IL DERBY DEI VELENI


- E' già stato ribattezzato il derby dei veleni. Perché mai come questa volta Inter-Juventus, derby d'Italia secondo una vecchia definizione di Gianni Brera, promette di essere non un semplice confronto tra due squadre e i loro 22 uomini, ma uno scontro all'ultimo sangue tra due società divise non più da una rivalità secolare, ma da quello che assomiglia ormai a un reciproco odio che di sportivo ha ben poco. Facile prevedere che i fumi velenosi sparsi nelle ultime settimane, e poi nell'aula del processo di Napoli, possano arrivare fino a San Siro, pronti a fare da reagente per scatenare la bagarre alla prima scintilla che dovesse scoppiare in campo. Fondamentale, per evitare che la situazione degeneri, sarà ovviamente il lavoro di arbitri e guardalinee, ma ancor più fondamentale sarà il buon senso dei giocatori, di chi li guida da bordo campo, e dei tifosi. Non rimane che sperare.

IL DUBBIO DI MOU - Chi ha tutto da perdere, nel caso in cui la partita si trasformasse in battaglia, è l'Inter, che in questa stagione ha già pagato fin troppo gli eccessi di nervosismo, dimostrando in più di un'occasione qualche difficoltà a gestire le situazioni di particolare stress psicologico (vedi espulsione di Sneijder nel derby di ritorno, o Inter-Sampdoria). I Campioni d'Italia si presentano all'appuntamento col sollievo di aver raggiunto la finale di Coppa Italia, e l'incubo di dover vivere questo derby d'Italia, crocevia fondamentale nella corsa Scudetto, come un antipasto del vero appuntamento da non fallire: quello con sua maestà Messi e compagnia calciante, martedì prossimo a San Siro. Il problema di Mourinho sta tutto qui: perchè in teoria, a parte Toldo e Santon, e lo squalificato Chivu, sono tutti disponibili. Ma in pratica l'ultimo mese ha dimostrato che alcuni uomini faticano molto, in questa fase della stagione, a reggere impegni ravvicinati. Senza contare ovviamente il rischio infortuni. Al momento il tecnico portoghese sembra intenzionato a schierare fin dall'inizio i soliti 11, a partire dagli uomini rimasti a riposo (totale o parziale) in Coppa Italia: Samuel, Cambiasso, Sneijder e Milito. Ma non è da escludere che, in vista del Barcellona, il tecnico portoghese dia ancora spazio al poco amato turn-over. Lasciando magari fuori non solo Stankovic, che è tornato oggi ad allenarsi in gruppo ma non può ancora essere al 100%, ma anche Milito, uno dei più spremuti, tanto da aver perso ultimamente un po' della sua implacabile lucidità in area. Anche perché la Coppa Italia ha confermato un'ovvietà: riportato al centro, Samuel Eto'o trova la porta e il gol con molta più facilità. Maddai?

LA CRISI DI PANDEV RILANCIA MARIO - Chi può legittimamente sperare di tornare protagonista, dopo il lungo esilio, è Mario Balotelli. Rilanciato più che per meriti propri, per demeriti altrui: quelli di Goran Pandev. Il macedone paga un calo di forma preoccupante, dopo l'ottimo impatto avuto al suo arrivo, ma paga anche una certa idiosincrasia per il ruolo e il lavoro che gli chiede Mourinho, piazzandolo largo nel 4-2-3-1. Il match di campionato contro i viola ha ribadito che Pandev non è un uomo di fascia, e che la sua tendenza ad accentrarsi sempre e comunque, sia palla al piede che senza palla, penalizza troppo il gioco offensivo dei nerazzurri. Non è un caso che nel primo tempo di quella partita l'Inter non è riuscita mai, ma proprio mai, ad arrivare sul fondo per mettere il pallone in mezzo. Nel secondo, con Balotelli largo, ecco il pareggio (cross dalla destra di SuperMario), e il provvisorio vantaggio (discesa e cross di Maicon su quella stessa fascia).

QUI JUVE... E' SEMPRE UN LAZZARETTO - Ben diverse le preoccupazioni in casa Juve, dove ovviamente, dopo la vittoria all'andata, si sperava di arrivare all'appuntamento per giocarsi le chance Scudetto. Ora invece si insegue disperatamente il quarto posto, e lo si dovrà fare con gli uomini contati, come troppo spesso è accaduto in questa e nelle stagioni scorse. Zaccheroni ha perso anche Trezeguet, su cui molto si puntava per il finale di stagione, e Giovinco, un altro che, dopo i 20 minuti scarsi con il Cagliari, sembrava pronto per essere tolto dalla naftalina. In difesa le scelte sono quasi obbligate, vista l'indisponibilità di Grygera, mentre Caceres è tornato oggi in gruppo, ma non sembra ancora pronto. Per il resto, la sensazione è che Zac possa optare per il rombo a centrocampo, con Melo davanti alla difesa, Marchisio e Sissoko sulle corsie laterali, e il ritorno di Diego dal primo minuto alle spalle delle due punte. Che salvo sorprese saranno Amauri e Del Piero, con Iaquinta in panchina.

VINCERE, PER FAR PERDERE L'INTER - Quello di San Siro è un match fondamentale per il futuro bianconero. Non solo per ovvi motivi di classifica, per tenere vivo l'obiettivo di un posto in Champions che rimane l'ultimo per evitare il fallimento totale. Ma anche per provare a ricucire il rapporto con i tifosi: vincere due volte con l'Inter, spazzando via le speranze di scudetto dei rivali, potrebbe davvero far dimenticare, almeno un po', al popolo juventino le troppe delusioni di questa annata, consentendo alla società di lavorare con più serenità per la prossima stagione. In caso di tonfo, invece, la casa della Vecchia Signora verrebbe squassata da un nuovo terremoto che potrebbe aprire davvero scenari di rivoluzione societaria, a oggi difficili da immaginare. E a quel punto, tristemente, l'ultimo obiettivo per i tifosi bianconeri rimarrebbe vincere quella battaglia in tribunale, i cui veleni sono pronti a spandersi su San Siro.


Guido Guenci / Eurosport



buona partita a tutti