Stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco al voto: nelle urne non solo schede
Martedì 22 Giugno 2010 08:10 | Scritto da Diego Davide | PDF Stampa E-mail
A circa 20 km da Napoli, in uno dei maggiori stabilimenti industriali del sud Italia è giorno di votazioni. Questa volta non si tratta di eleggere rappresentanze sindacali, non si tratta di nominare consigli di fabbrica; ciascun operaio é chiamato ad esprimersi sul proprio futuro. Il proprio e quello della propria famiglia. Ed è una scelta difficile. Piegarsi alle gravose richieste dello spocchioso Marchionne o rivendicare, ad un prezzo carissimo, quelli che sono i legittimi diritti dei lavoratori maturati da dopoguerra ad oggi? Farà caldo oggi a Pomigliano, fuori e dentro lo stabilimento perché a tenere il fiato sospeso è l'intera città che alla "fabbrica" deve parte della sua fortuna e che alla stessa ha dedicato anche un viale, Viale "Alfa Romeo". L'auspicio degli industriali, dei cittadini e di quanti vivono dell'indotto è ovviamente la vittoria del si e mescolano le carte sottolineando questioni controverse quali assenteismo cronico e finte malattie, o la promessa dell'amministratore delegato Fiat di spostare la produzione della Panda dalla Polonia all'Italia. Forse questo si ci sarà, e forse come prevede Lello Russo, sindaco di Pomigliano d'Arco, la vittoria sarà anche schiacciante. Ma sarà una vittoria triste, una vittoria senza carro dei vincitori, una vittoria consumata dagli operai sulla loro stessa pelle, una vittoria della necessità sulla dignità.
Tutto bello, ed adesso? che si fa?
Io dico solo che salire sul carro dei pur importantissimi valori dei lavoratori non porta a nulla di concreto. E penso che nessuno possa negare che in tutte le grandi aziende, ed in particolar modo alla FIAT, ci sia un sistema "poco produttivo".
Concludo dicendo che i lavoratori "FIAT" sono da sempre i più protetti dai sindacati e i più coccolati dalla politica. A Vicenza negli ultimi 10 anni sono sparite 2000 aziende orafe su 2500 ma penso che nessuno ne abbia saputo niente.