Quoto.
[QUOTE=tommide;3547215]l'articolo 41 della nostra Costituzione recita:
"L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali "
l'accordo di Pomigliano e' un accordo di macelleria sociale: attraverso la "flessibilitá' nella decisione da parte dell'azienda del turno (sulle 24 ore) si controlla in pieno la vita dell'operaio, che viene anche punito se si ammala o vuole esprimere dissenso attraverso forme di protesta sancite dal contratto di lavoro collettivo.
Il principio fondatore della nostra Costituzione (l'Italia é una repubblica fondata sul lavoro) non intende (come vorrebbe Marchionne) che bisogna lavorare a tutti i costi e al di lá di ogni regola, ma pone il lavoro come elemento fondamentale attorno a cui si realizza la dignitá e realizzazione della persona.[/QUOTE]
Trovami un'azienda che faccia il contrario.![]()
Ultima modifica di tormento; 12/07/2010 alle 20:52 Motivo: UnionePost automatica
La lingua batte dove il clito ride.
Ci sono persone che sanno tutto e purtroppo è tutto quello che sanno.
Oltre ogni retorica operaista, perchè io credo nell'iniziativa privata e nel sistema capitalistico, sinceramente Fiat oggi non può accampare nessuna pretesa. Dopo anni di scelte industriali sbagliate, di perdita di fette di mercato, di aiuti pubblici, di investimenti inesistenti... questa azienda non ha alcun titolo per presentarsi chiedendo maggiore cooperazione per aumentare la competitività.
Se Fiat investisse nel prodotto e fosse in grado di competere con gli altri, negli unici segmenti remunerativi del settore auto, se Fiat fosse presente nei principali mercati mondiali... non ci sarebbe bisogno di nessun patto sociale... a Sindelfingen o a Ingolstadt non ne hanno bisogno...
non è che va di moda, è che in un paese garantista dagli alti costi come il nostro è il ferro da stiro che ci fa affondare. Non lo dico così, tanto perchè mi sta sulle balle quell'articolo, ma basta vedere la differenza tra salari, pressione fiscale, burocrazia e diritti dei lavoratori dei vari paesi. Così come l'impiegato o l'operaio non vanno al lavoro per la gloria, il datore di lavoro non lo fa per beneficenza.
E ormani non si può più nemmeno guardare la politica dei singoli paesi, bisognerebbe iniziare a guardare ad una politica più globale.
Concordo...purtroppo il mondo che conosciamo si regge su equilibri fatti di "squilibri" di ricchezza...purtroppo é così...a noi piano piano ci stanno travasando nell`area di chi arranca per vivere...non oso immaginare cosa succedera` tra qualche anno quando i giovani precari di oggi saranno prossimi alla pensione e vedranno con loro sorpresa che in base al sistema contributivo avranno ua pensione che non gli permetterà di coprare le medicine per curare gli acciacchi...e i politici che hanno precarizzato la loro vita nel frattempo saranno tutti morti...
In effetti il futuro non si prospetta roseo. A maggior ragione bisogna imparare il valore di un NO. Anche, egoisticamente parlando, per evitare di trovarci non solo impezzentiti, ma anche con la gola tagliata da qualcuno più pezzente che si è stufato, che so, di vivere sopra mari di ricchezze naturali crepando ugualmente di fame.
eh lo so....per noi ora è finita l'età dell'oro e fino a che quei paesi dove oggi delocalizzano non inizieranno a chiedere dei diritti per i lavoratori, come successe da noi in passato, saranno tempi duri (e la ns. politica, con la burocrazia, ecc, ecc, peggiora soltanto le cose).