Citazione Originariamente Scritto da natan Visualizza Messaggio
So che sembrerò malizioso ma ...

le aziende che costruiscono o forniscono sti body scanner .....
Cosa nasconde il body scanner | L'espresso
Non garantiscono la sicurezza. Costano milioni di euro ai contribuenti. Forse danneggiano la salute. Di sicuro creano problemi legali. Ma tutti li compreranno. Grazie a una lobby potentissima.

La soluzione per la sicurezza dei voli si chiama 'puffer'. È una cabina hi-tech capace di individuare in soli 17 secondi le più minuscole tracce di esplosivo, fino a un miliardesimo di grammo. Basta entrarci dentro e l'apparecchio soffierà una brezza gentile, per poi analizzare eventuali particelle presenti nell'aria. Nessun rischio per la salute dei passeggeri, nessun bisogno di invasive perquisizioni manuali. L'uovo di Colombo del controllo aeroportuale.

Così diceva la Transportation Security Administration (TSA), l'agenzia americana per la sicurezza dei trasporti, creata in seguito all'11 settembre, nel 2006, dopo aver ordinato puffer per 40 scali, a un costo complessivo di 30 milioni di dollari, 160 mila dollari al pezzo. Qualche mese fa però la stessa agenzia ne ha annunciato lo smantellamento completo. A quanto pare gli apparecchi si rompevano spesso, facendo schizzare in alto i costi di manutenzione; e, quel che è peggio, in alcuni casi non hanno rilevato gli esplosivi come promesso. Certo, la TSA non ne è uscita molto bene, tanto più che secondo un recente rapporto del Government Accountability Office (equivalente alla nostra Corte dei Conti) gli apparecchi non erano stati neppure adeguatamente testati. Intanto però la General Electric, la principale fornitrice dei puffer miracolosi, ha incassato un bell'assegno.

Ora il governo americano ci riprova con i body scanner, seguito a ruota da vari paesi, inclusa l'Italia. Ovviamente le principali aziende del settore sono in fibrillazione. In prima fila ci sono due imprese americane, la L-3 Communications e la Rapiscan Systems, le uniche ad aver ottenuto l'approvazione della TSA e contratti già firmati che si aggirano sui 100 milioni di dollari per ciascuna. Ai 40 scanner già presenti negli aeroporti statunitensi, se ne sono appena aggiunti 150, cui ne seguiranno altri 300. Ma se davvero il governo dovesse decidere di coprire tutte le 2.100 corsie di sicurezza degli scali Usa, il giro d'affari lieviterebbe fino a 400 milioni di dollari. E poi, naturalmente, c'è il mercato globale: Uk, Canada, Olanda, Italia si sono subito attivate per acquistare scanner corporali. Altri potrebbero seguire.


I protagonisti del settore si stanno preparando da tempo, aiutati dalla paura del terrorismo: già lo scorso anno 400 miliardi di dollari sono finiti in fondi obbligazionari dell'industria della sicurezza, stima la società di ricerca Strategic Insights. Il fallito attentato sul volo Amsterdam-Detroit dello scorso 25 dicembre è stato, dal loro punto di vista, la ciliegina sulla torta. Il problema è solo azzeccare l'apparecchiatura giusta, il Sacro Graal della scansione perfetta.

Due le tecnologie più note. La prima emette radio-onde ad alta frequenza: sono gli scanner millimetrali attivi, prodotti dalla L-3 Communications e acquistati per primi dalla TSA; dopo due anni di test hanno ricevuto l'autorizzazione dell'agenzia lo scorso dicembre. La seconda utilizza invece raggi X a energia molto bassa (backscatter): sono prodotti dalla Rapiscan e acquistati in seconda battuta dall'agenzia Usa. Tuttavia, la frontiera degli scanner corporali si sta già spostando in avanti: la tecnologia che - sperano i produttori - sfonderà le ultime resistenze in fatto di privacy e salute sfrutta infatti le onde millimetriche in modo passivo. Invece di emettere onde radio che vengono poi riflesse dal corpo umano dopo aver attraversato i vestiti (come nel caso degli scanner di tipo attivo) rilevano l'energia emessa naturalmente dal corpo umano. In tal modo - assicurano i produttori - non ci sarebbe alcun problema per la salute dei passeggeri, e tantomeno per la privacy, poiché le immagini risultanti sono molto più indistinte. A produrli sono aziende americane come la Millivision (li vende a 180 mila dollari l'uno) e soprattutto la Brijot. Quest'ultima, pochi giorni dopo lo sventato attacco di Natale, ha lanciato anche uno speciale modello su ruote, portatile: si sposta dove serve, si connette e via.

Apparecchi basati sulla sua tecnologia passiva vengono commercializzati anche dall'italiana Gilardoni, insieme ai modelli di tipo attivo progettati invece dalla L-3. "Ma quelli passivi non sono adatti agli aeroporti, hanno una risoluzione troppo grossolana", dice a 'L'espresso' Andrea Ascani Orsini, responsabile tecnico della ditta. L'Enac, l'ente di aviazione civile, ha fatto sapere di avere a disposizione due milioni di euro per l'acquisto di scanner da collocare principalmente in tre aeroporti: Fiumicino, Malpensa e Venezia. In questi giorni è attesa una decisione sulla tecnologia che verrà adottata