Bono e Geldof: Italia via dal G7, non rispetta gli impegni per gli stanziamenti all'AfricaOne, l'organizzazione per la lotta alla povertà guidata da Bono degli U2 e da Bob Geldof, chiede che l'Italia sia espulsa dal G7, per non aver mantenuto le sue promesse del 2005 sugli stanziamenti alla lotta alla povertà, soprattutto per quanto riguarda l'Africa. Anzi, secondo il rapporto annuale di One, il nostro paese ha di fatto ridotto l'assistenza ai paesi poveri rispetto ai livelli del 2005, quando a Gleneagles in Scozia i maggiori paesi industrializzati si impegnarono solennemente ad aumentare i loro sforzi.All'epoca i 7 paesi più industrializzati sostennero che avrebbero raddoppiato gli aiuti all'Africa, arrivando a 50 miliardi di dollari all'anno. Ma secondo One, facendo proiezioni sui livelli attuali, da allora solo il 61% di quella somma è stato fornito. Alcuni paesi sono stati virtuosi: la Gran Bretagna ha dato il 93% di quel che aveva promesso, e gli Usa addirittura si sono superati, con il 150%. Canada e Giappone hanno rispettato e superato le modeste promesse fatte. Ma già Francia e Germania hanno aumentato del solo 25% di quanto promesso i loro aiuti. Maglia nera assoluta l'Italia, che secondo il rapporto ha diminuito del 6% i suoi aiuti ai paesi poveri.Jamie Drummond, direttore esecutivo di One dice, citato dal Guardian: "Non si può consentire ai leader italiani di infettare il G7 ancora a lungo. Devono essere buttati fuori. Il vero problema, quando si giudicano le promesse del G7 all'Africa, è che la terribile passività di governi come quello italiano oscura la lodevole performance di Usa e Gb. Ciò suggerisce la necessità per una rinnovata coalizione dei volenterosi, dove solo coloro che sono seriamente impegnati per un partenariato con gli africani si uniscono, insieme con i paesi emergenti, le nuove tecnologie, e la generazione emergente africana di attivisti ed imprenditori".Nella prefazione al rapporto, Bono scrive: "Gli attivisti dovrebbero sollevarsi di fronte a tutto questo puntare i piedi, alle scuse e al tornare indietro, che spesso ha preceduto la recessione globale. Abbiamo visto la leadership italiana che non ha mantenuto le promesse fatte dal suo popolo; Francia e Germania che hanno rallentato; le promesse deboli di Canada e Giappone. E, in generale, una pigrizia nel rispettare le promesse ad aumentare l'efficacia degli aiuti, sostenere commercio ed investimenti ed aiutare l'Africa ad affrontare le crisi create dell'uomo, finanziarie ed ambientali".25 maggio 2010