mi hai commosso ... come spesso sai fare tu ...Originariamente Scritto da black bomber
insomma il passeggero a volte e' un compagno d'avventura, detto cosi' due solitudini consimili sulla stessa sella, per questo non mi spiego chi corrompe tanto prezioso silenzio con l'interfonopotente arcano invece la moltitudine dei solitari, un viaggio di varie variegate solitudini che dopo essere restate in ordinato silenzio, si corrispondono urlando durante le soste, ma se proprio devo, e posso dirlo, quello che proprio per mio limite non capisco e' portarsi gadget tecnologici dietro, passi il telefono serve per dire "ndo cazzo siete finiti?" oppure mi sono rotto di tutte ste curve, o di tutte ste dritte ciao torno dalla mamma,
ma di un navigatore che te ne fai, le strade si trovano a naso, secondo l'istinto,
seguendo il sole o la frescura, rincorrendo le nuvole o seguendo un miraggio,
la strada che si percorre una scoperta e una sorpresa, poi l'assistente vocale
rompe quel che di piu' sacro ti regala una motocicletta, l'assordante silenzio dei tuoi pensieri,
é quel che giorno dopo giorno ho cercato di regalare al mio compagno di viaggi, quello sull'altra sella, ma lui non ha voluto godere di questa opportunità infinita che il navigatore in quel momento, non funzionando, gli stava porgendo ...
non si tratta di ideologia, credimi ... si tratta di un bisogno ... come cagare o mangiare patatine quando se ne ha vogliaprovo ancora una volta a chiarire il mio approccio alla tecnologia scevro di ideologie :
premesso che condivido in pieno la sensazione ineguagliabile dei pienseri che rimbalzano nel casco gonfiati e trascinati dal rumore del vento, nel corso di un viaggio o di una tappa , per quanto privo di meta possa essere ma che, se ci pensiamo bene, una meta in fondo ce l'ha sempre, prima o poi arrivano sempre dei momenti di inevitabile stanchezza fisica e mentale, magari logorati da giornate intere di pioggia, durante i quali riuscire ad uscire in fretta da una squallida periferia per ritovare la curva via magari evitando di infognarsi nel traffico e nei semafori, trovare in fretta la stada dell'albergo prenotato per pura botta di culo la sera prima, miraggio di una doccia calda dopo ore e ore e ore di strade che, inevitabilmente, come la vita, non possono essere sempre ombreggiate di alberi, orientarsi nel nulla di una rotonda senza segnalazioni (anche accendere e spegnere, un attimo), decidere per un solo giorno di arrivare alla meta prefissata il piu' velocemente possibile perchè c'è un amico da abbracciare e tutto il resto passa in secondo piano....ecco...io credo che in questi casi la tecnologia non sia altro che un prezioso aiuto che elimina una grossa parte di stress che , sappiamo benissimo noi che viaggiamo, è il nemico piu' subdolo da combattere per mantenere equilibrati i rapporti sociali in situazioni particolari e non vedo proprio perchè dovrei rinunciarvi per ideologia. Arrivato a cinquant'ann e oltre posso permettermelo
poi........ è perfino superfluo ricordare che mai nessun navigatore potrà indicarmi la strada dove lasciare un pezzettino di cuore
credimi!
in solitaria da Parigi sarei andato verso nord, alla ricerca di una pia stradina che mi riportasse verso est ...... così facendo mi sarei tolto il cruccio del rientrare nel mare di asfalto di una città e della sua periferia ... ed é il silenzioso compromesso, quello di cui di tanto in tanto si parla, quello che rende l'amicizia un bene prezioso perché cerca di tenere conto anche un po' l'esigenza di chi ti accompagna, che mi ha richiamato all'ordine facendomi scrivere su quel bigliettino il punto di riferimento dove più strade, più possibilità di scelta venivano assemblate .... e così ho fatto parecchie volte, senza che nessuno ne sapesse nulla ... perché ritengo che sia giusto così ed é così che era giusto fare ...
ps: l'unico momento di vera confusione che ho vissuto é quando ho tentato di utilizzare il mio ... sotto quell'acqua ... a furia di guardare in basso avevo perso l'orizzonte e con lui quel po' di senso d'orientamento che da sempre mi permette di cavarmela ... confuso ma soprattutto mi sentivo in balia di una macchina che mi portava ma che in realtà non mi permetteva di sentire dove stavo, quale puntino potevo essere su questa dolce terra ... ed é stata una vera liberazione poterlo da li a pochissimo dimenticare, e poi, ancora più liberatorio é stato poterlo gettare nella borsa e mai più rivederlo, finché non ho desfato i bagagli ...
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