In un convento di clausura arriva un nuovo monaco e, come prima cosa, viene convocato dal priore che gli da il benvenuto e gli spiega le regole vigenti: “Vedi fratello, noi qui conduciamo una vita dedita esclusivamente alla preghiera, alla meditazione e al lavoro. Devi sapere che qui osserviamo la regola del silenzio in modo assolutamente rigoroso, per cui, a partire dalla fine di questo nostro colloquio, non dovrai pronunciare alcuna parola di fronte ad alcun fratello, fino a che io non ti diro’ il contrario”. Detto questo, il priore congeda il nuovo arrivato che comincia cosi’ la sua nuova vita fatta di silenzio e di meditazione. Dopo un anno di permanenza, egli viene convocato nell’ufficio del suo superiore il quale si complimenta con lui per la condotta che ha tenuto fino a quel momento. “Sono fiero di te, fratello; e come premio, ti concedo di pronunciare due parole”. Il monaco ha qualche istante di esitazione, poi dice: “materasso... rotto”. Il priore gli risponde: “Va bene, fratello: provvederemo a darti un nuovo materasso. Ora vai in pace”. Allo scadere del secondo anno, al monaco viene nuovamente accordato il privilegio di pronunciare due parole: “Minestra... insipida”. “Va bene fratello”, dice il priore, “Provvederemo affinche’ la tua minestra sia piu’ salata. Vai in pace”. Dopo un altro anno ancora, di nuovo nell’ufficio del suo superiore, il monaco pronuncia le seguenti due parole: “Vado... via...”. “Cazzarola, direi che era anche ora!”, sbotta il priore, “Da quando sei arrivato qui non hai fatto altro che rompere i coglioni!!”