Alcuni anni addietro, avrei senza ombra di dubbio suggerito di agire per portare attacchi, anche vendicativi, verso la persona in questione. Oggi, soprattutto alla luce di una esperienza personale significativa (intendo dire che davvero mi ha segnato e ha prodotto effetti pericolosi e potenzialmente devastanti in me e nella mia famiglia), in cui ho (e sto ancora) adoperando l'indifferenza, l'autocontrollo, la ponderatezza, seppure con sforzo considerevole, tentato da istinti distruttivi e aggressivi, martoriato dal bisogno di esternare e sfogarmi (anche fisicamente, per bisogno temperamentale), penso (e, per questo, mi sento di suggerire) che vale la pena resistere, autocontrollarsi, regolamentarsi e attendere che il silenzio e l'indifferenza annienti, comprima, ridicolizzi, riduca, ridimensioni, escluda e metaforicamente uccida. E' una sorta di percorso ad ostacoli, a volte durissimo, inaccettabile, anche obiettivamente ingiusto e punitivo verso sé e le proprie ragioni (quando ci sono), ma - nel mio caso - sebbene, ribadisco, con grande sforzo, ne è valsa la pena.
Buona fortuna.