per curiosità sono andato a tirarlo giù dalla mensola.....acquistato un ventennio fà...c'è ancora il segna pagina.......a pagina 41.........mai finito di leggere.....però almeno all'inizio quando paragona il viaggio in moto rispetto all'auto e dice che in quest'ultima il paesaggio scorre noioso dentro ad una cornice....
"In moto la cornice non c'è più.Hai un contatto completo con ogni cosa.Non sei uno spettatore sei nella scena e la sensazione di presenza è travolgente....."
E' un libro di filosofia, un mio conoscente, motociclista da viaggi in Africa per capirci, lo ha definito un libro sull'estetica..........non ho mai capito cosa intendesse, sono troppo materialista, forse.
Ieri ero un cane. Oggi sono un cane. Domani probabilmente sarò un cane. Sigh! Ci sono poche speranze in un avanzamento.
(Snoopy)
Letto lo trovo molto bello ma non per tutti .
Vale la pena provare.
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Il saluto del motociclista
Pasen la vita a pisàa cuntra'l veent perché l'impurtant l'è mai vèss cuntent.........
in un mondo che cambia troppo velocemente il PettiRat e' il nostro rifugio sicuro. (Tonidaytona)
Dammilamanina.it
TWEEKEND - Il raduno Triumph by TCP - 5/6/7 settembre 2014-San piero a Sieve>>>
come dice il mio amico BLACK, per molti ma non per tutti!!!
per mè è stato un libro meraviglioso, lo avevo comperato per scherzo, incuriusito dal titolo, poi man mano che lo leggevo si apriva mondi nuovi!!
con mia somma sorpresa pure mia figlia lo ha, studiato per un esame all'universita'!!!![]()
Ma che vuol dire "per molti ma non per tutti"?
A me non ha trasmesso niente, ma non vuol dire che non abbia capito il senso del libro...
Bho.![]()
SCOZZESE IN TERRA INGLESE...
vuol dire che non è un libro per te...... ma non perchè tu sia "peggio" di altri , semplicemente perchè a qualcuno (per molti) trasmette sensazioni particolari e fa fare un viaggio nel proprio io, e ad altri (non per tutti) non trasmette niente.
esempio LSD era per Jim Morrison ma non per me (penso).....
Dire per molti ma non per tutti non è mica un'offesa
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Il saluto del motociclista
Pasen la vita a pisàa cuntra'l veent perché l'impurtant l'è mai vèss cuntent.........
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Onestamente ho trovato molto ispirata la prima parte del libro, man mano che la storia prosegue diciamo che i riferimenti diretti alle moto pian piano si assottigliano ed il libro ( se è la pura filosofia biker che cerchi ) perde un po di interesse...
LO ZEN E L'ARTE DELLA MANUTENZIONE DELLA MOTOCICLETTA
di Robert M. Pirsig
Questo romanzo è una Grande Avventura, a cavallo di una motocicletta e della mente, è una visione variegata dell'America on the road, dal Minnesota al Pacifico, e un lucido, tortuoso viaggio iniziatico.
Una mattina d'estate, il protagonista sale sulla sua vecchia, amata motocicletta, con il figlio undicenne sul sellino e accanto a lui un'altra moto con due amici. Parte per una vacanza con "più voglia di viaggiare che non di arrivare in un posto prestabilito". Ma fin dall'inizio tutto si mescola: il paesaggio, che muta di continuo dagli acquitrini alle praterie, ai boschi, ai canyons, i ricordi che dilagano nella mente, la rete tenace dei pensieri che si infittisce intorno al narratore. Per lui, viaggiare è un'occasione per sgombrare i canali della coscienza, «ormai ostruiti dalle macerie di pensieri divenuti stantii». E altri pensieri crescono come erbe dalla cronaca del viaggio: l'amico si ferma, ha un guasto, impreca, non sa cosa fare. E il narratore si chiede: qual è la differenza fra chi viaggia in motocicletta sapendo come la moto funziona e chi non lo sa? In che misura ci si deve occupare della manutenzione della propria motocicletta?
Mentre guarda smaglianti prati blu di fiori di lino, gli si formula già una risposta: «Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore». Questo pensiero è la minuscola leva che servirà a sollevare altre domande subito incombenti: da che cosa nasce la tecnologia, perché provoca odio, perché è illusorio sfuggirle? Che cos'e la Qualità? Perché non possiamo vivere senza di essa?
Come un metafisico selvaggio, come un lupo avvezzo a sfuggire alle trappole dei cacciatori, che in questo caso sono le parole stesse, il narratore avanza con la sua moto per strade deserte o affollate, seguito dal fantasma di Platone e di Aristotele, e soprattutto dal «fantasma della razionalità», invisibile plasmatore della motocicletta e di tutto il nostro mondo. Ma nella sua ricerca una voce si incrocia con Ia sua, quella del suo Doppio, Fedro, che anni prima aveva pensato quelle stesse cose e, dietro di esse, aveva incontrato la follia. Tutti e due vogliono testardamente risalire a quel punto, oscuro e lontano, in cui «ragione e Qualità si sono staccate».
Giunti a quel punto, apparirebbe evidente, luminoso, che «la vera motocicletta a cui state lavorando è una moto che si chiama voi stessi».
p.s. il commento non e' mio, anche se lo condivido..........sonopigro e l'ho trovato in rete![]()
lo Zen
la moto
non mi interessa poi tanto![]()
TCP Rider Senior
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