Senza minimamente entrare nel merito e le vicende, che riguardano solo e soltanto le persone interessate (che non conosco), condivido, praticamente, in ogni virgola il quotato. Mi permetto di aggiungere solo che l'evoluzione della propria esperienza può portare a rendere più duttile (o più rigido) uno schema mentale (e, quindi, affettivo), che attraversa fasi di modifica e, a volte, si manifesta, a noi stessi, alla nostra coscienza, diverso, cambiato: non più e sempre lo stesso. Insomma: nel bene o nel male, non si finisce mai di scoprire ciò - parlo sempre della sfera affettiva, amorosa - che è in noi e nell'altra (o). Ma è pur sempre un sublime patire (=pathos).