Un articolo che ribadisce coi numeri quanto ci hanno raccontato chi vive a L'Aquila.

Nell'occhio del ciclone per gli appalti al G8 fantasma della Maddalena, qualche giorno fa Guido Bertolaso ha riferito in Senato in merito al dibattito che riguarda, fra l'altro, la conversione del Decreto Legge che crea la contestata Protezione Civile Servizi SpA. E ha parlato dell'Aquila in toni trionfalistici, facendo dichiarazioni smentite dai dati ufficiali della stessa Protezione Civile.

Dalla trascrizione stenografica dell'intervento in aula, nel corso della Seduta 327 del 3 febbraio 2010):
"Avrete sicuramente visto quale incredibile lavoro abbiamo realizzato, costruendo le case antisismiche in 80-90 giorni, in 19 aree della città dell'Aquila, dando così la possibilità di entrare in una casa a oltre 18.000 aquilani che l'avevano completamente persa."

Ora. Il Capo Dipartimento della Protezione Civile Bertolaso Guido, fa confusione con i numeri. Oppure ricorda male. Qualche malpensante, potrebbe pensare che menta. Perché, secondo i dati ufficiali della Protezione Civile (fermi al 29 gennaio), gli aquilani entrati nelle case del piano C.A.S.E. e nei Moduli Abitativi Provvisori sono 12.803. Nei M.A.P. sono 2.831 (e fra di essi, ci sono i M.A.P. di San Demetrio e Onna, per esempio. Costruiti dalla Provincia Autonoma di Trento).
Siamo ancora lontani dai 18.000 promessi. Che, per inciso, secondo le varie promesse avrebbero dovuto essere alloggiati prima entro settembre (erano poco più di 4.000), poi entro novembre.
E come dimenticare dei 10mila ancora assistiti fra alberghi (6.462), appartamenti sulla costa abruzzese (2.3
76) e caserme (1.191)?

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