
Originariamente Scritto da
Luigi
Secondo me lo spirito del viaggio non era poi cosi' distante e di certo non opposto perchè solo il fatto di aver deciso di affrontare un viaggio insieme in moto e non in auto o in treno, è significativo.
La situazione che si è venuta a creare è stata molto particolare perchè per la prima parte io avevo un'esigenza prioritaria alla quale tu ti sei carinamente adattato, per quanto possibile considerando lo zavorrino

. Dopo invece, l'itinerario è stato scandito dalla volontà di assecondare anche le esigenze dello zavorrino che piu' che leggittimamente se ne fregava altamente delle belle strade, da qui la triangolazione Mont St. Michel->Parigi->Europa Park. Era una situazione che non lasciava tanto spazio ad avventure.
A questo aggiungi la nostalgia dei miei amici lasciati in Bretagna e la mia scarsa disponibilità economica per cui avrei preferito fare qualche tappa piu' lunga e qualche notte in albergo in meno
guarda che la questione della velocità o, come preferisco dire - del passo, del ritmo - non è assoluta ma relativa
Tu stesso hai confessato che quando siamo andati a Pistoia ti sei stressato molto perchè ad un certo punto hai dovuto guidare quasi al limite del mezzo e al limite non della tua capacità di guida, ma al limite della tua percezione dei margini di sicurezza che è cosa quanto mai soggettiva. E' normale ed è giusto che sia cosiì. Viaggiare (e sottolineo viaggiare, non parlo della scampagnata di fine settimana) con una persona che predilige un passo diverso è molto stressante per entrambi. Aldilà della voglia insopprimibile di guidare come ci si sente e come ci si diverte, c'è il fatto che a starti dietro dovevo stare attento a tenermi a distanza di sicurezza per evitare di tamponarti ad ogni curva, mi angosciava vedermi intrappolato tra una roulotte davanti e un camion enorme che mi si avvicinava minaccioso negli specchietti e ogni volta che ti seguivo in un sorpasso , se non volevo superarti, dovevo stare attento a rientrare senza tagliare la strada alla macchina appena superata e senza farla rallentare , tutte situazioni che generano potenziale pericolo e che io cerco di evitare assolutamente. Quando ero davanti ( quando funzionava il navigatore

) dovevo avere un occhio fisso sullo specchietto per non perderti e rallentare dopo ogni curva. Quando si parava davanti un gruppetto di macchine dietro a un camion o una roulotte dovevo guardare il navigatore per vedere quanto mancava alla prossima svolta per capire se ce la facevi a superare anche tu prima del bivio. e tutto questo non a 200 all'ora ma a velocità assolutamente tranquille. Se ognuno avesse seguito il proprio istinto avremmo fatto due viaggi separati.
Non c'è proprio niente di filosofico in tutto questo e non devi prenderla mai come una questione personale, un giudizio sul tuo stile di guida e , addirittura, sul tuo stile di vita. La questione è molto piu' semplice di come la vuoi dipingere.
Tranquillo che chissà quanti luoghi magnifici hai saltato anche nei tuoi viaggi precedenti ed è per questo che al ritorno conviene sempre soffermarsi su quello che è stato e non su quello che avrebbe potuto essere
una spiaggia dello sbarco
