Straquoto. E aggiungo che la magistratura, intesa come ordinamento e funzione giurisdizionale, è composta di giudici, a loro volta "condizionati", formati, influenzati, impregnati da una propria cultura che non è - e non può essere solo -giuridica, ma anche sociologica, religiosa, poilitica, eccetera. In altri termini: "quel" magistrato giudica "quel" fatto e lo fa con "quegli" strumenti (tecnici, culturali, intellettuali, ideologici, eccetera) di cui è espressione, piaccia o no, prima di tutto come "persona".
Tant'è che si hanno sentenze diverse, a volte, diametralmente contraddittorie e contrastanti su casi analoghi, se non identici. Non a caso l'ordinamento prevede vari gradi di giudizio per lo stesso caso, proprio per attenuare (non certo risolvere), attraverso regole predeterminate e condivise dalla collettività, le disparità e le diseguaglianze, le quali, tuttavia, permangono chiare ed evidenti nel sentire di ciascuno o di tanti.