a casa?

[onlystreet]

Minchiate? quiii?

[legend78]

non so cosa hai vissuto, ma solo l'impatto con tutta quella terra, il peso della sua presenza incrina chiunque, col tempo si metabolizza.
col tempo sempre ti scoprirai più incline a mandare a gagare certe situazioni... se hai bisogno, sono sempre disposto a parlare del cuore del mondo, l'africa.
Bentornato!

[mic56]

Caspita sei già tornato?
Mi sentivo così rilassato a saperti nel profondo sud e adesso devo stare di nuovo sul chi vive!
E' proprio vero che il tempo vola!

[MR-T]

siamo qui ad ascoltarti

[raul]

siamo qui ad ascoltarti

Ti prego comincia a dire

[massimio]

che è già ripartito?

[edotto]

e allora bentornato!

[Onda calabra]

allora, cari brutti sudici motociclisti virili e checche con la moto a iniezione...

il resoconto sarà per me un piacere perverso ed immenso, il buon bebo mi ha fato da tedoforo e di questo lo ringrazio immensamente, non potendo aprire il forum è stato un eccellente piccione viaggiante, anche se somiglia di più ad un orrido Kiwi....

per non distruggervi le gonadi frammenterò il racconto in X parti avrò così anche il tempo di riordinare le idee…

arrivo ad Accra, in Ghana.

scendo dall'aereo e mi rendo conto di essere a 3500 Km da casa, mi rendo conto di essere ad Accra… per molti una “banalità”, tanta gente viaggia per lavoro in luoghi ben più remoti di quì ma…per me, è un punto importante della mia vita, è un “momento”, è un aver fatto quello che sentivo di dover fare…

l’eccitazione è tanta, mista ad un insulso senso di smarrimento… eppure non ci sono capanne, non vedo coccodrilli famelici, non mi inseguono cannibali… ma sono qui, e si comincia…

devo arrivare a Kumasi, 250 km circa nell’entroterra…. Ok, dov’è la fermata? Quale autobus devo prendere? Prendo un taxi?... esco dall’aeroporto dopo le formalità doganali e vedo un ampio spazio trafficato, asfaltato e vivo… “beh”… penso tra me e me…” non sono mica in Africa!” la cosa più intelligente che mi viene in mente è di chiedere ad un ragazzo poggiato ad un palo, frugo nel cervello e tiro fuori il mio inglese scorporandolo da ogni inflessione yankee e rendendolo fluently ed easy sparo un “ ciao fratello, devo arrivare a Kumasi, puoi aiutarmi?” “ciao a te fratello e benvenuto ad Accra, per Kumasi non possiamo sbagliarci, andiamo a chiedere al tizio del pollo fritto” e mentre cerco di capire la dinamica che si stava componendo davanti ai miei occhi, mi avvio con Andrew verso un chiosco che vende “amici per il fegato fritti e strafritti”, immaginavo già di vedere confabulare i due in Ghanese ( che scoprirò poi essere una lingua formata da più di 80 dialetti) che alla fine mi avrebbero derubato, rapito e magari ucciso e mangiato… mentre mi schifo di me stesso per aver subito imbrattato di pessimo pregiudizio il mio primo contatto con un indigeno, arriviamo dal venditore di pollo fritto; Andrew, nell’ inglese più musicale ed elegante ch’io abbia mai sentito, spiega il suo problema al “pollivendolo” eh già, ora era un suo problema, ero praticamente estraneo al fatto, io ero li per caso, non ero io a dover arrivare a Kumasi ma lui; era così intensa e sincera la sua preoccupazione e la sua voglia di darmi una mano da far apparire la questione “tra lui e Kumasi”… io ero solo uno spettatore bianco e grasso… un turista….

è un pullmann vecchio, un tempo verde, uno di quelli che sembrano lo scuolabus che guida Otto nei Simpsons, ma qui non ci son gialli… sono tutti neri…!!!! Mi imbarco non prima che Andrew “passi il testimone”, cioè dica ad un tizio sconosciuto che io dovevo arrivare a Kumasi, al centro recupero animali selvatici… quindi? Che si fa? Il mio maledetto cervello mentre Andrew parla con Tom mi sussurra urlando “ dagli una mancia, paga Andrew, è così che si usa qui no?...” e io che ne so! Cosa? Cosa volevo fare? Volevo dare denaro ( Cedis ghanesi che avevo cambiato in aeroporto) ad un tizio che si era preoccupato di aiutarmi? E perché? Mi schifo nuovamente di me stesso ma al contempo sono pervaso da un senso di inadeguatezza… “ che cazzo faccio?” Andrei sta stringendo la mano a Tom, sta per andare via… cazzo! CAZZO!!.... Andrew si rivolge a me, mi da un pugno amicale sul petto e mi dice “ in bocca al lupo, qui da noi chi può fa, cerca di non dimenticarlo … e abbronzati un po’ che sei di un bianco che fa paura..” e va via, lasciandomi come il peggior cretino mai incontrato sulla terra…

viaggio per una strada un po’ asfaltata ed un po’ in terra battuta, onesta ma un po’ puttana fino Kumasi…
il tempo si distrae nel chiacchiericcio con Tom che è un mercante di rame di 35 anni che comprerà prestissimo una barca ( e mi ha fatto 2 coglioni così con sta storia della barca per 4 ore) e nelle mie richieste precise su usi e costumi del Ghana che vengono soddisfatte solo in parte… attimi di silenzio per nulla imbarazzanti lasciano il tempo di concentrarmi su due cose:
l’odore di sudore che mi stupra le narici ed un continuo senso di “polverosità” di quello che mi circonda un senso così reale che fa sentire la stessa polvere che si insinua sotto i miei vestiti… lunghi, già, perché pur non essendovi espressamente alcun divieto, i pantaloncini corti qui sono “sconsigliati” quindi i miei supereuropei jeans “made in Bangladesh” aiutano a sottolineare il mio “hei! Non sono di qui! “..

..arrivo al centro… un cancello che si continua con una palizzata e un rete altissima mi danno il benvenuto; il cancello è aperto, il bus mi pone davanti al cancello dove una piccola folla di uomini e donne si sbracciano per salutarmi e darmi il benvenuto, ridendo mi fanno salire su una jeep e passando tra i recinti con gli animali arrivo al centro; io sono vestito come Steve Irwin e parlo ad una telecamera… e ho una moglie bona che mi aspetta a casa….

Tom mi dà una gomitata delicatissima e mi dice che è meglio che scenda qui poiché da qui il centro dista solo un paio di Km da percorrere per una strada che si snota tra le alture…

MERDA! Sono sudato, impolverato, grasso, bianco, a 3500 Km da casa e sto scendendo in una specie di periferia di una cittadina Ghanese che dista “un paio” di Km dal punto in cui devo arrivare…

Scendo, panico, panico, panico… e penso codardo al salvagente che fino ad ora mi è stato di indispensabile conforto… chiedo a qualcuno; istintivamente mi rivolglo agli uomini e non alle donne poiché dentro me qualcosa mi dice che qui è meglio così, e mi rendo conto che un altro pregiudizio è pronto a fare la sua bella comparsata nella mia testa…

Mi sento osservato, mi guardano e sorridono, non tutti certo, ma molta gente che percorre questa strada a piedi con improbabili “cose portacose” ( carriole, carretti, ecc ecc) ,mi getta un occhio e abbozza un sorriso… molte biciclette, qualche moto: incomprensibile ed decisamente precaria, chiedo… i primi due non sanno aiutarmi e ne sono contriti, sinceramente!, come una saggia scimmia imparo dai miei errori e vado dal venditore di pollo fritto ( una costante qui con le scimmie e le biciclette) e lui sa come fare! MITICO!!! Ho capito il meccanismo!! .. ma è difficile arrivare, cazzo è lontano da quello che comprendo ( e il suo inglese è comprensibilissimo) e mi rendo conto di avere due valigie da trascinare…. Bus non ce ne sono…. Come si fa? un passaggio! Non ho mai alzato il pollice in vita mia e mi pare ridicolo farlo per la prima volta in Ghana…. Ma…. Qualcuno ha alternative valide?

E sia

Imbarazzato come una scolaretta al primo bacio alzo il pollice e aspetto….
Neanche un minuto, si ferma una regata blu con il cofano bianco, mi affaccio e imperlato di sudore e apro la bocca per dire la “frase” ma mi spintona istantaneamente la risata amicale di Paul che mi chiede “ciao amico dove andiamo?” “ al centro di recupero animali selvatici….” “ allo zoo!!” mi interrompe! “ Sali Sali che ti accompagno io”…

Essere in Ghana: 750 euro con Mastercard
Una cocacola: 6 pesewas con Mastercard….
… salire su di un’auto guidata da uno sconosciuto a Kumasi NON HA PREZZO…

Penso, in quei secondi infiniti che trascorrono tra l’infilare le valige sul sedile posteriore, aprire la portiera e sedermi su quella che più che un’autovettura pare la roulotte di uno zingaro, che ormai dovrei sentirmi sicuro del fatto che qui la gente è amica e non cerca di fregarmi, in fondo sono qui da 5 ore e nessuno mi ha ancora derubato, sono le 11 del mattino, fa caldo e io salgo in una macchina… la cosa non mi tranquillizza per niente…

Ormai è fatta

Paul è di origine francese, vive qui da quando aveva 6 anni, si è sposato con una cugina che è morta di parto dopo tre anni e ora si è buttato a capofitto nel suo lavoro di infermiere presso un’ospedale per bambini… è simpatico, ride, ride, ride, ride come un matto per ogni cosa… sarà mica pazzo? Mi dice che quello che sto facendo sarà utilissimo alla comunità e che è una fortuna che la sensibilità verso gli animali stia crescendo poiché migliori condizione igienico sanitarie degli animali domestici inevitabilmente si ripercuotono sul benessere della società e sulla qualità della vita sociale e sanitaria degli abitanti… no, non è pazzo..

Invano tento di fargli capire che mi occuperò di selvatici, indicando una delle innumerevoli fottutissime scimmie che invadono le strade ma lui insiste sul fato che mi occuperò di domestici…. Capirò in seguito che aveva ragione..

Eccomi arrivato.

Saluto Paul, lo ringrazio e poiché lui stava andando a trovare sua sorella mi rendo conto che in effetti forse non ha deviato dal suo itinerario quindi non mi ha fato da taxi… abbiamo percorso strada insieme ( una mezz’ora poichè "un paio di Km" in Ghana vuol dire semplicemente meno di 20!) e come si fa con gli amici quando si fa strada insieme? Si divide la benzina!! Gioioso di questa rivelazione mi offro di partecipare alla spesa per il carburante…

Una risata grassissima in netto contrasto con la magrezza del mio nuovo amico mi investe la faccia.. “ sei pazzo!” e va via…

Ecco, questa volta non ho solo “pensato” e fatto una ricca figura di merda con me stesso, ma ho anche “agito” e la figura di merda l’ho fatta anche con Paul…

Continuo a sentirmi un po’ fuori posto…

[keir]

ancora

[massimio]

aspetto con trepidazione il secondo capitolo