Scusate ma io francamente non capisco come si possa avere delle posizioni così poco pratiche.
Io partirei innanzitutto dal chiarire che un concessionario è innanzitutto e prima di essere un appassionato, un imprenditore, che deve fare i conti con il conto economico della propria azienda e della propria famiglia.
Il rischio di impresa come tutti sanno prevede che se sbagli investimento ti impoverisci e se lo azzecchi ti arricchisci, con conseguenze DIRETTE per l'azienda e per la famiglia.
Fatta questa banalissima premessa io mi domando come si possa pretendere di entrare in casa d'altri e dettare le politiche aziendali da seguire sulla gestione delle vendite del nuovo e dell'usato. Se io concessionario decido di attuare un tipo di politica di vendita è perchè ho stimato che sia quella corretta per la mia azienda e nel farlo tengo conto di tutti i costi del personale, della gestione dell'officina e della concessionaria, dei vari mutui, delle spese della famiglia, degli alimenti alla mia ex moglie delle vacanze estive e della casa in montagna. Se fatti questi conti stabilisco che non mi conviene ritirare l'usato, allora non lo faccio.
Io non ho un concessionario di moto, ma capisco chi fa impresa e francamente rifiuto l'atteggiamento di chi non vuol accettare come funziona il mondo.
Diverse sono le direttive aziendali, quelle vengono da accordi di distribuzione e vanno rivolte all'importatore o alla casa madre e li il discorso sarebbe ancora più sterile.
Se poi è sufficiente così poco per non farti acquistare una moto allora fai te..