non ho detto che non sono opportuni, ho detto che sono piu' difficili
e , insisto, qui il mercato non lo vuole nessuno , basta guardarsi intorno:
non lo vuole l'imprenditore (ha dei posti di lavoro da salvare e quindi ha diritto ad agevolazioni e ad interventi)
non lo vuole il lavoratore (scarsa propensione alla mobilita', alla flessibilita'-quella in senso buono, desiderio di certezze-di un posto di lavoro per la vita)
non lo vuole il sindacato (diminuirebbero, di fronte a pure argomentazioni di mercato, le sue competenze e il suo potere, il mercato vero creerebbe maggior meritocrazia e quindi differenze all'interno di una stessa categoria di lavoratori, cosa contro la quale, nei fatti, il sindacato si e' sempre battuto)
non lo vuole la politica, che avrebbe moooooolti meno spazi
non lo vuole la malavita organizzata, per le stesse ragioni della politica![]()
sono d'accordo
infatti ho detto credo che sarebbero più opportuni,perchè si mette la gente di fronte al fatto che un sistema ha fallito,e quindi dovrebbe scattare il rinnovamento,cosa che invece come hai illustrato non è ben visto,forse non se ne capisce l'importanza,o chi l'ha capito ne teme gli effetti
boh non saprei
DIO esiste,ma state tranquilli,non sono IO
Trovo che l'analisi di Pera abbia delle fondate ragioni.
Tuttavia mi ostino a coltivare un pò d'ottimismo (assente nel Pera- pensiero) sul futuro anteriore di questo paese.
Non in pochi anni appunto, ma pian piano, mi auguro che certe mentalità corporative, settarie, e stataliste vedano ridotta la loro influenza e ci si possa avviare verso un sistema migliore.
La pretesa della rivoluzione liberale (che sarebbe teoricamente necessaria e auspicabile) è sbagliata se la si vive in termini rivoluzionari.
Certi cambiamenti di mentalità radicate da centinaia d'anni, se non di più, avvengono su periodi lunghi.
Quando s'avverano di colpo raramente sono positivi.
La pretesa del tutto, qui , subito e adesso, è fallace.
E secondo me dei passi sono stati fatti. Molti altri indubbiamente ne restano.
Reagan e la Tatcher hanno fatto quel che han fatto perchè differente era(ed è) il tessuto sociale e la mentalità di inglesi e americani.
Berlusconi in questo senso è solo. Solo e comunque non è uno dei due statisti prima citati.
Anche lui soffre di certi mali italiani.
infedeli!!!
Berlusconi non è solo è uno e trino!