Secondo l'antropologo Glauco Sanga ed il sociologo Marzio Barbagli (che nel suo libro "Immigrazione e sicurezza in Italia" cita a sostegno anche altri antropologi quali: Leonardo Piasere, Dick Zatta e Francesco Remotti) nelle comunità Rom, come anche fra altri gruppi di zingari, rubare ai Gage (i non zingari) è non solo ammesso ma considerato positivamente, mentre è vietato e disapprovato all'interno della comunità stessa, infatti sempre secondo Barbagli e Sanga il furto ai danni di un rom o la denuncia di un altro rom alle autorità sono considerate colpe molto gravi e ai bambini viene insegnato già da molto piccoli a chi è consentito e a chi è vietato rubare, a chi è bene e a chi è male parlare dei furti commessi.[31][32]
Nel libro "Comunità girovaghe, comunità zingare", Leonardo Piasere, approfondendo l'organizzazione produttiva di un piccolo gruppo di rom Khorakhanè accampati presso Verona e dintorni, sostiene che i Khorakhanè provienienti dalla ex Jugoslavia non arrivavano in Europa occidentale per vendere forza lavoro manuale o intellettuale, né per investire un capitale produttivo, commerciale o finanziario ma al contrario con l'intenzione di vivere attraverso la mendicità e/o il furto.[33]