
Originariamente Scritto da
Lio
Ho letto tutti i vostri interventi interventi... sono interessanti ma, da siciliano nato e cresciuto in mezzo alla cultura mafiosa sento il bisogno di intervenire per puntualizzare alcune cose.
Di Emilio Fede non voglio parlare; poverino lui e chi gli va d'appresso. Semplicemente non è un Uomo; piuttosto, per dirla con Sciascia, è un quaqquraqquà.
Voglio piuttosto evidenziare un piccolo dettaglio: tutte le volte che viene fuori una figura pubblica che si schiera contro la delinquenza organizzata, questa, prima o poi, viene tacciata di professionismo dell'antimafia. Lo si cerca di discreditare dicendo che in fondo ci lucra (vedi Saviano), o fa carriera (vedi Facone, Borsellino, Dalla Chiesa, ecc.. la lista è tragicamente lunga), o è sovversivo (Peppino Impastato, padre Puglisi). Il disegno è evidente: creare il discredito intorno a quella gente. Così li si comincia ad isolare dall'opinione pubblica e poi li si può ammazzare in santa pace. Noi ci piangiamo un po' sopra, facciamo qualche bella sfilata, un bell'applauso al loro funerale e poi tutto continua come prima.
L'antimafia si può fare ogni giorno, nel proprio contesto, in silenzio, facendo alcune scelte e non facendone altre. Questo serve ed è forse la forma di lotta più importante ed efficace, ma abbiamo bisogno anche di loro. Abbiamo bisogno anche di simboli, di gente con le palle che si espone e rischia; che è pronta a cambiare radicalmente il proprio stile di vita vivendo blindati e protetti sempre e dovunque. Rappresentano la testimonianza tangibile che forse ce la si può fare, che forse se ne può uscire. Io non ho il coraggio di fare come loro e a volte mi sento un verme, ma non tutti siamo eroi.
Però, almeno, cerchiamo di non fare il gioco di chi tiene in mano il potere unendoci al coro dei denigratori e combattiamo la nostra piccola battaglia ogni giorno; con piccoli gesti e piccole scelte, magari senza eroismi, come possiamo....... così facendo c'è qualche possibilità di inaridire il terreno su cui la mafie crescono, quel "sentire mafioso" che, si piaccia o no, fa parte della nostra cultura.