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Discussione: GRANDISSIMA POLONIA ! COMPLIMENTI !

  1. #1
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    GRANDISSIMA POLONIA ! COMPLIMENTI !

    La Polonia ha da pochissimo approvato alcune Leggi, tra cui:
    - castrazione chimica automatica per chi viene condannato quale autore di sturpi su donne inferiori ai 15 anni;
    - divieto assoluto di portare o detenere simboli di ogni genere (foto, bandiere, satue ecc ecc9 che richiamano ai simboli del FASCISMO, del NAZISMO e del COMUNISMO !!!


    posso solo che fare loro i miei complimenti !!!!
    pure la Polonia è avanti molti anni rispetto a noi !!!

    Stop alle bandiere rosse!
    Polonia: legge vieta simboli comunisti

    Giù i poster di Che Guevara dai muri delle camere degli studenti in tutto il territorio polacco. Via le t-shirt con falce e martello. Vent'anni anni dopo la caduta delle statue di Lenin nell’est Europa, il governo polacco ha deciso di completare il lavoro. Così nessuno potrà più sventolare una bandiera rossa neanche per scherzo.

    Fino a due anni di carcere spetteranno dunque a chiunque porterà in gloria il comunismo attraverso qualsiasi tipo di simbolo. Questa infatti in sostanza la modifica dell’art. 256 del codice penale polacco, quello “sull’odio razziale”, che probabilmente entrarà in vigore entro il prossimo anno. Il divieto comprenderà “la produzione, distribuzione, vendita, o possesso, in stampa o in registrazione, di tutto ciò che possa rappresentare simboli fascisti, comunisti o un qualsiasi altro tipo di simbolo totalitarista”.

    Il fratello gemello, Jaroslaw Kaczynski, ex presidente, ha espresso chiaramente la visione dei fatti: “Nessun simbolo del genere ha ragion d’esistere in Polonia, perchè questi sono simboli di un sistema genocida che dovrebbe essere paragonato al nazismo”.

    Tali comparazioni, in realtà, potrebbero far sussultare "per fatti del passato" la vicina Germania, dal momento che sminuirebbero la forza della Shoah nazista. Ma in Polonia vi è un amplissimo consenso popolare sul fatto che il comunismo sia stato uno dei grandi mali del ventesimo secolo.
    Ultima modifica di bradipoferito; 28/12/2009 alle 17:56

  2. # ADS
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  3. #2
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    mi piacerebbe leggere bene tutto il decreto legge!!!!
    soprattutto riguardo la prima

  4. #3
    TCP Rider L'avatar di niconino
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    Citazione Originariamente Scritto da bradipoferito Visualizza Messaggio
    La Polonia ha da pochissimo approvato alcune Leggi, tra cui:
    - castrazione chimica automatica per chi viene condannato quale autore di sturpi su donne inferiori ai 15 anni;
    - divieto assoluto di portare o detenere simboli di ogni genere (foto, bandiere, satue ecc ecc9 che richiamano ai simboli del FASCISMO, del NAZISMO e del COMUNISMO !!!


    posso solo che fare loro i miei complimenti !!!!
    pure la Polonia è avanti molti anni rispetto a noi !!!
    gia' infatti i misfatti li combinano altrove
    mai stati in B per illeciti voglio bene a tuuti se mi state a distannza

  5. #4
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  6. #5
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    domenica, 25 ottobre 2009
    POLONIA: Castrazione chimica per determinati reati sessuali

    Il Senato polacco ha votato l'irrigidimento delle pene per reati sessuali. La modifica del codice penale costringera' i giudici a imporre la castrazione chimica a persone condannate per pedofilia o incesto una volta scontata la pena. La castrazione obbligatoria dovrà essere imposta alle persone condannate per violenza sessuale su minorenni d'età inferiore ai 15 anni o per incesto. Finora spettava ai giudici decidere se imporre la castrazione chimica o no. I legislatori hanno poi aumentato le pene per i delitti sessuali: da 3 a 15 anni, invece che da 2 a 12 come ora. Poiché i senatori hanno introdotto varie modifiche al testo licenziato dalla Camera, questi dovrà tornare nuovamente sui banchi della Camera bassa. Sulla firma del presidente Lech Kaczynski non sussistono dubbi.

  7. #6
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  8. #7
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    Resoconto degli stupri in Europa: dalla Romania alla Svizzera



    In un recente incontro, il Ministro degli esteri rumeno, Cristian Diaconescu, ha precisato che un accordo con l’Italia prevede il rimpatrio dei suoi concittadini, per scontare la pena in Romania, solo se sono stati condannati in via definitiva.

    Se i processi da noi avessero un iter più celere ci potrebbe essere un considerevole sfollamento dalle nostre carceri, visto che i romeni coprono il 12,38% dei detenuti stranieri presenti in Italia. Alla data del 31.12.2008 (fonte Ministero della Giustizia) su 21.562 stranieri in carcere, i romeni erano 2670. Nel 2007 a Roma su 3577 stranieri arrestati i rumeni erano stati 2.689.

    Il binomio stupro=romeno riempie la terribile cronaca degli ultimi anni ed allora prima di rassegnarmi all’idea che solo i romeni stuprano ho dato per curiosità uno sguardo al rapporto ONU 2006 sulla violenza per apprendere, con sorpresa, che in 89 dei 192 Stati membri la violenza sessuale non viene punita e anche lì dov’è reato non è detto che si riesca a condannare chi lo ha commesso.

    Tra i posti al mondo dove la donna è più rispettata e questo reato è meno frequente c’è l’Indonesia, dove invece la religione islamica lascia immaginare una totale soggezione della donna (gli stupri li fanno i soldati in guerra, per sfregio o per torturare il nemico), e il Giappone, dove addirittura nella metropolitana, per evitare il fenomeno del palpeggiamento, esistono vagoni “Women only”, “solo per donne”.

    Non è possibile, per problemi di spazio, fare il giro del mondo ma può essere interessante guardare cosa succede oltre i confini più vicini a casa nostra, tenendo presente che in Italia l’art.609 bis del codice penale punisce la violenza sessuale con una pena da 5 a 10 anni che diventa da 6 a 12 in presenza di aggravanti, quale ad esempio quella commessa su minore dei 14 anni.


    Romania

    Secondo uno studio citato nel rapporto ONU, la Romania resta tra i Paesi europei quello con l’indice più alto di violenza alle donne, con 2226 casi nel 2003 e 2198 nel 2004. La mentalità dell’uomo romeno – salvo che nelle grandi città - non è cambiata molto e quindi in certi ambienti caratterizzati da povertà, promiscuità, disoccupazione, consumo esagerato di alcol o stupefacenti “la donna è vista come la proprietà assoluta del capofamiglia”.

    Ogni anno in Romania, soprattutto in campagna, migliaia di donne anziane o minorenni vengono stuprate e percosse. La violenza in famiglia è molto diffusa ma le mogli soffrono in silenzio e quelle che osano chiedere il divorzio vengono minacciate di morte, tanto che il più delle volte la polizia è chiamata dai vicini di casa e non dalle dirette interessate.

    Il Codice penale romeno, che dopo la caduta di Ceasescu ha abolito l’ergastolo, punisce lo stupro con la reclusione da 3 a 10 anni e, se sussistono le aggravanti, lo stupratore può stare dietro le sbarre anche 20 o 25 anni.



    Albania

    In alcune zone dell’Albania le tradizioni ancora legittimano la subordinazione della donna all’uomo. La violenza familiare, subìta mediamente da una donna su tre da mariti e partners, è “considerata normale e tollerata da istituzioni, polizia e apparato giudiziario” .

    In questi territori vige ancora la legge del Kanun, un codice di leggi creato intorno al 1400 e trasmesso per secoli, oralmente, di generazione in generazione. Si tratta di una vera e propria raccolta delle tradizioni giuridiche e degli usi albanesi di cui determinati strati sociali non riescono a liberarsi.

    La legge del Kanun legittima la vendetta e quando una famiglia subisce un omicidio si deve vendicare su tutti i familiari dell’altra famiglia entro le prime 24 ore.

    Secondo un articolo di questo codice il marito ha diritto di consigliare e correggere la moglie, e, quando lei disprezza le sue parole e i suoi ordini, può bastonarla e legarla. Se una donna è stuprata davanti alla famiglia “deve suicidarsi per evitare che il disonore ricada sui consanguinei”.


    Francia

    In Francia lo stupro è punito con 15 anni di carcere che diventano 20 se lo stupratore è un parente o una persona che abusa della sua autorità sulla vittima. Dal 1990 è riconosciuto anche lo stupro coniugale, intendendosi per stupro “qualsiasi atto di penetrazione sessuale, di qualunque natura esso sia, commesso sulla persona attraverso la violenza, l’obbligazione, la minaccia o la sorpresa”

    Anche in questo Paese i dati sono allarmanti con 14.000 casi di stupro nel 2005, di cui molti avvenuti nel quartieri periferici, le banlieues, dove si assiste con sempre maggior frequenza al fenomeno degli stupri collettivi.


    Belgio

    In Belgio il reato di stupro è stato riconosciuto solo nel 1989 e prevede una pena fino a 20 anni di carcere. Secondo il citato rapporto ONU vengono denunciati in media sette casi di violenza al giorno di cui il 50 per cento riguarda donne di oltre 18 anni. Quelli conosciuti, secondo gli addetti ai lavori, sarebbero un terzo di quelli effettivamente consumati. In sede processuale solo una percentuale di circa il 40% arriva ad una condanna. Tre volte su quattro lo stupro viene commesso da persone conosciute e il colpevole va ricercato nell’ambito familiare allargato o sul luogo di lavoro, senza distinzione di ceto o di razza.



    Germania

    Ogni giorno viene violentata più di una ventina di donne. Nel 2005 ci sono stati 8.133 stupri, 6.519 violenze sessuali su donne tra i 20 e i 60 anni e 13.962 su bambini.
    E questo in un posto dove solo uno su 20 viene denunziato. Il 33,4 per cento degli stupratori stranieri è di origine turca, seguiti dai serbi e dagli italiani.
    Le pene vanno da 1 a 10 anni con un minimo di 5 anni se la violenza è stata commessa con armi. E’ considerata naturalmente aggravante la violenza di gruppo.



    Gran Bretagna

    Secondo le statistiche del Ministero degli Interni inglese le donne stuprate nel 2004-2005 sono state 13.322 cui si aggiungono 19.000 episodi di molestie sessuali. La maggioranza delle donne comunque non presenta la denunzia e due terzi di quelle che lo fanno la ritirano prima di arrivare in tribunale. Forse anche per questo il 94 per cento dei colpevoli resta libero.
    L’archiviazione è ricorrente se risulta che la vittima e il colpevole già si conoscevano.


    Russia

    Secondo i dati riportati nel rapporto, il 40% delle donne sposate è soggetta a violenza fisica da parte di mariti ubriachi ma non arrivano al 10% quelle che li denunziano perché è necessario non solo riempire dei questionari dalla polizia ma anche andare in ospedale per farsi fare la certificazione medica.
    Nella maggioranza dei casi “i mariti che violentano o picchiano la propria moglie non vanno incontro ad alcun tipo di persecuzione da parte della legge. Uno dei motivi è che la legge russa non riconosce la violenza domestica come un crimine distinto”.

    I mariti non vengono considerati colpevoli e la polizia liquida le denunce come “affari interni alla coppia”.
    E questo in un Paese dove già dal giorno prima dell’8 marzo, Festa della Donna, non si trova più una rosa neanche a pagarla a peso d’oro perché le donne quel giorno, semel in anno, vengono sommerse di fiori.


    Svizzera

    La Svizzera ha la normativa antistupro più severa d’Europa ed è previsto l’ergastolo per “criminali sessuomani o violenti, particolarmente pericolosi e refrattari alla terapia”.
    Dal 2004 la violenza sessuale domestica, all’interno della coppia legalmente riconosciuta o di fatto, eterosessuale o omosessuale, è perseguibile d’ufficio, e non solo in seguito a querela da parte della vittima. Questa può abbandonare il tetto coniugale in caso di pericolo così come la Polizia può allontanare da casa il marito per almeno 30 giorni.
    Nonostante tale severità nel 2005 ci sono stati 646 stupri.


    Polonia

    Fino a 10 anni fa lo stupro era considerato un reato secondario, un crimine contro la moralità e addirittura in qualche processo si era valutato se “l’atteggiamento provocatorio delle vittime” avesse influito sul comportamento del colpevole.
    Con l’ingresso in Europa, Varsavia è stata invitata a rivedere la normativa e la pena è stata portata a 12 anni.
    Nel 2005 ci sono stati comunque 1987 casi di stupro, considerati dagli osservatori di dieci volte inferiore a quello reale


    Dopo questo breve giro panoramico, si deve solo constatare che la violenza sulle donne è un fenomeno connesso alla bestialità dell’uomo, l’uomo senza confine perché il crimine non ha bandiere. Sapere che 89 Paesi al mondo sui 192 facenti parte dell’ONU non puniscono questo reato ci dice che per la donna la dignità e il rispetto sono obiettivi culturali ancora tutti da conquistare.


    Ho eliminato il testo "doppio"; riguardo a questo, che presumo non sia opera tua, sarebbe opportuno inserire il link o citare la fonte.

    Notturno
    Ultima modifica di Notturno; 28/12/2009 alle 23:43 Motivo: UnionePost automatica

  9. #8
    TCP Rider Senior L'avatar di massimio
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    concordo con la castrazione chimica, dovrebbe essere estesa a tutti i paesi del mondo....ma per quello che riguarda il divieto di esporre certi simboli.....beh, mi lascia perplesso
    che rumore fa la felicita'
    la pazienza e' la virtu' di chi non ha un caz@zo da fare
    storie di chi rimane e di chi invece lascia tutto e se ne va.....

  10. #9
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    l'importanza della certezza della pena....

    cosa che in Italia è del tutto assente
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  11. #10
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    ma secondo me per erti reati non basta la certezza della pena......reati a sfondo sessuale implicano problemi mentali non indifferenti...per cui serve qualcosa che impedisca il ripetersi anche a distanza di anni dello stesso crimine da parte della stessa persona...e solo la galera non credo faccia al caso
    che rumore fa la felicita'
    la pazienza e' la virtu' di chi non ha un caz@zo da fare
    storie di chi rimane e di chi invece lascia tutto e se ne va.....

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