The Horsemen are drawing nearer 
On leather steeds they ride 
They've come to take your life 
On through the dead of night 
With the Four Horsemen ride 
Or choose your fate and die 
 
Sono le 7e30 circa, mi sveglio eccitato mentre lo squaraus mattutino mi avverte che non posso essermi appena  svegliato e contemporaneamente non essere sulla tazza del cesso. La nausea mi accoglie come da un po di tempo a questa parte e se mi sveglio troppo presto mi avvisa che è tempo di pagare non so bene quale debito.
Resto sul divano ancora un po e cerco di far mente libera ad occhi chiusi riassumendo mentalmente l’abbisogna per la partenza. Stivali manca - chissà dove son finiti dall’ultimo trasloco, farò senza. Pantaloni: Celo ma speriamo sia una bella giornata poi con le ginniche stanno male, chissà magari non pieghiamo nemmeno un po. Giacca Celo protetta anche se manca la tartaruga dovrei prenderne una amovibile in effetti. Guanti Celo: quelli sono l’unica cosa insieme al casco integrale che in effetti ho sempre addosso.
Un’ultimo bacio a mio marito e sono già fuori, un’aria frizzantina tendente al pungente mi ricorda che siamo sotto i monti sebbene sia solo la fine di agosto… 
L'arrivo di Erik

Gente coi muscoli.
Erik, l’infermiere mi raggiunge con qualche minuto di ritardo, il gancio davanti ai vigili del fuoco mi fa ripensare alle loro sirene e mi scappa un ‘li mortacci’ anche se poi mi ricordo di quanto bene fanno… lo vedo tutto bardato e non faccio in tempo a pensare a quanto misera sia la mia protezione e a quanto sono truzzo … che lo vedo per la prima volta dal vivo… un mostro come pochi… un’opera cyberpunk minimalista che mi fa strabuzzare anche il buco del culo quando sgranando gli occhi mi scappa un trinacrissimo ‘MINKIA….’
Cyberpunk

La base è un Monster S4 – 916 Desmo 4 – nuda come poche, i paracinghe divelti a metterne in risalto le meccaniche delle pulegge, la frizione sostituita mette in luce uno spingi disco alieno, lo scarico vera opera d’artigianato locale si snoda come un’anaconda per terminare grosso e cafone sotto il sellino passeggero ovviamente monoposto. Il telaio ed i cerchi arancio risplendono sovrastati dal serbatoio verniciato di nero opaco alla brutto dio verrebbe da dire, ed il sellino a dir poco minimalista danno il vero tocco operaio della bestia, i semimanubri sotto la piastra sembrano dannatamente bassi, i comandi degli stessi agganciati al telaio in versione “pochi fronzoli” un contakilometri da ciclista ed un antisbakketto, riempiono il vuoto sopra il faro, che come nella migliore tradizione Monster ricorda tanto quello di auto ormai storiche. Il tutto leggermente francobollato dai bollini vari del WDW come dei compleanni del DMC.
“Ma come cazzo fai con quello scarico?”
“Guarda poi ti racconto di quella volta che m’hanno fermato”
E ancora lui…“E’ un problema se viaggiamo un po almeno in tangenziale, siamo un po di fretta….”
“Dipende… tu vai se mi perdi al max rallenta… 
 ”
Poche battute e ancora il tempo veloce per benza cappuccio e brioche che il senso di nausea sembra sparito e non vedo l’ora semplicemente di essere ‘in moto’. Dopo tanto tempo. Ancora.
Facciamo la tangenziale di Torino in modo piuttosto allegro ma ordinato per cui non lo perdo di vista, il mio Mostro galoppa felice e fiero ed in buona compagnia, per questo e per altri motivi siamo a Santena in un baleno… da li iniziamo a scaldar un po le gomme, approfittiamo dunque di qualche pezzo di statale libero e con visibilità buona per affondare dolcemente qualche curva e rotatoria.
Ed’ già Alba, con il suo odore di cioccolata nutella e nocciole che quando ho tolto il casco naltropò me pijava norgazmo, parcheggio immenso nella capitale della Ferrero che vede radunarsi il branko di mostri a cui paradossalmente un ninja farà da duce.
La Grigia sembra scodinzolare per il solo fatto di essersi avvicinata a tante sorelle ed io riconosco volti più o meno noti…

C’è Maurix che ci lascerà poco dopo, il suo S4R, rosso e bianco, senza cupolino, con terminali e centralina e chissà cos’altro ha le gomme praticamente alla tela ed un suono veramente invidiabile.
Ci sono Tony (naltro?) che fa il medico e Fio la sua compagna, insieme sul loro Monster 1000s i.e., ed un 748 in contumacia lasciato in box, coppia ducatista già da molte primavere, presenti,  umili e appassionati, con una luce negli occhi quando parlano di moto che sai di aver visto raramente.

Cè quel pazzo dell’ Inge gnere, colui che mi ha accolto in DMC con tanto di ganja etilismo di quelli seri e non ultimo na mano d'aiuto... il mitico Inge con me socio onorario dei Panzù Baikers, persona di spessore in tutti i sensi l'inge che ha distrutto un mostro…, che ha tentennato ma poi proprio non ce l’ha fatta e si è ricomprato un Monster 900 a carburatori, vecchio e caro pompone d’annata (forse un 98?) con codino monoposto e scarichi ed un copri frizione firmato da se stesso e anche questa con chissà quali altri archibugi.

Cè Filippo il meccanico, che ci farà da cicerone, che col suo ninja 900 ed un mostro del 93 perfetto di meccanica da darti ad un prezzo che non potrai rifiutare.

E allora si parte… 4 Mostri ed un Ninja per Cortemilia… non facciamo in tempo a lasciare il persistente odore di cioccolata che la strada si snoda bella e sinuosa tra le colline delle langhe. Iniziamo a tenere il passo quando dal fondo della fila, in uno dei primi tratti di rettilineo onesto splanco 3 marce in tempo rasente allo zero, li supero in buona parte e mi accodo al ninja che ci sta facendo strada… annusandogli un po il culo…
Breve sosta (in un allungo suicida ad Erik sè staccato il collettore - l'artigianato si paga)

“Lei mi chiede perché lo faccio, crede che il mondo è marcio… non è che senza io non ce la faccio…”
Panoramica della Strada x Cortemilia (credo), I 4 cavalieri e il ninja.

Non lo faccio per dimostrare di avercelo più lungo… non lo faccio perché voglio essere il primo, poco più tardi mi accodo al ninja e dico col mio ferro tra le gambe… DIO TI RINGRAZIO…. Sono felice raga sono feliceeeeeeeeeeee… 
Qui si smanetta sul pompone di Inge... savvitano bulloni qui a panigale mica si pettinano bambole... 

Il ninja sente il mio sniff sniff da dietro… aumenta il passo… è bello averla davanti, nonostante le sue dimensioni poderose il meccanico conosce bene la strada e pennella le curve in modo sincero e onesto, mentre sui rettilinei comincia a far gridare, posso sentirlo dal casco che ovatta tutto il resto, il suo 4 cilindri che nonostante l’annata di cavalli ne ha da vendere…
Sono caldo… grazie alle sue traiettorie e al suo riferimento prendo presto confidenza con la moto. La Grigia dopo ben un’anno di acquisto non l’avevo ancora strizzata un minimo sul misto stretto, complici anche un treno di gomme che mi parevano un po durine, poi scoprirò essere datate 93(????).
Ed inizio a marcarlo stretto, in curva il telaio a traliccio, il baricentro, le gomme calde, i cerchi, le sospensioni, tutto sembra in perfetta sintonia e mi fa volare leggero tra le curve, lo anticipo un po mi avvicino vedendo uno spiraglio di cui forse in pista avrei approfittato, ma siamo in strada e non vedo perché un’innocende dovrebbe pagarne il prezzo, allora in ninja mi sente vicino… ci sente vicini, sopraggiungono anche Inge, Erik, e financo il Tony zavorrato sembra tenere più che bene il passo (nel suo caso è questione di manico credetemi), allora il ninja urla serio e mentre cerca di mettere su un lungo rettilineo + distanza possibile tra lui e noi, io semplicemente esplodo tre marce (due delle sue probabilmente) in un TROO TROOO TROOOOOOO talmente violento e repentino da strapparmi le braccia, da farmi sentire l’avantreno leggero e quasi ondeggiante. Non fossi concentrato sulla strada piangerei di felicità nel vedere quel 4 cilindri arrancare quasi in difficoltà nel tentativo di allontanarsi, e vedere ancora gli altri monster più lontani negli specchietti, semplicemente vi prego e non parlo di Filippo, abile condottiero, quando spalanco col mio S4R, lasciatemi strada, chiunque voi siate (breve attimorgasmico autocelebrativo). Ma il rettilineo non è abbastanza lungo e dopo averlo marcato stretto so di essere ad un pelo da una staccata clamorosa con sbacchettamenti alla Swantz + sorpasso all’interno + inserimento in curva strepitoso.. quando desisto, non so la strada, non è una bella mossa,  ed il meccanico è un’ottima guida, mi basta abbia sentito il mio fiato anche se solo x un breve attimo.
L'Inge onorario dei Panzù Baiker e 3 Belve a caso.

E’ incredibile quanto un Ducati ti faccia capire di esser felice quando lo fai correre, quel suo respiro profondo e rabbioso che esplode in una mitraglia di grosso calibro quando raggiungi i 10 mila, la moto che nell’uso quotidiano è ostile e docile come un trattore, sembra nella sua perfetta dimensione, facile da portare, a tratti impetuosa da domare, ma con un’istinto per quello che sta facendo inverosimile, taglia le curve come fosse una lama incandescente, da fartela sembrare un quasi giocattolo, semplice e perfetto, cattivo e metodico.

Breve sosta prima di raggiungere il ristorante. Siamo tutti in un po stanchi ma felici, lo puoi leggere nei nostri volti… e dopo essermi inflitto qualche battuta sul fatto che in scarpe da ginnastica sono un DucaTruzzo, dopo aver constatato che le Ducati sono Heavy Metal perché il polso ti duole come quando lo suoni e la cavalcata è veloce e martellante come quando lo ascolti, dopo la battuta di Fio “Tienila se puoi… l’S4R è un vero mostro, molti la vendono perché la temono… ma tu non direi…”
provo dunque il 900 dell’Inge, dio quantè morbido rispetto alla mia… dovrò fare forse un po di revisione se un carburatori mi pare + rotondo e guidabile del mio. Il pompone è un bel ferro non cè che dire, e ha da dire la sua (in effetti mi è stato attaccato al culo per quasi tutto il tragitto apparte qualche allungo) oh se ha da dire la sua.
Al ristorante, credo “Campo Leone” si mangia bene, il piatto di pasta normale è da 200g cè da scegliere tra + di 300 abbinamenti di sughi diversi, e non ultimo un piatto di pasta costa mediamente 7iuros e 50 (x i due etti di cui sopra).

Ma io faccio conversazione solo x educazione, sono nel mio mondo, li ascolto per lo più e a tratti devo avere un’aria talmente sognata che Erik mi chiede se va tutto bene, non è solo l’adrenalina, la stanchezza, qualche piega ben riuscita, è che mi sento dannatamente libero e felice, come non capitava da tempo, di quella libertà che vive l’uomo che non appartiene se non a se stesso, magra illusione, che non è identificabile in una sigla, TCP DMC T509 S4R, ma che è talmente vivo e presente in quello che sta facendo da esserne semplicemente felice.
Ripenso allora ai ragazzi di Genova, oggi è domenica chissà se si sono visti, non faccio in tempo ad immaginare un’improvvisata per un saluto che mi rendo conto della mia condizione di schiavo del tempo e di non poterlo fare. Missono persino dimenticato di chiamarli, un’altra occasione persa per essere un minimo galanti.. e quanto glielo devo? Tanto.
Ma sono ancora felice, ascolto di raduni, scenette ilariche e scarichi scappati agli occhi di falco delle forze dell’ordine. Di cavalli (CAVALLI?) punitivi per figli ritardatari e ancora di moto, viaggi e ancora moto.
Il Ritorno è una passeggiata rilassata verso casa, abbraccio prima tutti e ci salutiamo desiderosi di stare ancora un po assieme. 
Spero di lasciare indelebili nella memoria, l’abbraccio caldo e sincero di Tony, il viso a tratti un po scuro di Erik (come ti capisco brò… oh come ti capisco) ma sempre presente e disponibile a strapparti un sorriso, la guida ed i consigli di Filippo, la presenza di Inge (visto… è bastato far passare un’anno x vedermi in moto 
) la compagnia di Fio, e ancora il sorriso di Maurix. L’odore della strada, il mio culo che si stacca dal sellino in una S stretta, il cibo, le moto, i saluti, le langhe. Voglio per me tutto questo il più a lungo possibile.
Grazie a voi ragazzi.
SonounragazzofortunatoperchèmannoregalatounsognosunDUCATIMONSTERcètuttociòdicuihobisogno.
CAMPIONEDELMONDO (ritirato)