L'ultima sciocchezza del viceministro Romani: mandare un sms ai genitori se il figlio si collega a un sito "sconveniente". Un misto di autoritarismo e puritanesimo, da un ex imprenditore che ha fatto i soldi proprio con i contenuti a luci rosse Il viceministro alle Comunicazioni Paolo Romano.L'ultima geniale idea del viceministro Romani è che se qualcuno in casa tua si sta sparando un video pornazzo sul Web, ti arriverà in automatico un sms, anche nel mezzo della notte.
Non se ne conosce ancora il testo: se sarà in burocratese stretto (tipo: «Ai sensi di legge La informiamo che è in corso una navigazione scorretta») o se i creativi del ministero prepareranno una frasetta più friendly e colloquiale («Sveglia! Sono le due del mattino e quel segaiolo di tuo figlio è attaccato a YouPorn!»).
A quel punto il padre più severo si alzerà furibondo e andrà a sfasciare il laptop dell'adolescente in subbuglio ormonale, mentre il buon genitore montessoriano condividerà con la prole la visione dei filmati in questione, inoltrandosi fino all'alba in una conversazione sui problemi della crescita.
Qui sull'idiozia clericofascista della trovata si riesce solo a sorridere, ma Guido Scorza e Vittorio Zambardino spiegano bene la cultura agghiacciante che c'è dietro: quella di uno Stato etico che si arroga il diritto arbitrario di stilare una lista di siti "perniciosi" e di romperti le balle via sms se qualcuno in casa tua li frequenta – e in poche parole di violare uno dei principi fondamentali della società liberale, secondo cui i genitori hanno un margine di libertà nell'educazione dei figli in cui il ministero è gentilmente pregato di non entrare.
Come primo corollario, penso che se qualcuno avesse avvertito mio padre quando a 15 anni nascondevo "Il tromba" e "Jacula" sotto il letto, probabilmente sarei scappato di casa e attualmente vivrei sotto il Ponte Milvio: insomma, lasciate che gli adolescenti si facciano in pace i loro giri.
Come secondo corollario, fa un po' sorridere che la crociata moralista sia capeggiata proprio da Paolo Romani, che quando era editore di Lombardia 7 produceva la tv più a luci rosse del nord (ricorda, onorevole, "Vizi privati e pubbliche visioni" con la signorina Maurizia Paradiso?) e aveva robuste cointeressenze con le linee 144 hot.
Insomma, diciamo che se ora usa il telefono per censurare il porno, all'epoca invece lo usava per fare i soldi col porno. Dev'essere quella che chiamano "crescita politica".
Paolino il censore porno | L'espresso
ora,premesso che si trattasse di pedopornografia sarebbe anche encomiabile come idea,ma qui si parla di generici siti pericolosi,quindi i vari youporn,amaporn e tanti altri......cosi io 15enne che mi trastullo alle 2 di notte davanti al mio pc mi vedo entrare mio padre in camera incazzato come una bestia perche e' stato svegliato da un sms che lo informava che mi stavo facendo una pugnetta..................................