
Originariamente Scritto da
natan
di tanto in tanto mi piace rileggere
e mofidicare le poesie di Talamo ...
Era gialla.
Come il sole.

E profumava d’olio.
Di chilometri.
Il calore che emanava lo potevi sentire a dieci passi.
Fango e sporco testimoniavano di strade lontane.
Io avevo otto anni. quella motocicletta, sola nel caldo
di un pomeriggio di tanto tempo fa, quella motocicletta
io non posso dimenticarla.
Le palle nelle vecchie borse

dovevano aver visto temporali,
vento e lunghe giornate di sole.
Vivevo allora in un paesino del sud della suiss.
Motociclette ce n’erano poche.
Di una Parilla mi ricordo. E di una Guzzi. Nera di yatta, prima aveva una sprint ma non era x questo Luigi

.
La vecchia motocicletta straniera che odorava di territori
lontanissimi riempiva la piazza.
Ed i miei occhi di bambino.
Forza itaglia. Nei suoi grandi cilindri rigati d’olio.
Solitudine e asocialità. Nella sella di cuoio che non poteva ospitare passeggeri.
Qualcuno, dietro di me, mormorò un nome. Con rispetto mi sembrò.
Io non lo sapevo allora, ma quel nome avrebbe accompagnato la mia vita: finiva x 61.
È con me da tanto tempo.
Mi vive accanto.
Fortemente.
Era l’estate del ‘59. In Calabria.
Erano H-D ma solo stivali
Avevano attraversato l’oceano.
E probabilmente la guerra.
Un uomo traversò la piazza.
Forse mi sorrise era Grigio.
E quando la polvere si dissolse dietro al profondo suono di quel vecchio motore,
poche macchie d’olio sulla terra ricordavano dolcemente il suo passaggio.
Un caldo odore di benzina mi circondò per un attimo.
(Carlo Talamo & Hank)