Ho avuto una compagna giornalista (si parla del periodo 1986-1991 circa). Ho ancora a che fare (per lavoro) con la categoria. Non generalizzo. E' un fatto certo che come esistono cattivi e buoni falegnami, cattivi e buoni concessionari, cattivi e buoni medici, così esistono cattivi e buoni giormalisti. E' altrettanto notorio che sia una categoria sensibile ed esposta a contaminazioni e relazioni politiche (nel senso più ampio: anche sostenere le ragioni degli idraulici alti, biondi e con gli occhi azzurri può essere considerata, di fatto, politica) e pressioni e connivenze ideologiche (di qualsiasi livello e rango: anche nel paese, chi scrive di cronaca locale deve fare i conti con la realtà, il tessuto sociale, religioso, ecc.). Possono condizionare, in bene o in male, l'opinione pubblica, contribuendo a orientarne - talvolta su commissione - gusti, idee e scelte. Non è poca cosa. L'onestà intellettuale (in qualsiasi contesto professionale) è un valore a volte residuale, che trova, talvolta, limiti invalicabili in interessi diretti, estemporanei, calibrati su scopi di parte, che snaturano la funzione pubblica dell'informazione ed esaltano, invece, la partigianeria e la faziosità. Non mi dilungo: da prendere comunque con le molle![]()