabile con un po' di buona volontà), la diferenza che credevo d'aver evienziato è nelle opportunità che il nostro paese NON può dare in numeri così grandi, mentre in passato, x gli italiani all'estero c'erano.
Nn solo x merito nostro, ma c'erano..
Un mio amico nigeriano è venuto in italia 6 anni fa (con l'aereo e i documenti).
Ha fatto qualche lavoretto, poi il magazziniere-mulettista in una azienda.
Ora grazie al suo inglese (anche se l'italiano fa acqua) è vice-responsabile, scavalcando svariati colleghi italiani con 10-15 anni di anzianità lavorativa in più. Nessuno lo odia, anzi è costantemente coinvolto in iniziative extra-lavoro.
Lavorava x un'agenzia iterinale (evidentente migliore di qualche altra) nessuno gli negò i rinnovi dei permessi di soggiorno (con la bossi-fini) fino ad ottenere dopo qualche anno un contratto a tempo indeterminato...
Credo che mettere sullo stesso piano tutti e tutto nn porti da nessuna parte.
Ultima modifica di SergioSun; 12/01/2010 alle 11:47
“Un giorno la paura bussò alla porta; il coraggio andò ad aprire e non c’era più nessuno”
Joahnn Wolfgang Goethe
Stai facendo tutto da sola
mi andava solo di condividere un "doc" che mi è arrivato,dove si evidenziano le condizioni disumane che i nostri avi hanno passato quando emigrati e che oggi noi stiamo riproponendo ai nuovi immigrati,non era una condizione accettabile allora figurati 80 anni dopo![]()
DIO esiste,ma state tranquilli,non sono IO
Se ti riferisci a quanto ho raccontato io circa la mia esperienza presso una agenzia interinale, forse non ci siamo capiti... non è la società interinale che nega il rinnovo, è la questura che richiede un contratto di lavoro in essere... e come saprai, i contratti di lavoro interinale prevedono un massimo di 4 proroghe dopo il contratto iniziale, dopodichè devono essere lasciati scadere, cessa il rapporto di lavoro e per procedere ad una riassunzione presso la stessa azienda con la stessa mansione è necessaria una pausa di almeno 30 giorni. Se il lavoratore ha l'appuntamento per il rinnovo del permesso durante questa pausa, evidentemente non può produrre alcun contratto di lavoro ed ha difficoltà ad ottenere il rinnovo. Se chiedi al tuo amico nigeriano credo potrà confermare quanto scrivo.