
Originariamente Scritto da
giorgiorox
Dopo qualche anno tutto ci apparve chiaro. Facchetti presidente dell'Inter,con Moratti e Tronchetti Provera fuori da ogni carica sociale. I pagamenti all'agenzia investigativa di Cipriani a nome di Facchetti,Facchetti che riceve le confidenze di Nucini,Facchetti che va dalla Boccassini. In quel coacervo di crimini e ricatti delle intercettazioni e dei pedinamenti targati Telecom-Inter,se si evidenziassero delle responsabilità interiste,Facchetti ne sarebbe responsabile. Ho il pc con decine di dichiarazioni del sig Moratti che a ogni interrogatorio un po più imbarazzante,quando non sa spiegare logicamente,estrae dal cilindro la parola magica che blocca ogni progresso investigativo..."non lo so,ma non credo che Facchetti...". Giancarlo Padovan,quando era direttore di Tuttosport,definì vomitevole questa tecnica interista di farsi scudo con vigliacca maestria e finta compassione,della figura di Facchetti,usato fino all'ultimo come difensore.
Oggi,Moratti ci fa sapere che è"di cattivo gusto" fare il nome di Facchetti come ha fatto Abete,che invece,va sottolineato,aveva solo tentato di fare bene il suo lavoro di lacchè con schiena prona verso Milano.
Deve essere un pregio di Milano quello di saper modificare fatti e avvenimenti a proprio piacimento,cosi veniamo a sapere che Massimo Moratti non fa denuncia alla Procura di Milano sui fatti esposti da Nucini,per evitare una eventuale trappola ai danni di Facchetti (???). Però lo stesso galantuomo di Moratti,non avrà scrupoli a far firmare i pagamenti per i pedinamenti a quel Giacinto Facchetti che prima lui voleva tutelare.
I documenti falsi di Recoba racchiuderanno un vasto campionario di ipocrisia nelle risposte del galantuomo Massimo Moratti. La colpa è di...non so,forse di Baldini o dell'impiegata,noi abbiamo agito sempre correttamente...E quando a bilancio dell'Inter figurò per qualche decina di milioni di euro il figlio della portinaia,il galantuomo Massimo Moratti ci fece sapere che...le valutazioni sono soggettive,quello che per loro è trenta,per noi può essere cinque. E le stampelle di Donato Brescia e le quotazioni gonfiate della Saras in borsa e il doping denunciato da Georgatos,per non parlare di quello denunciato da Ferruccio Mazzola. Tutto liquidato con disprezzo e alterigia...
E oggi,con le intercettazioni del galantuomo e del suo scudiero,emerse magicamente a Napoli,la fabbrica continua a funzionare,Massimo Moratti e Tronchetti Provera confezionano gli anelli,i giornalisti li espongono in vetrina e noi ce li mettiamo tutti al naso.