Ho cambiato stile alimentare da quasi dieci anni, grazie alla mia prima moglie che mi fece comprendere che uno "stile di vita", sebbene più faticoso da raggiungere, inquadrato in un complesso di "fatti" e di "esperienze", può essere più redditizio e benefico rispetto ad una "dieta" intesa come "privazione", come "afflizione", come "riscatto", con cui confliggere-combattere-compiacersi giorno per gionro. Parlo ovviamente per me e della mia esperienza. In sostanza ho fatto un percorso graduale (molto mentale) di "oggettivazione" dall'alimento: insomma, per dirla in due parole, ho lavorato alla radice sulla capacità di desiderare e non desiderare un alimento, un cibo. E' un supplizio, fisico, mentale...giornate di digiuno, di esercizio all'autocontrollo..... ma posso affermare che ne è valsa la penaOriginariamente Scritto da Lady Herbie 53
. E' un percorso di privazione, evidentemente, e richiede, comunque, grande forza di volontà, sacrificio, training autogeno. Oggi sono in ottimo perso forma, non sono proprio un ragazzino e passo con disinvoltura dal digiuno per una giornata intera, alla mangiata con in controcojoni. MA SONO SEMPRE IO A DECIDERE SE E ECOME E QUANDO MANGIARE E COSA MANGIARE. Non è il cibo a decidere per me. Una sorta di francescanesimo gaudente
Finché dura....
Non dico che durerà in eterno......ma almeno ci ho provato
Mi scuso se mi sono dilungato.
Cmq augurie Forza!!!!!Chi si estranea dalla lotta...............!
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mmmmmm....quest' ultima affermazione mi lascia un po' perplesso....
